Intelligenza artificiale: approvato in CdM il disegno di legge italiano

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Il governo italiano si avventura nel territorio normativo del momento, con il suo disegno di legge sull’intelligenza artificiale (AI), che arriva a fare da completamento all’AI Act, approvato il mese scorso. Questa legge ambiziosa punta a indirizzare e plasmare il futuro dell’AI nel paese, evidenziando una visione proattiva e cautelativa del suo sviluppo e impiego. Un documento, che Palazzo Chigi si era prefissato di rendere pubblico prima di Pasqua, ma che al momento rimane in stato di disegno, che svela i contorni di un progetto che vuole porre l’Italia al centro di un dibattito globale su come l’AI dovrebbe essere regolamentata. Al rapporto con l’Intelligenza Artificiale abbiamo dedicato il volume Intelligenza Artificiale – Essere Avvocati nell’era di ChatGPT

Indice

1. I contenuti del disegno di legge per l’Intelligenza Artificiale


La bozza del disegno di legge si articola in 25 articoli distribuiti in sei capitoli, delineando un quadro normativo complesso che copre vari aspetti dell’AI, dalla ricerca allo sviluppo, dall’adozione all’applicazione. Tra le novità più salienti, si annunciano misure come l’introduzione di un’aggravante specifica per i reati facilitati dall’uso dell’AI, l’implementazione di un sistema di fisco automatizzato, l’istituzione di bollini anti-deepfake per contrastare la disinformazione e la destinazione di fondi considerevoli, 150 milioni di euro, estratti dall’ultimo decreto-legge legato al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Queste misure riflettono un approccio olistico e dettagliato alla regolamentazione dell’AI, segno di un impegno a considerare le molteplici dimensioni – etiche, sociali, economiche – che questa tecnologia implica.
Al cuore del disegno di legge c’è la volontà di assicurare che l’AI venga sviluppata ed utilizzata secondo principi di correttezza, trasparenza e responsabilità. L’accento posto su un utilizzo “antropocentrico” dell’AI sottolinea l’importanza di mantenere l’uomo al centro del processo decisionale, garantendo che la tecnologia agisca in modo da supportare, e non soppiantare, la capacità umana di prendere decisioni consapevoli ed etiche. Questa enfasi sui principi antropocentrici va di pari passo con la vigilanza sui potenziali rischi economici e sociali, così come sull’impatto che l’AI può avere sui diritti fondamentali, riflettendo una consapevolezza della complessità e della portata delle sfide poste dall’AI.
Per quanto riguarda la governance, il disegno di legge propone un modello di controllo congiunto tra l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), un tandem strategico che mira a bilanciare la promozione dell’innovazione digitale con la necessità di assicurare la sicurezza cibernetica. Questa collaborazione inter-agenzia è significativa, poiché riconosce la natura trasversale dell’AI, che tocca aspetti tanto diversi quanto la privacy, la sicurezza dei dati, e l’etica. Al rapporto con l’Intelligenza Artificiale abbiamo dedicato il volume Intelligenza Artificiale – Essere Avvocati nell’era di ChatGPT

FORMATO CARTACEO

Intelligenza Artificiale – Essere Avvocati nell’era di ChatGPT

Nell’anno appena trascorso l’intelligenza artificiale generativa, una delle sue forme più “creative”, è stata ed è ancora oggi uno dei temi più dibattuti. Avvocati e giuristi hanno iniziato a chiedersi se, oltre alla curiosità, le opinioni e i primi esperimenti, non sia opportuno iniziare a formarsi e acquisire nuove competenze nel proprio bagaglio professionale, ma nel mare magnum di informazioni molti si stanno ponendo la stessa domanda: “Da dove inizio?”. Questo libro nasce per rispondere al bisogno “di saperne di più”, raccontando in un quadro unitario a giuristi, avvocati, praticanti e studenti: quali sono gli aspetti che interessano la professione? Qual è lo stato dell’arte?  Le norme in vigore e in corso di approvazione che disciplinano l’utilizzo di AI nei settori principali del diritto, le prime esperienze presso gli studi legali, gli esempi e le istruzioni sui principali tool.Attraverso il racconto dei fatti, vengono naturalmente toccati anche i principali dibattiti in corso: gli aspetti etici, i temi della responsabilità civile in caso di danno, la tutela del copyright per le opere realizzate con le AI generative.Claudia MorelliGiornalista professionista, specializzata nei temi della legal industry e della digital transformation della giustizia, esperta di comunicazione legale. Professoressa a contratto presso l’Università di Bologna, dove insegna Comunicazione del Giurista, già responsabile della Comunicazione del Consiglio Nazionale Forense. Il presente volume è la sua prima riflessione organica sui temi della trasformazione digitale della professione forense.

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2. I principi del disegno di legge


Il cuore del disegno di legge sull’intelligenza artificiale (AI) è rappresentato dai suoi principi fondamentali, distillati in nove articoli che stabiliscono le basi etiche e operative per lo sviluppo e l’applicazione dell’AI in Italia. Questa sezione si propone di delineare un quadro regolatorio che mette in primo piano la dignità umana, la sicurezza, e la trasparenza, segnando un passo avanti significativo nella governance dell’AI a livello nazionale e allineandosi ai principi dell’AI Act dell’Unione Europea.

3. Autonomia e decisionalità umana


Al centro della legislazione c’è la preservazione dell’autonomia umana, sottolineando che l’AI deve servire come strumento per amplificare, e non sostituire, il potere decisionale umano. Questo principio si riflette nella necessità di sviluppare sistemi AI che siano non solo avanzati tecnologicamente ma anche comprensibili e spiegabili, garantendo che le decisioni automatizzate possano essere scrutinate e contestate. L’intento è chiaro: l’AI deve essere un’alleata dell’umanità, non una forza che ne mina l’autodeterminazione.

4. Protezione della vita democratica


Il disegno di legge enfatizza inoltre l’importanza di proteggere le fondamenta democratiche della società dall’influenza potenzialmente distorsiva dell’AI. Si prospetta una vigilanza particolare contro l’uso di tecnologie come i deepfake, capaci di manipolare l’opinione pubblica e interferire con il processo elettorale. In questo contesto, la legge sottolinea l’urgenza di robuste difese in materia di cybersicurezza, adottando un approccio proporzionale e basato sul rischio.

5. Sviluppo economico e accesso ai dati


Una parte significativa della legge è dedicata a promuovere un ecosistema dell’AI che sia innovativo, equo e competitivo. Il governo s’impegna a stimolare la creazione di un mercato dell’AI attraverso pratiche quali appalti pubblici specifici e la facilitazione dell’accesso a dati di alta qualità per le aziende e la comunità scientifica. Questo approccio mira a colmare il divario tra pubblico e privato, enfatizzando l’importanza della disponibilità dei dati per lo sviluppo tecnologico.

6. Implicazioni nel settore sanitario e lavorativo


Nel settore sanitario, il disegno di legge pone dei paletti etici chiari, vietando l’uso dell’AI per discriminare l’accesso alle cure. Allo stesso modo, nel mondo del lavoro, stabilisce limiti all’uso degli algoritmi, assicurando che questi non violino i diritti dei lavoratori relativi a licenziamenti, mansioni e percorsi di carriera. Questi principi rafforzano l’idea che l’AI debba essere uno strumento al servizio dell’equità e del benessere collettivo.

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7. Innovazioni nel fisco e nelle professioni intellettuali


Un ambito di particolare interesse è l’introduzione dell’AI nei controlli fiscali, con l’obiettivo di semplificare le procedure per i contribuenti e migliorare l’efficienza dell’amministrazione fiscale. Inoltre, la legge interviene sulle professioni intellettuali, stabilendo che l’AI può essere utilizzata solo in funzione di supporto all’attività umana, richiedendo che i clienti siano informati dell’uso di tali tecnologie.

8. Tutela dei minori


Da ultimo, si affronta la questione del consenso per l’utilizzo dell’AI da parte dei minori, proponendo soglie di età differenziate per l’accesso a tecnologie basate sull’AI e per il consenso all’uso dei dati personali. Questa disposizione riflette una crescente preoccupazione per la protezione della privacy e l’etica nell’uso dell’AI, sottolineando la necessità di un approccio cauto e informato quando si tratta di tecnologie potenzialmente invasive.

9. Focus sulla governance


Il quadro normativo delineato dal disegno di legge sull’intelligenza artificiale in Italia si arricchisce di una struttura organizzativa specifica per governare e monitorare lo sviluppo e l’impiego dell’AI nel paese. Al centro di questa struttura vi sono l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn), incaricate di assolvere funzioni cruciali di supervisione e controllo, secondo quanto previsto dall’AI Act europeo. Questa scelta ha sollevato dibattiti, in particolare tra le associazioni per i diritti digitali, che avrebbero preferito un organo di vigilanza indipendente per garantire una maggiore neutralità e specializzazione nel settore.

10. Ruoli e responsabilità


Agid si focalizzerà sulla promozione dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico, curando le procedure di valutazione, accreditamento e monitoraggio delle soluzioni AI destinate al mercato. Questo include un ruolo attivo nell’assicurare che i sistemi di AI sviluppati o impiegati rispettino i criteri di trasparenza, sicurezza e affidabilità necessari per l’ingresso nel mercato comunitario.
Acn, d’altro canto, avrà il compito di indirizzare i profili di sicurezza legati all’AI, avendo anche l’autorità di condurre ispezioni e imporre sanzioni in caso di mancato rispetto delle normative. L’accento posto sulla cybersicurezza riflette la crescente preoccupazione per le potenziali minacce che un uso scorretto dell’AI potrebbe rappresentare per la sicurezza nazionale e la privacy dei cittadini.
La collaborazione tra Agid e Acn mira a creare un ambiente controllato e sicuro per lo sviluppo dell’AI, favorendo al contempo la sperimentazione e l’innovazione. Questo tandem operativo è complementare e si propone di equilibrare la necessità di promuovere l’AI come motore di crescita economica e progresso tecnologico con l’imprescindibile esigenza di tutelare i diritti e la sicurezza dei cittadini.

11. Fondazione per l’AI e finanziamenti


Un elemento innovativo del disegno di legge è la proposta di istituire una Fondazione dedicata all’AI, con l’obiettivo di supportare la ricerca, lo sviluppo e l’adozione di tecnologie AI etiche e sostenibili. Questa fondazione, sotto la vigilanza di Palazzo Chigi e in collaborazione con i ministeri dell’Economia, delle Finanze e dell’Università e della Ricerca, avrà il compito di attrarre investimenti, finanziare progetti innovativi e facilitare il trasferimento tecnologico dall’ambito accademico al settore privato. La Fondazione agirà anche come catalizzatore per la formazione e l’aggiornamento professionale, contribuendo a mitigare gli effetti dell’automazione sui posti di lavoro.
In termini di finanziamenti, il disegno di legge prevede un impegno significativo di risorse, con 150 milioni di euro destinati a fondi di venture capital per supportare start-up e progetti innovativi nel campo dell’AI, del quantum computing, della cybersecurity, del 5G e delle telecomunicazioni. Questa iniezione di capitali dimostra la volontà del governo di investire in modo concreto nella ricerca e nello sviluppo dell’AI, riconoscendo il potenziale trasformativo di queste tecnologie per l’economia e la società italiane.

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Avv. Luisa Di Giacomo

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