Infedeltà coniugale e conseguenze per marito e moglie

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In caso di infedeltà coniugale si deve dare maggiore importanza alle cause che hanno determinato l’adulterio e verrà dopo il comportamento tenuto in seguito alla sua scoperta.

In questo articolo si cercherà di comprendere se il tradimento possa configurare un reato, che cosa comporti l’infedeltà coniugale, che cosa sia l’addebito nella separazione e nel divorzio, quali effetti abbia la scoperta dell’infedeltà coniugale sull’assegno di mantenimento, come evitare di essere ritenuti responsabili per la fine del matrimonio nonostante la relazione segreta con l’amante.

     Indice

  1. Legge e infedeltà coniugale
  2. Le conseguenze dell’infedeltà coniugale
  3. Il comportamento da attuare in caso di tradimento del coniuge
  4. In che modi difendersi in caso di accusa di infedeltà coniugale
  5. Quando si ha tradimento?

1. Legge e infedeltà coniugale

L’articolo 143 del codice civile stabilisce che dal matrimonio deriva l’obbligo alla fedeltà per entrambi i coniugi, sia il marito sia la moglie non possono commettere adulterio.

L’articolo 151 del codice civile stabilisce che, in caso di separazione, il giudice, se una delle parti glielo chiede in modo esplicito, dichiara “a quale dei due coniugi sia addebitabile la separazione”, in considerazione del suo comportamento contrario ai doveri che derivano dal vincolo matrimoniale.

Attraverso l’addebito si stabilisce se la colpa per la fine del matrimonio sia da attribuire al marito o alla moglie e consiste nell’accertamento della responsabilità per la rottura della comunione familiare da parte del Tribunale.

Non è però scontato che il giudice pronunci l’addebito, perché lo stesso viene accertato esclusivamente se uno dei coniugi lo chiede espressamente.

Ne consegue che non ci potrà essere addebito in caso di separazione o divorzio consensuale, vale a dire, attraverso un accordo.

L’addebito scatta se c’è una violazione dei doveri del matrimonio, che sono fedeltà, coabitazione, rispetto, assistenza materiale e morale reciproca, contribuzione ai doveri della famiglia.

Il fatto di non andare più d’accordo o di accorgersi di non amare più il coniuge non è motivo di addebito.

Non lo è neanche scoprire di essere innamorati di un’altra persona se con la stessa non si è avuto nessun tipo di rapporto, anche se non necessariamente fisico.

Si considera infedeltà coniugale anche una relazione virtuale su Internet o attraverso chat.

È possibile che ci sia un addebito congiunto, vale a dire, a carico di entrambi i coniugi.

Ad esempio, quando marito e moglie si tradiscono a vicenda.


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2. Le conseguenze dell’infedeltà coniugale

A stabilire quali siano le conseguenze dell’addebito, anche se in modo indiretto, sono gli articoli 156 e 548 del codice civile.

Il coniuge infedele, anche se non subisca nessuna sanzione diretta per il proprio comportamento, perde due diritti:

  • Il diritto a ottenere l’assegno di mantenimento, dopo la separazione, e l’assegno divorzile, dopo il divorzio, sempre che ne sussistano i presupposti, vale a dire, disparità di reddito per cause non dipendenti dalla volontà del coniuge economicamente più debole.
  • Il diritto di successione sull’ex coniuge, che non può più essere considerato suo erede necessario.

La questione però rileva se il coniuge tradito dovesse morire dopo la separazione ma prima del divorzio.

La separazione, in assenza di addebito, non cancella i diritti ereditari, come succede con il divorzio indipendentemente dalla dichiarazione di addebito.

Il coniuge è erede dell’altro sino a quando i due non divorziano e dopo questo momento, vengono cancellati i diritti di successione.

Il coniuge infedele non può rivendicare diritti ereditari sul patrimonio dell’ex se lo stesso  dovesse morire tra la separazione e il divorzio e non gli potrà chiedere gli alimenti, neanche se disoccupato e nullatenente.

In caso di tradimento, al coniuge tradito non spetta il risarcimento del danno, che può essere richiesto esclusivamente se il tradimento avviene in modo da ledere l’onore e la reputazione della vittima.

Ad esempio, chi manifesta in pubblico la propria relazione extraconiugale, facendo dell’altro un oggetto di scherno da parte della gente, mentre un tradimento segreto non dà luogo a indennizzi.

L’infedeltà coniugale non è reato.

Un tempo lo era per la donna, in ragione della sua principale funzione unificatrice del focolare domestico.

Alla moglie veniva attribuito un ruolo di maggiore importanza ai fini della coesione della famiglia, e se lo stesso veniva meno, a dispetto di quello che succedeva in caso di tradimento del marito, la famiglia stessa si disgregava per sempre.

La Corte Costituzionale ha provveduto a bocciare questa visione e nel 1961 ha dichiarato illegittima la norma che stabiliva conseguenze penali per l’adulterio femminile.

Oggi, tradire non è reato ma comporta esclusivamente gli effetti civili indicati in precedenza.

3. Il comportamento da attuare in caso di tradimento del coniuge

In caso di tradimento di uno dei coniugi, l’altro deve scegliere se proseguire la relazione coniugale, verificando se sia possibile superare l’accaduto, oppure chiedere subito la separazione con addebito a carico dell’ex.

Nel primo caso, il tentativo di perdono non esclude che, in un momento successivo, si possa ricorrere lo stesso al giudice per chiedere la separazione, a meno che non risulti che l’adulterio fosse stato dimenticato e che il matrimonio abbia avuto fine per altri motivi.

Ad esempio, se il marito scopre il tradimento della moglie e decide di perdonare, ma dopo un paio di anni la tradisce lui e lei chiede la separazione con addebito, la difesa dell’uomo non si potrà più avvalere della scoperta della precedente infedeltà (Cass. ord. n. 25966/2022).

La tolleranza di un coniuge nei confronti della relazione extraconiugale intrapresa dall’altro alcuni anni prima esclude la possibilità di chiedere l’addebito se il fatto viene superato da una completa ripresa dei rapporti tra gli stessi.

Il coniuge tradito che voglia ottenere l’addebito a carico dell’ex, negandogli sia i diritti di successione sul proprio patrimonio sia l’assegno di mantenimento, deve dare prova della sua relazione extraconiugale e lo deve fare durante la  causa di separazione.

Non ci può essere addebito senza che ci sia la dimostrazione del tradimento.

4. In che modo difendersi in caso di accusa di infedeltà coniugale

Al coniuge infedele viene data la possibilità di difendersi dimostrando che la rottura del vincolo matrimoniale non è stata determinata dal tradimento ma da altre cause che si sono manifestate in precedenza.

Ad esempio, se la moglie scoprendo i ripetuti tradimenti del marito, intraprenda una relazione con  un altro uomo.

Oppure, il marito che, dopo essere stato abbandonato dalla moglie, inizi una relazione con un’altra donna.

Se si vuole evitare l’addebito si deve fornire la prova che il matrimonio era in crisi prima dell’infedeltà coniugale.

5.  Quando si ha tradimento?

Il tradimento è quello che si consuma durante il matrimonio, indipendentemente da quando viene scoperto.

Non è possibile chiedere l’addebito per un tradimento avvenuto nel periodo del fidanzamento e scoperto dopo le nozze, mentre è possibile chiedere l’addebito per un tradimento avvenuto dopo il matrimonio anche se in epoca remota e scoperto molti anni dopo.

Non si può chiedere l’addebito se lo stesso era noto ed era stato perdonato.

Si considera infedeltà coniugale anche il tradimento platonico.

Ad esempio, una relazione virtuale su Internet o attraverso chat.

L’importante che risulti un coinvolgimento emotivo, come nel caso di chi scriva lettere d’amore a un’altra persona o si dichiari fisicamente attratto dalla stessa.

Perché si abbia l’addebito, il tradimento deve essere l’unica causa della rottura del matrimonio e non l’effetto di un evento precedente o la reazione a un tradimento da parte dell’ex coniuge.

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