Il sistema dei diritti

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“Lo scienziato di maggior successo pensa come un poeta- guarda verso un orizzonte lontano che a volte si regge sulla fantasia- e lavora come un contabile. Il mondo vede solo quest’ultimo ruolo.” (E. O. Wilson- Il significato dell’esistenza umana).

Già Hegel  osservava il distinguersi dei valori e norme dagli atteggiamenti e modi di vita, tale da ridurre la virtù ad una valutazione puramente soggettiva (Abbagnano), l’emergere dei valori codificati pone la necessità di individuare il concetto di valore che diventa criterio di giudizio e quindi guida nelle scelte (Morris), quella che Dewey definisce un’attesa normativa che si risolve in una connessione tra valore e situazione (Frondizi), tuttavia tra valori soggettivi, sociali e normativi vi è una molteplicità che impone una continua scelta (Dewey), in economia il valore acquista il significato di un prezzo relativo (valore di scambio) che nella concezione marginalista diventa l’utile del valore d’uso, si ha quindi nella società moderna una tendenza alla quantificazione monetaria dei valori, una relativizzazione degli stessi.

La stessa lista dei diritti umani è sottoposta a una contrapposizione tra teorie minimaliste e massimaliste, nella prima limitata alle forme più gravi di danno e violenza è giustificata sia dalla necessità di trovare un accordo universale, che dalla maggiore facilità di protezione concentrando attenzione e risorse, nella seconda al contrario si tende a caricare la lista dei diritti di un valore regolativo e programmatico (Cohen-Beitz), fino ad una critica radicale del concetto di diritti umani come giustificazione per atti di sopraffazione in ambito internazionale ma anche interno agli stati (Agamben), emergono le potenzialità sia di miglioramento della situazione dei singoli ma anche la possibilità che i diritti stessi siano interpretati in termini di arbitrio o di giustificazioni per atti di sopraffazione e violenza.

Dobbiamo considerare che ogni diritto è frutto di una cultura che nel definire il contenuto lo cristallizza in un determinato spazio e tempo, se la cultura è il contesto entro cui si genera in forma e contenuto, dobbiamo valutare che la definizione formale viene a vivere solo in rapporto con gli altri diritti, in altri termini il diritto che volta per volta consideriamo diventa sostanziale in funzione dell’insieme degli altri diritti, ossia A = f(B, C, D,…), le modalità e le conseguenze che ne derivano da questi rapporti danno vita a strutture delle “possibilità” di rapporto nelle quali la definizione del diritto, così come canonizzata, viene successivamente interpretata in termini estensivi (+) o riduttivi (-), il diritto così considerato entra in rapporto con altri diritti anch’essi passibili di due differenti tipologie di interpretazione (+ o -), si potrà così avere un vicendevole rafforzamento o al contrario un depotenziamento, così come un contrasto che conduca alla valorizzazione di uno dei diritti a discapito dell’altro, vi è quindi la necessità di individuare il “valore”che in quel tempo si vuole attribuire al diritto in esame, ma la presenza simultanea di vari diritti nello stesso spazio e tempo viene a creare una dinamicità indeterminata, ossia della impossibilità di cristallizzare definitivamente il contenuto del diritto, rimarrà comunque un minimo contenuto di sistema.

Se per Pound la funzione del diritto è evitare la disgregazione attraverso conflitti del sistema sociale, è Parsons che individua chiaramente nel sistema giuridico un meccanismo integrativo di cui il riconoscimento dei diritti ne fa indubbiamente parte, questa funzione si affianca alla necessità di strutturare in termini produttivi i rapporti umani secondo rapporti di forza consolidati storicamente, vi è pertanto la necessità di una visione di lungo periodo in cui obiettivi e strategie, nell’evidenziare azioni, piani, prospettive e indirizzi, diventino forma normativa tesa non solo al bilanciamento ma anche alla creazione del valore economico e dei correlativi valori di Libertà, Sicurezza, Benessere e Crescita, fattori critici che proprio per la loro delicatezza debbono essere misurabili non solo in termini quantitativi ma anche e innanzitutto qualitativi.

Il drill-down deve esplicare legami e dipendenze fra i vari livelli normativi e operativi favorendone l’allineamento secondo una relazione logica di causa-effetto, senza perdere di vista l’analisi “what-if” sugli input al fine di prevedere gli impatti delle variazioni sui processi, a questo fine occorre una analisi sui dati che conduca all’individuazione di relazioni e tendenze nuove e significative, dove vi è la trasformazione dei dati in informazioni e pertanto la possibilità di affinare la capacità di capire i dati stessi, emerge la domanda del “perché” e di una possibile rappresentazione dell’analisi dei rischi ordinari o straordinari (M.Poli).

In questo sistema di diritti ad onde sovrapposte tutti gli effetti delle riduzioni come degli ampliamenti si manifesteranno chiaramente solo dalla seconda generazione, in cui si manifesterà l’assuefazione con il riconoscimento implicito delle conseguenze e la sua naturale accettazione, salvo la presenza di forti stimoli esterni che inneschino nuovi cicli, il rapportarsi tra diritti verifica anche un altro effetto che è il mutare dell’essenza del diritto in esame il quale può manifestarsi in termini opposti alla declinazione formale e alla sostanza iniziale, d’altronde dobbiamo considerare anche il rapporto tra diritti fondamentali dell’uomo costituzionalizzati e i restanti diritti economico-sociali riconosciuti da codici e leggi, questi ultimi sottoposti a una continua evoluzione a seguito del progresso tecnologico che obbliga a revisioni periodiche, vi è quindi la possibilità del collasso dei diritti fondamentali così come teorizzati per lo scollamento tra il nucleo e gli strati giuridici esterni che li contengono e li vitalizzano.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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