L’intelligenza artificiale non è più una questione da convegno accademico o da laboratorio informatico: è una presenza crescente nelle dinamiche lavorative quotidiane, dalla selezione del personale alla valutazione della performance.
Per questo, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha deciso di intervenire con una proposta di Linee guida sull’implementazione dell’IA nel mondo del lavoro, accompagnata da una consultazione pubblica, aperta fino al 21 maggio 2025, per raccogliere osservazioni da parte di imprese, sindacati, esperti e cittadini.
Un passo importante, che segna un tentativo di normare uno degli ambiti più delicati e controversi della rivoluzione algoritmica: il rapporto tra automazione decisionale e diritti dei lavoratori. Il volume “Intelligenza artificiale e responsabilità dei professionisti – Etica, diligenza e algoritmi“ offre, in modo pratico, un’analisi sistematica e comparativa dei diversi regimi risarcitori e sanzionatori operanti tra professionisti con riferimenti normativi, dottrinali e giurisprudenziali. Per approfondire il tema, abbiamo preparato il Master in Intelligenza Artificiale per imprese, professionisti e avvocati – II edizione
Indice
- 1. Le finalità del documento: promuovere un’IA “umana-centrica”
- 2. Principi guida: trasparenza, equità, controllo umano
- 3. Ambiti di applicazione: selezione, organizzazione, valutazione
- 4. La consultazione pubblica: un esercizio di democrazia algoritmica
- 5. Prime osservazioni: un quadro utile, ma da rafforzare
- 6. Conclusione: il lavoro non è (ancora) un algoritmo
- Formazione per professionisti
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1. Le finalità del documento: promuovere un’IA “umana-centrica”
Le Linee guida si propongono di:
- accompagnare le aziende nell’adozione responsabile di strumenti di intelligenza artificiale;
- garantire la centralità della persona nei processi automatizzati;
- prevenire rischi di discriminazione, opacità decisionale, disumanizzazione dei rapporti lavorativi.
Il Ministero chiarisce che l’obiettivo non è bloccare l’innovazione, ma indirizzarla verso un modello sostenibile, rispettoso della dignità del lavoratore e coerente con i valori costituzionali e internazionali. Il volume “Intelligenza artificiale e responsabilità dei professionisti – Etica, diligenza e algoritmi” offre, in modo pratico, un’analisi sistematica e comparativa dei diversi regimi risarcitori e sanzionatori operanti tra professionisti con riferimenti normativi, dottrinali e giurisprudenziali.
Intelligenza artificiale e responsabilità dei professionisti
Il volume analizza le principali figure di professionisti in senso stretto (avvocati, notai, medici, commercialisti, ingegneri), unitamente a quelle di soggetti pubblici che, di regola, giudicano le loro condotte (magistrati) e di alcuni ausiliari del giudice (CTU) o soggetti preposti alla deflazione del contenzioso (mediatori).Ogni capitolo è dedicato ad una figura professionale specifica ed il filo conduttore, che li attraversa, è dato dalla fiducia e dall’affidamento sottesi al rapporto interumano da cui origina il rapporto professionale.Gli algoritmi e le istruzioni di condotta impartite agli strumenti di Intelligenza Artificiale sono la frontiera su cui si misura la profonda trasformazione delle professioni, che è in atto. Per tutte le figure analizzate, l’Altro è innanzitutto il Cliente, il Paziente, l’Assistito, oltre che naturalmente il Collega, la Controparte, il Consulente Tecnico d’Ufficio, l’Ausiliario e così via.La reciprocità è indicata come il faro, con cui illuminare il percorso delle professioni in un momento di cambiamento e ridefinizione.L’opera offre, in modo pratico, un’analisi sistematica e comparativa dei diversi regimi risarcitori e sanzionatori operanti tra professionisti con riferimenti normativi, dottrinali e giurisprudenziali. Francesca ToppettiEsperta in responsabilità professionale e diritto sanitario, avvocato cassazionista, è coordinatrice del Dipartimento Intelligenza Artificiale e Responsabilità in Sanità della UMEM. Membro del Consiglio Direttivo dell’Unione Europea per la Tutela dei Diritti dell’Uomo e componente della Commissione Responsabilità Professionale Sanitaria istituita presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma. Autrice di numerose pubblicazioni e volumi, è relatrice in convegni e congressi in materia di responsabilità civile, tutela dei diritti della persona e conciliazione stragiudiziale delle liti. Si occupa di filantropia ed è Direttore Generale di Emergenza Sorrisi ETS.
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2. Principi guida: trasparenza, equità, controllo umano
Il testo si fonda su alcuni pilastri chiave:
- Trasparenza e spiegabilità: i lavoratori devono sapere se, quando e come un sistema automatizzato incide sulle loro condizioni professionali. I datori di lavoro devono garantire informazioni chiare sul funzionamento degli algoritmi.
- Non discriminazione: i sistemi di IA devono essere progettati in modo da prevenire bias e distorsioni che possano produrre trattamenti differenziati in base al genere, all’età, all’origine etnica, alla disabilità o ad altri fattori protetti.
- Supervisione umana: le decisioni che incidono in modo significativo sulla vita lavorativa delle persone (assunzioni, licenziamenti, promozioni, turnazioni, ecc.) non possono essere assunte unicamente da sistemi automatizzati. È necessario garantire un controllo umano significativo, consapevole e qualificato.
- Proporzionalità e necessità: l’impiego dell’IA deve essere giustificato e proporzionato rispetto agli obiettivi perseguiti. L’automazione non è un valore in sé: va misurata in base al reale impatto e ai benefici per l’organizzazione e per i lavoratori.
3. Ambiti di applicazione: selezione, organizzazione, valutazione
Il documento elenca le principali aree in cui l’IA è già utilizzata o potenzialmente implementabile:
- Recruiting e selezione: software che analizzano CV, svolgono interviste automatizzate o stilano graduatorie di candidati.
- Organizzazione del lavoro: algoritmi per l’assegnazione dei turni, per la distribuzione delle mansioni o per l’ottimizzazione delle performance.
- Valutazione e monitoraggio: sistemi che misurano produttività, presenza, comportamenti, persino stati emotivi o predisposizione al burnout.
Ogni ambito è considerato a rischio di decisioni arbitrarie o discriminatorie se non correttamente regolato, e le Linee guida puntano a stabilire criteri di legittimità, trasparenza e tutela del lavoratore.
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4. La consultazione pubblica: un esercizio di democrazia algoritmica
Il Ministero ha scelto, con lungimiranza, di aprire una consultazione pubblica sul testo, accessibile online fino al 21 maggio 2025. È possibile inviare osservazioni, proposte migliorative e integrazioni attraverso un apposito modulo disponibile sul sito lavoro.gov.it.
Si tratta di un’occasione cruciale per imprese, sindacati, professionisti del diritto, esperti di tecnologia e cittadini per contribuire alla definizione di un quadro etico e giuridico condiviso, in un settore ancora privo di regole specifiche.
5. Prime osservazioni: un quadro utile, ma da rafforzare
Le Linee guida rappresentano un primo passo utile, ma richiedono ancora qualche sforzo per risultare realmente operative. In particolare:
- serve maggiore dettaglio sui meccanismi di controllo (ex ante ed ex post);
- manca un riferimento chiaro ai doveri di formazione per i datori di lavoro che utilizzano sistemi IA;
- sarebbe auspicabile un coordinamento con le autorità competenti in materia di protezione dei dati personali e ispezione del lavoro.
Il testo, ancora in fase embrionale, potrà essere migliorato anche grazie ai contributi della consultazione, che potrà trasformare un documento di principi in uno strumento concreto di orientamento e vigilanza.
6. Conclusione: il lavoro non è (ancora) un algoritmo
L’automazione intelligente nel mondo del lavoro è ormai una realtà consolidata, che non possiamo più trattare come una tendenza futura o come un fenomeno marginale. Dagli algoritmi di selezione del personale agli strumenti predittivi per la gestione della produttività, l’intelligenza artificiale ha iniziato a trasformare silenziosamente le dinamiche occupazionali, le relazioni organizzative e persino la percezione stessa del valore umano nel contesto lavorativo.
Ma efficienza e innovazione non possono sostituire la dignità, la relazione, la complessità che da sempre contraddistinguono il lavoro umano. Non tutto ciò che può essere automatizzato deve necessariamente esserlo. E soprattutto, non tutto ciò che è misurabile è significativo, così come non tutto ciò che è ottimizzabile è giusto.
Le Linee guida del Ministero del Lavoro, e la consultazione pubblica che le accompagna, rappresentano oggi una occasione cruciale: quella di partecipare attivamente alla definizione di un modello di governance dell’intelligenza artificiale che non sia calato dall’alto né lasciato interamente alle logiche del mercato e agli sviluppatori di software.
Un modello che tenga conto delle esigenze delle imprese, certo, ma anche — e soprattutto — dei diritti fondamentali dei lavoratori, della pluralità delle esperienze professionali, della centralità della persona nei processi decisionali.
Perché il lavoro è molto più della somma delle sue prestazioni: è identità, riconoscimento, relazione sociale, sviluppo personale. E nessun algoritmo, per quanto sofisticato, può davvero comprenderne tutte le sfumature.
Per ora, il lavoro resta fatto di persone. Di biografie, emozioni, fragilità, intuizioni. Di conflitti e mediazioni, di errori e apprendimento. L’algoritmo è già alla porta — e sarebbe miope negarlo. Ma tocca a noi decidere se lasciarlo entrare come strumento a servizio della persona o come sistema che ne assorbe le funzioni, le scelte, il senso.
Se oggi non fissiamo con chiarezza i principi di trasparenza, proporzionalità, supervisione umana e partecipazione, rischiamo domani di trovarci a discutere non di come usare l’IA nel lavoro, ma di come ripristinare il ruolo dell’umano in processi già interamente automatizzati.
Per questo è essenziale che le imprese, i sindacati, gli esperti e la società civile colgano questa fase di consultazione come uno spazio di democrazia sostanziale, in cui portare la propria voce, le proprie preoccupazioni e soprattutto la propria visione.
Perché il futuro del lavoro non è scritto nel codice sorgente di un algoritmo, ma nella nostra capacità di decidere oggi che tipo di lavoro vogliamo domani.
Formazione per professionisti
Master in Intelligenza Artificiale per imprese, professionisti e avvocati – II edizione
Il Master in Intelligenza Artificiale per Imprese, Professionisti e Avvocati è un percorso formativo avanzato, progettato per fornire alle aziende e ai professionisti del settore legale le conoscenze e le competenze necessarie per orientarsi e utilizzare al meglio le potenzialità dell’AI generativa. Attraverso un approccio pratico, il corso illustrerà i principali tool di AI in uso e mostrerà ai partecipanti come integrare l’AI nei processi lavorativi, migliorando l’efficienza, riducendo i costi e innovando i servizi offerti.
Il corso ha una durata totale di 21 ore, articolate in sette incontri da tre ore ciascuno, e include dimostrazioni pratiche in cui verranno illustrate tecniche per la creazione di Prompt efficaci e un framework per la creazione di un GPT personalizzato, focalizzato sulle esigenze del settore legale.
Grazie all’utilizzo dei più innovativi tool di AI generativa da parte dei docenti, i partecipanti, in aggiunta alle tradizionali dispense e slide, avranno accesso a un kit di risorse interattive basate su AI: GPT conversazionali, notebook di studio su NotebookLM, mappe concettuali dinamiche, framework operativi e strumenti specialistici.
Prenotazione servizio di consulenza
Puoi prenotare un servizio di consulenza personalizzato sulle tue esigenze con il docente Claudio Gionti compilando il modulo disponibile al seguente link:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScnwEL4P3B76WZRaoW9FnpcwT9Uh570ZAQfisMgTaDVsOzEMg/viewform
Per assistenza sulle richieste di prenotazione contattare l’indirizzo mail: servizioclienti@maggioli.it
Attestato
Al termine del Master verrà rilasciato un attestato di partecipazione, valido per l’ottenimento dei crediti formativi per avvocati. L’attestato di partecipazione sarà rilasciato solamente agli iscritti che frequenteranno almeno l’80% delle ore a programma.
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