Il divorzio congiunto: in che cosa consiste e quali sono le modalità

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Il divorzio mette in atto lo scioglimento del vincolo coniugale.

Si definisce congiunto quando i coniugi si accordano in relazione agli aspetti economici e alle modalità di affidamento dei figli, se ce ne sono.

La domanda di divorzio può essere presentata dai coniugi dopo sei mesi dall’udienza presidenziale nei casi di separazione consensuale o dodici mesi se la separazione sia stata giudiziale.

Al fine di ottenere il divorzio, la legge prevede che dal momento della separazione legale non ci sia stato un ricongiungimento sentimentale e materiale tra i coniugi.

Per approfondire leggi anche “Assegno divorzile: i parametri dopo le Sezioni Unite n. 18287 dell’11 luglio 2018” di Manuela Rinaldi.

Il divorzio

Il divorzio è un accordo con il quale le parti andranno a disciplinare gli aspetti relativi alla cessazione del loro matrimonio, ed è la scelta più funzionale a velocizzare i tempi del divorzio che si otterrà con una udienza, abbattendo i costi del giudizio e limitando la conflittualità tra ex coniugi. Il divorzio giudiziale, al contrario, è un procedimento di natura contenziosa con tempi di definizione più lunghi e costi più onerosi per le parti.

Nel periodo che intercorrente tra la presentazione del ricorso congiunto e la prima udienza di divorzio, le parti potrebbero cambiare idea sugli accordi raggiunti

In simili casi, alla prima udienza di comparizione delle parti, il coniuge che ha avuto un ripensamento sulle condizioni di divorzio può chiedere che venga cambiato il rito, trasformandolo in divorzio giudiziale.

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Divorzio giudiziale

A differenza del divorzio giudiziale, che deve essere presentato nel tribunale di residenza del convenuto, il divorzio congiunto può essere presentato alternativamente nel tribunale di residenza di uno dei coniugi, e la coppia può essere rappresentata da un unico avvocato.

Se le parti dovessero trasformare il divorzio da congiunto a giudiziale, l’avvocato nominato da entrambe, non potrà più rappresentare nessuno dei due ex coniugi, perché un avvocato, in ossequio alle norme contenute nel codice deontologico forense, non può accettare incarichi contro ex clienti.

In determinate circostanze si può ricorrere al gratuito patrocinio, un istituto che concede la possibilità, a coloro che hanno determinati limiti di reddito, di essere assistiti da un avvocato che successivamente verrà pagato dallo Stato.

Il divorzio congiunto ha dei tempi molto rapidi perché è basato sull’accordo tra i coniugi.

I tempi variano a seconda delle città, di solito dopo sei mesi dal deposito del ricorso congiunto si può ottenere la sentenza di divorzio.

Al divorzio è possibile arrivare anche attraverso il mezzo della negoziazione assistita.

Le parti senza arrivare davanti al giudice, ma sempre coadiuvati da avvocati, possono sottoscrivere un accordo che verrà trascritto nei registri comunali.

Questa procedura non può essere seguita in presenza di figli minori o con handicap.

Il divorzio congiunto è meno costoso di un divorzio giudiziale.

L’ammontare della parcella dipenderà anche dal reddito delle parti, dalla presenza dei figli e dalle disponibilità patrimoniali della coppia.

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Dott.ssa Concas Alessandra

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