Debiti: come funziona la legge salva suicidi?

Redazione 30/01/17
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Cosa possono fare i cittadini che si trovano in una situazione di sovraindebitamento? La Legge n. 3 del 27 gennaio 2012, ribattezzata “legge salva suicidi” dalla stampa, ha introdotto per i consumatori che non riescono a ripagare i propri debiti la possibilità di beneficiare di un piano d’uscita che permetta loro di superare la crisi. La norma è diventata pienamente attiva, tuttavia, solo il 28 gennaio 2015, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto regolatore del Ministero della Giustizia.

Vediamo allora nel dettaglio chi può beneficiare della misura e come si può uscire dal sovraindebitamento.

 

Che cos’è il sovraindebitamento?

Secondo la Legge n. 3/2012, un soggetto si trova in stato di sovraindebitamento quando è in una situazione di perdurante squilibrio tra i debiti che ha contratto e il patrimonio necessario per estinguerli e allo stesso tempo è irreversibilmente incapace  di adempiere alle proprie obbligazioni.

La situazione di sovraindebitamento può verificarsi per ogni tipo di debito che non si è in grado di ripagare, ivi comprese le cartelle di Equitalia.

 

Come si può accedere all’esdebitazione?

La legge salva suicidi del 2012 ha dunque introdotto una procedura per i privati cittadini e le piccole imprese non soggette al fallimento che consente di arrivare a un accordo agevolato con i creditori ed estinguere il debito, spesso con sostanziali sconti per i debitori.

In particolare, consumatori e piccole imprese possono presentare al tribunale di riferimento un piano di gestione di uscita dalla crisi che, se approvato dal giudice, permette loro di superare il sovraindebitamento e tornare a essere liberi di gestire le proprie risorse. In alternativa, è possibile estinguere il debito tramite la liquidazione di tutti i beni.

Se la richiesta è ritenuta idonea e approvata dal giudice, il creditore è costretto ad attenersi al piano di gestione e a cancellare ipoteche e pignoramenti.

 

Chi può accedere alla procedura per sovraindebitamento?

Possono accedere all’esdebitazione i debitori che non siano già soggetti alla procedura fallimentare, e quindi:

  • i consumatori, ovvero i privati cittadini che contraggono debiti per scopi estranei all’attività professionale;
  • le piccole imprese che non possono accedere alla procedura fallimentare (come ad esempio le imprese agricole);
    • gli enti privati senza scopo di lucro.

I debitori devono inoltre soddisfare alcuni particolari requisiti, tra i quali l’aver fornito tutte le informazioni utili alla procedura, l’aver cooperato con l’amministrazione preposta e il non aver usufruito del beneficio negli otto anni precedenti alla richiesta.

 

La procedura fallimentare delle imprese

Le imprese di più grandi dimensioni, incluse le società a responsabilità limitata, possono invece accedere alla procedura fallimentare regolata dal regio decreto 16 marzo 1942, n. 267.

La legge fallimentare consente all’imprenditore, persona fisica, dichiarato fallito di presentare richiesta al tribunale e ottenere l’annullamento dei debiti residui dopo la chiusura dell’attività.

I requisiti per poter beneficiare dell’esdebitazione sono simili a quelli previsti dalla legge per sovraindebitamento: l’imprenditore deve aver cooperato con gli organi della procedura, non deve aver beneficiato di una simile agevolazione nei dieci anni precedenti la richiesta e non deve essere stato condannato per bancarotta fraudolenta.

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