La cultura può permettere maltrattamenti sul coniuge?

Scarica PDF Stampa

Un p.m. di Brescia ha chiesto l’assoluzione di un uomo del Bangladesh imputato per aver maltrattato la consorte, poiché “i contegni di compressione delle libertà morali e materiali (…) sono il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza”. Il Procuratore di Brescia, attraverso una nota, ha preso posizione sui fatti, esternando la dissociazione della Procura alle dichiarazioni del p.m.

Indice

1. I fatti di Brescia


In questi giorni sulle colonne dei web magazine è in evidenza la news che vede come protagonista un pubblico ministero, e cioè un magistrato della Procura della Repubblica di Brescia, il quale ha avanzato richiesta di assoluzione per l’ex marito di una donna nata in Bangladesh ma cresciuta in Italia e che nel 2019 aveva denunciato il consorte per maltrattamenti.


Potrebbero interessarti anche:

2. L’inquadramento esternato dal p.m.


Il p.m. ha tuttavia inquadrato il caso come un reato frutto della cultura del paese di cui il marito risulta originario, ascrivibile quindi a una pratica ivi tollerata anche se punita in Italia: “I contegni di compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell’odierno imputato sono il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge per conseguire la supremazia sulla medesima, atteso che la disparità tra l’uomo e la donna è un portato della sua cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine (…) le condotte dell’uomo sono maturate in un contesto culturale che sebbene inizialmente accettato dalla parte offesa si è rivelato per costei intollerabile proprio perché cresciuta in Italia e con la consapevolezza dei diritti che le appartengono e che l’ha condotta ad interrompere il matrimonio. Per conformare la sua esistenza a canoni marcatamente occidentali, rifiutando il modo di vivere imposto dalle tradizioni del popolo bengalese e delle quali invece, l’imputato si è fatto fieramente latore”.

3. La nota del Procuratore


La Procura della Repubblica di Brescia, attraverso una nota del Procuratore, si è dissociata dalle posizioni esternate dal p.m., prendendo posizione sui fatti e affermando che la stessa Procura “ripudia qualunque forma di relativismo giuridico, non ammette scriminanti estranee alla nostra legge ed è sempre stata fermissima nel perseguire la violenza, morale e materiale, di chiunque, a prescindere da qualsiasi riferimento ‘culturale’, nei confronti delle donne”. Lo stesso Procuratore ha evidenziato che “le richieste di ispezioni ministeriali tese a verificare tale assunto ci lasciano assolutamente tranquilli, essendo tutti i magistrati dell’ufficio sicuri di avere sempre agito nel rispetto della legalità, secondo i parametri fornitici dalla Costituzione e dalla legge”.

Per rimanere informati:


Per costanti aggiornamenti sulle novità in materia penale, salva la pagina dedicata nella tua pagina personale di Diritto.it
Per aggiornamenti periodici, con le nostre Newsletter riceverai settimanalmente tutte le novità normative e giurisprudenziali!
Iscriviti!

Iscriviti alla newsletter

Si è verificato un errore durante la tua richiesta.

Scegli quale newsletter vuoi ricevere

Autorizzo l’invio di comunicazioni a scopo commerciale e di marketing nei limiti indicati nell’informativa.

Cliccando su “Iscriviti” dichiari di aver letto e accettato la privacy policy.

Iscriviti

Iscrizione completata

Grazie per esserti iscritto alla newsletter.

Seguici sui social


Avv. Biarella Laura

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento