Contratto monofirma, usurarietà e inefficacia della fideiussione

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Successo della banca: è valido il contratto monofirma, sia bancario che di intermediazione mobiliare; l’usurarietà va eccepita in maniera specifica; è infondata l’eccezione di inefficacia della fideiussione per decorso termine ex art. 1957 c.c. In assenza di istanze giurisdizionali promosse dal creditore nei confronti del fideiussore.

     Indice

  1. Il fatto
  2. È valido il contratto monofirma sia per i contratti bancari che di intermediazione mobiliare
  3. L’usurarietà va eccepita in maniera non generica
  4. È infondata l’eccezione di inefficacia della fideiussione per decorso del termine ex art. 1957 c.c. in assenza di istanze giurisdizionali promosse dal creditore nei confronti del fideiussore

1. Il fatto

Il Tribunale di Palmi, in data 3.10.2022 ha emesso la sentenza n. 930, in un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, in cui venivano sollevate tre importanti contestazioni: a) la nullità dei contratti di conto corrente e di fideiussione per mancanza di sottoscrizione della correntista; b) la nullità e l’efficacia della fideiussione, posta l’inesistenza di istanze giudiziali mosse dal creditore nei confronti del debitore principale entro il termine di cui all’art. 1957 c.c.; c) l’usurarietà delle condizioni economiche pattuite

La Banca, difesa congiuntamente dallo STUDIO LEGALE Avv. Emilia ARTURI e dal consulente tecnico della Banca, D.ssa Silvana MASCELLARO di SMF (STUDIO MASCELLARO FANELLI), ha ottenuto un importante riconoscimenti per l’intero ceto bancario.

2. È valido il contratto monofirma sia per i contratti bancari che di intermediazione mobiliare

Il Tribunale di Palmi ha rigettato l’eccezione di nullità dei contratti di conto corrente e di fideiussione per difetto di forma scritta ad substantiam, sottoscritti solo dal correntista e dal fideiussore.

Ha fatto proprio quanto disposto dalla sentenza n. 898/2018 delle SS.UU. C.Cassazione, precisando che è valido il contratto redatto per iscritto, di cui ne venga consegnata una copia al cliente, ed è sufficiente la sola sottoscrizione dell’investitore, non necessitando quella dell’intermediario, il cui consenso ben si può desumere alla stregua di comportamenti concludenti tenuti.

Il Magistrato calabrese sgombra il campo da possibili dubbi e precisa inoltre che il disposto nomofilattico della sent.898/2018, avente ad oggetto un contratto di intermediazione mobiliare, affermato in materia di intermediazione mobiliare, è valevole anche per i contratti bancari soggetti al D.Lgs. 385/1993 (Tub).


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3. L’usurarietà va eccepita in maniera non generica

In perfetta assonanza con l’orientamento maggioritario e con la sent. 19597/2020 SS.UU. C.Cassazione, il Tribunale di Palmi ha chiarito che è onere del correntista che eccepisce in giudizio l’applicazione del tasso usurario, “allegare ed indicare i modi, i tempi e la misura del superamento del tasso c.d. “soglia” (T. Ferrara, 1223/2013), rigettando la istanza ritenuta generica.

4. È infondata l’eccezione di inefficacia della fideiussione per decorso del termine ex art. 1957 c.c. in assenza di istanze giurisdizionali promosse dal creditore nei confronti del fideiussore

Nel caso di specie, la lettera di fideiussione, all’art.5, preveda una deroga all’applicazione dell’art.1957 c.c..

Il Tribunale calabrese ha precisato che resta “infondata l’eccezione di inefficacia della fideiussione, per decorso del termine ex art.1957 c.c. in assenza di istanze giurisdizionali promosse dal creditore nei confronti del fideiussore.”

Precisa inoltre il Magistrato che “la decadenza del creditore dall’obbligazione fideiussoria ex art. 1957 c.c. può essere oggetto di deroga convenzionale”, giacché la clausola derogatoria non rientra tra quelle talmente onerose che l’art. 1341, comma 2, c.c. interviene ad esigere la specifica approvazione per iscritto, sempre che il garante non abbia qualifica di consumatore.

Evocando la sent. C.Cass. n.21867/2913 e C.Cass.n.28943/2017 il Tribunale di Palmi precisa che la pattuizione è rimessa alla disponibilità delle parti e comporta che il garante assuma il maggior rischio inerente al mutamento delle condizioni patrimoniali del debitore.

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Silvana Mascellaro

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