Cassazione: i genitori che incoraggiano la relazione della figlia infraquattordicenne con un uomo sono colpevoli di atti sessuali con minori

Redazione 04/09/12
Scarica PDF Stampa

Lucia Nacciarone

I due, infatti, ad avviso dei giudici di legittimità, rispondono a titolo di concorso del reato contestato.

Questo è quanto deciso nella sentenza n. 33562 del 31 agosto 2012 con cui si è confermata la condanna a tre anni, quattro mesi e quindici giorni di reclusione a carico dei genitori di una ragazzina, residenti in un quartiere popolare della zona periferica di Roma, i quali, invece di proibire che la figlia frequentasse un uomo adulto, peraltro pregiudicato, avevano anzi spinto nella direzione di una convivenza stabile fra i due, con l’intenzione di far ‘sistemare’ la loro figlia.

Decisive sono state le prove raccolte in dibattimento ed in particolar modo le testimonianze rese da coloro che abitavano nel quartiere degradato della periferia romana.

Nel caso di specie, avvisano i giudici, non opera il divieto di cui all’articolo 194, comma 3, del codice di procedura penale, ai sensi del quale è proibito testimoniare sulle voci correnti nel pubblico.

Infatti le notizie sono circoscritte ad una cerchia ben individuabile di persone, ovvero i vicini di casa della coppia e lo stesso pregiudicato, abitando tutti nello stesso palazzone di periferia: in dibattimento i vicini non fanno altro che riferire fatti noti a tutto il quartiere.

A nulla valgono le dichiarazioni, peraltro contraddittorie, della giovane, che, assieme al fratello, cerca di salvare i genitori asserendo che i due fossero all’oscuro della convivenza: dalle reazioni all’intervento effettuato nel popoloso rione gli agenti ricavano la convinzione che il padre sapesse della relazione, e dalle testimonianze raccolte dagli abitanti del quartiere risulta addirittura che i genitori fossero favorevoli al fidanzamento.

Una condotta, questa, altamente censurabile, visto che i due avrebbero dovuto evitare situazioni simili per la figlia, data la sua giovanissima età e quindi incapacità di intendere.

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento