Cannabis alla Camera: verso la legalizzazione

Redazione 24/03/17
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Tornata in Commissione Giustizia e Affari sociali per uno studio più approfondito della questione, la legge sulla legalizzazione della cannabis riesce a approdare alla Camera solo ora, dopo un iter iniziato nel 2013, culminato nelle discussioni preliminari dello scorso luglio. La materia, infatti, è divisiva: non sono mancati finora comportamenti ostruzionistici e disaccordi, ma è giunto il momento di affrontarla. Questo non solo e non tanto per l’uso ricreativo della pianta, ma soprattutto per il ricorso terapeutico che vi si può fare.

 

Legalizzazione della cannabis: come?

In particolare, il testo di legge vedrebbe riconosciuto il diritto alla coltivazione personale di cannabis, fino 5 piante di sesso femminile, previa comunicazione all’ufficio regionale dei monopoli di Stato territorialmente competente. Oltre a quella individuale, è legittimata anche la coltivazione associata, che potrebbe consistere nella riunione di 5 piantine a testa, per un massimo di 50 individui coltivanti.

Potrebbero fare uso di cannabis solo i maggiorenni, nel limite di 5 grammi innalzabili a 15 per la detenzione in privato domicilio. Ciò senza il bisogno di alcuna autorizzazione. Solo per finalità terapeutiche è possibile utilizzare un dosaggio superiore, ma dietro prescrizione medica.

Il testo di legge introdurrebbe poi una differenziazione in termini di sanzione penale, a seconda della tipologia di sostanze, quindi un diverso trattamento tra cannabis e le droghe comuni: ad oggi, infatti, sussiste il regime unico introdotto dalla legge Bossi-Fini, omogeneo indipendentemente dalla tipologia di sostanze coinvolte, stabilendo la pena della reclusione da 6 mesi a 4 anni e la multa da 1.032 a 10.329 euro. Non è punibile la cessione gratuita a terzi di piccoli quantitativi di cannabis per consumo personale, quindi entro i 5 grammi lordi. In caso di superamento del peso consentito comporta la pena della reclusione da 6 mesi a 3 anni e una multa compresa tra i 1’032 e i 6’500 euro.

Per le droghe pesanti, invece, si rischia la reclusione da 1 a 6 anni e la multa da euro 2.064 a euro 13mila.

 

Un nuovo monopolio statale

Tanto la coltivazione quanto la preparazione di tutti i derivati, inclusi quelli medici, saranno soggetti al Monopolio statale: ogni vendita e produzione sarà regolamentata e autorizzata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli nonché la vendita al dettaglio a persone maggiorenni, in esercizi commerciali destinati esclusivamente a tale attività.

Enti, persone giuridiche private, istituti universitari e laboratori pubblici potranno coltivare piante di cannabis per scopi scientifici, sperimentali, didattici e terapeutici o commerciali finalizzati alla produzione farmacologica. Le risorse derivanti dal monopolio statale sulla commercializzazione della cannabis vanno destinate al Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga. Anche le somme derivanti dalle sanzioni pecuniarie saranno reinvestite, in particolare nel settore scolastico o per interventi preventivi e riabilitativi.

 

La proposta concorrente: depenalizzazione totale

All’esame della medesima Commissione Giustizia e affari costituzionali vi è anche  la proposta di legge di iniziativa popolare, depositaria di 60mila firme. Le differenze che intercorrono tra quest’ultima e il testo del disegno di legge consistono in una diversa regolamentazione dell’autocoltivazione, che si vorrebbe subordinare ad una comunicazione solo dalla sesta pianta in poi. Inoltre, sarebbe prevista la c.d. “Cannabis social club” senza fini di lucro, raggiungendo un massimo di 100 componenti, per un totale di 500 piante comuni. Infine, è richiesta una pseudo amnistia per tutti coloro che abbiano subito sanzioni penali per l’uso personale o la detenzione di cannabis, prevedendone l’immediata scarcerazione o cessazione della pena.

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