Arriva in Tribunale l’avvocato robot, quali prospettive?

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La start up della California Do not pay, attraverso il suo Ceo Joshua Browder, ha annunciato il prossimo arrivo in un’aula di Tribunale inglese “dell’avvocato robot”, che attraverso delle cuffiette consiglierà un imputato davanti al Giudice.

Indice

1. L’avvocato robot e le sue funzioni 

L’annuncio del suo arrivo, come accennato sopra, è stato dato la scorsa settimana dal Ceo di Do not pay a new scientist.
L’algoritmo in questione, assisterà un imputato in un’aula di un Tribunale inglese, facendo in modo che lo stesso sia la prima persona al mondo ad essere difesa da un legale non umano.
Sembrerebbe profilarsi un grande rischio, per sopperire il quale, se il sistema dovesse perdere la causa, DoNotPay ha assicurato che coprirà le spese disposte dal giudice.
La notizia è stata riportata dalle cronache attraverso diverse testate, tra le quali molte anche italiane e, anche noi, in questa sede, abbiamo ritenuto opportuno renderla nota.
Allo stato attuale non si sa niente sull’identità dell’imputato e su quale sia il Tribunale nel quale si terrà l’udienza, è stato reso noto esclusivamente che la causa sia relativa alla contestazione di una multa elevata per eccesso di velocità e che alla persona interessata verrà chiesto l’utilizzo di uno smartphone, con il quale dovrà fare ascoltare all’intelligenza artificiale le argomentazioni in aula e in un tempo successivo ripeterà letteralmente le parole che lo stesso algoritmo gli detterà attraverso auricolari.
Secondo Joshua Browder l’efficacia dell’arringa che ne deriverà è scontata, perché a suo dire “è una questione di linguaggio ed è quello per il quale gli avvocati si fanno pagare centinaia o migliaia di dollari l’ora”.
Le altre parole del Ceo hanno sottolineato che “ Ci saranno ancora molti bravi professionisti là fuori che potranno discutere davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ma molti legali chiedono molti soldi per copiare e incollare documenti e penso che verranno di sicuro sostituiti da una macchina”.
L’intelligenza artificiale di DoNotPay, venendo adeguatamente “istruita” con leggi e verdetti processuali, è stata pensata per effettuare la sostituzione di “colleghi” umani nelle cause di routine. La fiducia dello scienziato informatico nei confronti del robot è molto elevata, al punto da averlo indotto a promettere su Twitter un milione di dollari “a qualsiasi avvocato o persona con una causa imminente presso la Corte Suprema degli Stati Uniti per indossare gli AirPods e lasciare che il robot discuta il caso ripetendo esattamente quello che dice”.
Se queste siano le premesse di una brillante carriera in ambito forense non è dato sapere, ci si dovrà accontentare di vedere alla prova l’atteso avvocato robot.

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2. In un prossimo futuro potrà sostituire un avvocato in persona?

I tempi per poterlo affermare con estrema sicurezza non sono ancora maturi.
L’idea di Browder risale al 2015 attraverso un’applicazione che nel tempo ha ampliato il suo scenario, attraverso l’introduzione di modelli che aiutano le persone a ricorrere in appello dopo essere stati multati o richiedere rimborsi alle compagnie aeree oppure a negoziare fatture con determinate aziende.
DoNotPay ha dato origine a un sistema di intelligenza artificiale in ambito giuridico che da alcuni anni si sta rinforzando elaborando le vicende di diverse cause.
L’imputato si presenterà con cuffiette connesse con il chatbot che attraverso l’applicazione scaricata sullo smartphone potrà sentire domande e rilievi dell’accusa, consigliandogli in tempo reale in che modo rispondere.
Lo stesso sistema è stato messo alla prova nella discussione di casi di utilizzo quotidiano, sempre in ambito di contestazione, ed essendo fedele al favore dei consumatori contenuto nel suo brand, l’intelligenza artificiale è stata di recente sperimentata.
In questo modo il chatbot ha potuto fare pratica mettendo in discussione una bolletta per la connessione internet, contestandone la qualità e intimando azioni legali.
Nel demo postato sempre su Twitter da Browder, il chatbot utilizza toni abbastanza precisi ed esagera i danni subiti, quasi come farebbe una persona di fronte al cliente.
Secondo Do Not Pay i toni enfatizzati verranno smussati con la versione definitiva, che dovrà essere molto educata e dovrà avere toni più pacati.
Nel frattempo, il chatbot in questione, ha ottenuto uno sconto mensile di dieci dollari, dimostrando competenza tecnica e capacità dialettica, che verrà provata in aula.
L’intelligenza artificiale in ambito giuridico è stata introdotta come giudice per la formulazione delle imputazioni in Cina, o per valutazioni sulla base di parametri precisi.
Sono semplici funzionalità che aprono grandi questioni di carattere etico, come sempre accade davanti a decisioni che coinvolgono in modo diretto le persone.
A questo punto ci si chiede se anche in Italia si potrà arrivare all’utilizzo di un avvocato robot.
La risposta più plausibile è che, nonostante la tecnologia faccia ogni giorno passi da gigante, sia ancora presto per poterlo affermare, si vedrà quali potranno essere i futuri sviluppi.

Dott.ssa Concas Alessandra

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