Allarme truffa: le truffe più comuni tra SMS e WhatsApp

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Da alcuni giorni sugli smartphone è allarme truffa.
Le parole chiave sono contenute in determinati messaggi come:
mamma ho rotto il telefono mandami un messaggio a questo numero”, oppure, un sedicente messaggio mandato dalla banca o dalle Poste nel quale si legge “il conto è sotto attacco” e si suggerisce di seguire un link per potere risolvere la situazione.
La spiacevole verità è che dietro questi episodi si nasconde una truffa, vale a dire, delle attività di coloro che con l’inganno hanno come intento quello di svuotare i conti dei malcapitati che presi dal panico o da paura seguono alla lettera i “consigli” a loro rivolti.
Per approfondire consigliamo: La responsabilità nei nuovi reati informatici

Indice

1. I termini della truffa


Come si è accennato nella premessa, in questi giorni ha esordito un messaggio inviato da un numero polacco nel quale si legge:
Ciao mamma, il telefono è rotto.
Questo è il mio numero cambiato.
Mi mandi un messaggio su Whatsapp? Grazie mille”.
Peccato, che come recita un noto proverbio “ il diavolo faccia le pentole ma non i coperchi” e il messaggio arrivi anche a chi non ha figli o a mamme che davanti allo stesso prendano il telefono e verifichino di persona. 
Diversi utenti vengono presi di mira anche con un altro sistema, quello del messaggio mandato dall’istituto bancario o dalle Poste.
Un sms ricevuto da un istituto bancario nel quale si segnala un’anomalia e un movimento di 248 euro in Romania:
Segua il link per bloccare l’operazione”.
Stesso discorso per qualche messaggio che scrivono arrivi dalle Poste.

2. E-mail e telefonate


Altre persone hanno affermato di avere ricevuto una e mail che segnala un’anomalia sul profilo dell’Agenzia delle entrate e indica un link da seguire.
E’ frequente quella inviata dalla Commissione di osservanza sul Registro tributari preannunciando una sanzione.
Anche in questo caso è un falso, anche perché il mittente è un soggetto sconosciuto e l’italiano, sia nella forma, sia nella sostanza  nel quale si consiglia di spostare su un Iban sicuro che fornisce il chiamante, è molto “discutibile.
Anche questa è una truffa, perché né la polizia né gli istituti bancari o le Poste chiedono di fare indicazioni di questo genere.


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3. La Polizia Postale


La Polizia Postale, da parte sua, sta attuando un costante monitoraggio, rivolto a scardinare sul nascere attacchi che vanno a colpire anziani e non esclusivamente loro. 
Il fenomeno estremamente diffuso e il numero delle persone che vengono coinvolte è molto elevato. A questo proposito il consiglio da seguire è quello di evitare di cadere nella rete dei truffatori.
Sempre secondo la Polizia Postale, la prima e più importante regola da seguire è ricordare che informazioni di questo genere, vale a dire, attraverso sms, whatsapp o contatto telefonico di uffici postali, Polizia o istituti bancari, non verranno mai richieste dagli stessi.

4. I consigli agli utenti


La prima regola è quella di non spaventarsi e di non farsi prendere dal panico, ma di contattare in modo tempestivo, Poste, banche o forze dell’ordine seguendo i canonici canali.
Si deve considerare anche un altro aspetto.
Se si dovesse essere vittima di una truffa si corre il rischio di non recuperare i soldi.
Se si fa un bonifico all’Iban indicato di sicuro è una truffa e difficilmente la banca restituisce i soldi, anche perché quell’operazione è stata effettuata in modo volontario.
Si individuerà l’autore della truffa, però recuperare il denaro è molto difficile se non impossibile, ed è sempre meglio prevenire che queste situazioni si verifichino. 

5. Associazione Consumatori e siti con prezzi molto bassi


I cittadini vengono tutelati anche con l’assistenza che viene fornita dalla rete di Federconsumatori che ha attivato degli appositi sportelli e stretto collaborazioni con le forze dell’ordine.
Il numero dei frequentatori delle piattaforme è aumentato ed è cresciuto anche il numero delle truffe.
Le informazioni sulle truffe sono importanti e prendono in considerazione, essendo più vulnerabile, la popolazione anziana.
Scende in campo anche la fantasia dei truffatori, ad esempio coloro che chiamano e chiedono informazioni personali con la finalità di attivare utenze che non sono mai state richieste, oppure,
e  mail che invitano a cliccare su link che rimandano a foto compromettenti o altro.
La  Federconsumatori ha anche suggerito qualcosa per gli acquisti in rete, raccomandando di verificare sempre chi vende e fare attenzione ai prezzi.
Se qualcuno dovesse vendere un oggetto a un prezzo dieci o più volte meno di quello reale c’è qualcosa che non va.
Da considerare anche il controllo dei protocolli di protezione, la sede dell’azienda che vende, eventuali commenti e la politica dei resi e dei rimborsi.

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L’opera si pone quale strumento di analisi dei nuovi reati informatici e delle metodologie investigative, analizzando i diversi mezzi di ricerca e di acquisizione della prova informatica.Attraverso un’analisi sistematica, il volume affronta le singole fattispecie, ponendo l’attenzione sulle modalità di ricerca della prova e aiutando il professionista nell’individuazione degli elementi che costituiscono la responsabilità penale dell’autore del reato.Lo spazio fluido, tipico del web, richiede un’attenzione particolare: quest’opera nasce proprio dall’esigenza di fornire nozioni e azioni di riferimento, che possano guidare l’operatore nel costruire la propria linea difensiva, alla luce delle nuove figure criminose, quali l’hate speech, il sexting, il revenge porn, il cyber terrorismo e il cyberlaundering.A completamento della trattazione, nella seconda parte, il volume affronta le diverse metodologie investigative, nonché le tecniche forensi di acquisizione e conservazione della prova informatica.In tal modo, il testo si pone quale valido strumento per il professionista che debba fornire la prova della consumazione di reati informatici.Flaviano PelusoAvvocato in Roma. È Professore a contratto di scienze giuridiche medico-legali, presso la facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza, di abilità informatiche presso le facoltà di Economia, Psicologia e Lettere dell’Università La Sapienza, nonché d’informatica ed elaborazione dati e di idoneità informatica presso l’Università della Tuscia. È autore di libri, articoli e note a sentenza nonché curatore di libri in materia di diritto dell’informatica e di informatica forense.Cecilia CavaceppiGiudice del Tribunale di Latina applicata attualmente al Tribunale di Napoli. È dottore di ricerca in diritto amministrativo presso la Luiss Guido Carli.Francesco Saverio CavaceppiAvvocato del Foro di Roma, Professore a contratto di informatica ed elaborazione dati presso l’Università della Tuscia e docente di informatica giuridica presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali “Migliorini” dell’Università di Perugia.Daniela CavallaroAvvocato del Foro di Velletri e Data Protection Officer presso l’Agenzia di Stampa Nazionale; ha conseguito il master in Diritto dell’informatica presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, ha conseguito i certificati di European Privacy Expert, Valutatore Privacy (UNI 11697:2017) e Auditor ISDP 10003.Raissa ColettiConsulente in Institutional & Corporate Communication. Ha conseguito il master in Human Resource management & Digital Skills.Alfonso ContaldoProfessore a contratto di diritto dell’informazione e della comunicazione digitale nell’Accademia delle Belle Arti di Roma, dottore di ricerca in informatica giuridica presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza. È autore di monografie, articoli, note e contributi in collettanei in materia di diritto dell’informazione e dell’informatica e di informatica giudiziaria.Alessandra CorteseAssistente Giudiziario presso la Procura Generale della Repubblica di Venezia, è laureata in giurisprudenza presso l’Università di Messina, ha conseguito il master di 2° livello in Diritto dell’informatica presso l’Università La Sapienza, è abilitata all’esercizio della professione forense, è socia ANORC, è iscritta nel registro dei Professionisti della Privacy. È autrice di alcuni articoli di diritto dell’informatica.

Alfonso Contaldo, Flaviano Peluso (a cura di), Cecilia Cavaceppi, Francesco Saverio Cavaceppi, Daniela Cavallaro, Raissa Coletti, Alessandra Cortese | Maggioli Editore 2020

Dott.ssa Concas Alessandra

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