A partire dal 1° settembre, il settore degli affitti brevi in Italia ha subito una significativa trasformazione grazie all’entrata in vigore del Codice Identificativo Nazionale (CIN). Questo nuovo sistema, dopo una fase sperimentale iniziata in sette regioni, e prolungatasi per tutto il mese di agosto, si è estesa da settembre a tutto il territorio nazionale.
Potrebbe interessarti anche: Affitti brevi: disciplina e modifiche
Indice
1. Calendario di attuazione regione per regione
La sperimentazione del CIN ha preso il via in Puglia, Veneto, Abruzzo, Calabria, Lombardia, Marche e Sicilia. In seguito, Sardegna, Liguria e Molise si sono aggiunte al gruppo, seguite da Basilicata e la Provincia autonoma di Bolzano. Infine, è stato il turno di Emilia-Romagna, Lazio, Toscana, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Campania. L’obiettivo, cioè che tutte le regioni iniziassero la fase sperimentale entro la fine di agosto, è stato raggiunto regolarmente.
2. Procedura e Piattaforma Nazionale per gli affitti brevi
La piattaforma nazionale per la richiesta del CIN è diventata ufficialmente operativa dal 1° settembre. I proprietari di strutture ricettive e immobili destinati agli affitti brevi dovranno registrarsi sulla piattaforma per ottenere il loro codice identificativo. Questo processo prevede la compilazione di informazioni richieste e la verifica di interoperabilità tra i sistemi regionali e nazionali. Il Ministero del Turismo ha confermato che le sanzioni verranno applicate solo a partire dal 2025, dando ai proprietari un periodo di adeguamento di quattro mesi.
3. Sanzioni e controlli
Dopo il periodo di adeguamento, le sanzioni per chi pubblicizzerà o affitterà senza CIN saranno severe. Chi pubblicizzerà senza CIN potrà essere multato fino a 5.000 euro, mentre chi affitterà senza codice rischia multe fino a 8.000 euro. Le piattaforme di prenotazione online come Booking e Airbnb hanno confermato che non pubblicizzeranno annunci privi di CIN, in linea con le nuove norme.
Un database nazionale, che includerà circa 500.000 strutture ricettive, sarà utilizzato dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza per incrociare i dati e individuare eventuali irregolarità. Le nuove tecnologie e l’analisi dei rischi permetteranno controlli più efficienti per contrastare l’evasione fiscale nel settore degli affitti brevi.
4. Dati attuali e futuri
Ad oggi, nelle banche dati sono presenti circa 16.000 CIN, con la Puglia che ha il numero più alto (oltre 6.000). Veneto e Lombardia seguono con circa 3.000 codici ciascuna, mentre la Sicilia ne ha oltre 2.000. Questi numeri sono destinati a crescere con l’entrata in vigore del sistema a livello nazionale.
5. Dichiarazioni ufficiali
Il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha descritto l’implementazione del CIN come un passo epocale, sottolineando l’importanza di un sistema coordinato tra tutte le regioni e le province autonome. Questo sforzo è visto come fondamentale per combattere l’abusivismo e migliorare la qualità dell’offerta turistica in Italia.
Vuoi ricevere aggiornamenti costanti?
Salva questa pagina nella tua Area riservata di Diritto.it e riceverai le notifiche per tutte le pubblicazioni in materia. Inoltre, con le nostre Newsletter riceverai settimanalmente tutte le novità normative e giurisprudenziali!
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento