Approvato dal Consiglio dei Ministri il provvedimento di riordino della disciplina della difesa d’ufficio

Redazione 03/11/14
Scarica PDF Stampa

Anna Costagliola

Il Consiglio dei Ministri del 30 ottobre scorso ha approvato, su proposta del ministro della Giustizia Andrea Orlando, uno schema di decreto legislativo in materia di riordino della disciplina della difesa d’ufficio.

Il provvedimento, che attua la delega al Governo prevista dalla legge 247/2012, prevede che l’elenco dei difensori d’ufficio, attualmente tenuto presso ciascun Consiglio dell’ordine, venga unificato su base nazionale e che sia affidata al Consiglio Nazionale Forense la competenza sulle modalità di iscrizione e sul suo periodico aggiornamento.

Come ha specificato il ministro Orlando, la finalità dell’intervento normativo è quella di assicurare la difesa anche a quegli imputati meno abbienti che non hanno un difensore di fiducia, così realizzandosi un significativo passo avanti in funzione della qualificazione del diritto alla difesa.
Al fine di assicurare la qualificazione professionale del difensore d’ufficio sono stati previsti criteri più stringenti per l’iscrizione: 5 anni di pregressa esperienza in materia penale e, in alternativa, il conseguimento del titolo di specialista in diritto penale.

Quanto ai professionisti attualmente iscritti agli elenchi tenuti dai Consigli dell’ordine, essi saranno iscritti automaticamente all’elenco nazionale con onere di dimostrare, ad un anno dall’entrata in vigore del decreto, la presenza dei requisiti richiesti dalla nuova disciplina per il relativo mantenimento dell’iscrizione. Gli avvocati inseriti nell’albo nazionale non potranno rifiutarsi di prestare l’attività loro richiesta.

Le nuove norme prevedono inoltre che il nominativo del difensore d’ufficio venga fornito all’autorità procedente dai locali Consigli dell’ordine, che devono provvedere a predisporre un elenco dei professionisti iscritti all’albo che facciano parte dell’elenco nazionale. I criteri per la designazione del difensore non saranno più dettati dagli stessi Consigli dell’ordine, ma dal Consiglio Nazionale Forense sulla base della prossimità alla sede del procedimento e della reperibilità.

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento