L’apprendistato: origini e sviluppo del contratto

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Per apprendistato s’ intende un percorso di apprendimento relativo ad un settore economico-professionale, finalizzato all’acquisizione di qualificazioni o di crediti professionali e caratterizzato da periodi svolti in contesto di lavoro, di durata significativa, e da periodi svolti presso istituzioni formative o scolastiche.
L’apprendista, a partire da un limite di età che corrisponde a quella prevista per l’assolvimento dell’obbligo scolastico, che appartiene a diverse fasce di età a seconda della tipologia di apprendistato, svolge le attività in contesto lavorativo prevalentemente con lo status di lavoratore, sulla base di un contratto.
Nel processo di apprendimento sul lavoro l’apprendista è seguito da una figura tutoriale.
L’istituto dell’apprendistato è diversamente disciplinato nei vari Stati del mondo.
In Europa le norme variano in correlazione con le diverse interpretazioni dell’istituto.
In alcuni Paesi è regolato da una specifica normativa, in altri, la legislazione vede gli apprendisti prevalentemente come “studenti”, si integra nelle norme sull’Istruzione e Formazione Professionale o in quelle sull’Istruzione.
In altri ancora, è regolato da un insieme di norme, sull’Istruzione e Formazione Professionale, sull’Istruzione e sul Lavoro.
Un quadro europeo con 14 criteri per verificare la qualità e l’efficacia degli apprendistati (EFQEA) viene messo a disposizione degli Stati membri nel 2018 attraverso una Raccomandazione del Consiglio europeo, con l’obiettivo di garantire che gli apprendistati rispondano alle esigenze sia degli apprendisti che dei datori di lavoro nell’Unione europea.

Consigliato per approfondire: Il lavoro subordinato -Rapporto contrattuale e tutela dei diritti

Indice

1. Origini


La scuola – bottega medioevale in Europa
Dopo il Mille, gli apprendisti si trovano nella bottega dell’artigiano che li segue mentre apprendono, per imitazione e correzione, le capacità tecnico – professionali necessarie all’esercizio del mestiere, vale a dire, di un’occupazione che viene distinta dalle altre, sulla base delle lavorazioni.
A Parigi ad esempio, intorno al 1268, sono censiti 130 mestieri, 22 dei quali per il lavoro del ferro.
L’apprendista, nel prepararsi a diventare lui stesso maestro, si distingue dal lavorante, salariato, con un determinato grado di specializzazione, assunto per un periodo variabile, e dal garzone, al quale sono richiesti servizi di fatica.
La durata del percorso formativo nel quale l’apprendista partecipa all’attività quotidiana svolta dal maestro è pluriennale.
I compiti e le aspettative del maestro e dell’apprendista sono definiti da un corpo di norme degli statuti riconosciuti dal potere delle associazioni di mestiere o corporazioni (Arti o Scuole in Italia, Métier o Guilde in Francia, Mysteries o Craft Guild in Inghilterra, Gilden o Innungen in Germania). Con i contratti di apprendistato si comincia a costruire un «rapporto contrattuale stipulato tra persone giuridicamente libere.
 
Apprendistato e lavoro minorile
L’età dei bambini e dei giovani e le condizioni rischiose del lavoro svolto, nel XIX secolo diventa oggetto di attenzione e di misure da parte di alcuni governi per tutelare i bambini, cominciando a definire i confini temporali e le caratteristiche delle attività ammesse.
La misura più efficace per contrastare il lavoro minorile si dimostra quella sull’obbligatorietà dell’istruzione, come requisito per lo sviluppo del Paese.
Chi è contrario al cambiamento porta le sue argomentazioni.
In questa prospettiva, “istruzione” e “lavoro” appaiono due dimensioni contrapposte, alternative, quasi inconciliabili, come appare dalla Raccomandazione ILO n. 146:
L’età minima non dovrà essere inferiore all’età in cui termina la scuola dell’obbligo, né in ogni caso inferiore ai quindici anni.
Nelle attuali norme sull’apprendistato è oggi presente l’esplicita definizione dell’età dei giovani che attuano questi percorsi, caratterizzati da periodi di attività in contesto lavorativo.

Apprendistati e nascita del sistema duale in Germania, prima del secondo millennio
Nella Germania dell’Ottocento, per assumere un apprendista il datore di lavoro non deve più appartenere a una corporazione, gli è sufficiente avere una specifica licenza.
Nel Regno Unito l’apprendista, a causa delle condizioni salariali inferiori con i quali è assunto, viene ritenuto un pericolo per il mantenimento del livello salariale degli operai.
Negli Stati Uniti la formazione dell’apprendista si considera pericolosa, perché si avverte il rischio di penalizzazione degli esperti derivante dalla trasmissione dei saperi tecnici.
Lo spazio per la formazione è fortemente ridotto, o ignorato.
Si viene a prospettare, come possibile soluzione, una formazione pratica presso scuole professionali pubbliche e un’istruzione specifica per ciascun mestiere nelle scuole private, o eventualmente pubbliche.
Da una analoga riflessione nei primi del Novecento (1908), in Germania, comincia a delinearsi il sistema dell’apprendistato duale, il quale modello formativo, nato nell’artigianato con i laboratori/officine e con il piccolo certificato di attitudine per gli apprendisti, è assunto anche dagli imprenditori dei settori industriali e commerciali.
Nel tempo, avviene l’integrazione con l’insegnamento teorico e professionale, delle scuole di perfezionamento, la quale frequenza per gli apprendisti diventa obbligatoria per legge nel 1938.
Grazie a una solida e continua collaborazione tra scuole e imprese, il modello duale è diventato agli inizi del secondo millennio un esempio per la definizione delle strategie europee finalizzate all’elevamento dell’istruzione e all’occupabilità.


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2. Caratteristiche


Riforme e qualità dei percorsi di apprendistato (2018)
Nei primi decenni del XXI secolo, di fronte alla prospettiva di repentini cambiamenti e alle sfide relative all’occupazione, alla salute e alla sostenibilità ambientale, riconoscendo il proprio fondamento nel principio dell’economia della conoscenza, l’Europa individua nella formazione professionale e nell’apprendistato le risorse da promuovere e sul quale investire prioritariamente, ma interpretati alla luce del nuovo paradigma, quali contesti di apprendimento che integrano sapere teorico ed esperienza, il presente e il futuro delle persone.
L’Unione Europea richiede agli Stati membri uno sforzo per riformare i sistemi di apprendistato, il quale scopo deve essere l’eccellenza, rispetto sia al percorso di carriera, sia all’apprendimento.
Un’interpretazione comune, si afferma, contribuisce ad aumentare la fiducia reciproca e favorisce perciò la mobilità transfrontaliera degli apprendisti.
Nella Raccomandazione del Consiglio del 15 marzo 2018 relativa a un quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità si illustrano quindi le caratteristiche e le ragioni dei percorsi di apprendistato che si intendono promuovere:
programmi di apprendistato accuratamente concepiti portano benefici tanto ai datori di lavoro quanto ai discenti e rafforzano il legame tra il mondo del lavoro e il mondo dell’istruzione e della formazione. Norme di qualità elevata evitano che gli apprendistati siano limitati a lavori poco qualificati e formazioni povere che ne danneggiano il prestigio.
A parte offrire percorsi di eccellenza, apprendistati di qualità possono inoltre contribuire alla promozione della cittadinanza attiva e all’inclusione sociale, integrando nel mercato del lavoro persone provenienti da contesti sociali e personali diversi.

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A cura di Vincenzo Ferrante | Maggioli Editore 2023

Dott.ssa Concas Alessandra

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