Torna il check-in da remoto per gli affitti brevi: il TAR Lazio annulla la stretta del Viminale

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio cancella l’obbligo di identificazione faccia a faccia introdotto dal Ministero dell’Interno per affitti brevi.

Lorena Papini 28/05/25

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio cancella l’obbligo di identificazione faccia a faccia introdotto dal Ministero dell’Interno, ripristinando la possibilità per B&B e locazioni turistiche di utilizzare strumenti digitali per l’identificazione degli ospiti. Una decisione che rimuove un ostacolo burocratico e riconosce la legittimità del progresso tecnologico nel settore dell’ospitalità. Potrebbe interessarti anche l’articolo: Affitti brevi: disciplina e modifiche

Indice

1. Una circolare contestata: l’identificazione solo “de visu” per gli affitti brevi


Con la circolare del 18 novembre 2024, il Ministero dell’Interno aveva introdotto un vincolo stringente per le strutture ricettive, imponendo il riconoscimento “de visu” degli ospiti, ovvero tramite un controllo diretto, fisico e personale del documento d’identità all’arrivo. Secondo il Viminale, le procedure di check-in automatizzato – come l’invio telematico del documento e l’accesso con serrature elettroniche o keybox – non garantivano la verifica della corrispondenza tra la persona che entra in un appartamento e il titolare del documento, violando così l’articolo 109 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS).
Questa impostazione restrittiva si era scontrata con le esigenze di semplificazione amministrativa e innovazione tecnologica, soprattutto nel settore extralberghiero. L’obbligo di presenza fisica o di presidio h24 da parte dei gestori, richiesto per identificare gli ospiti in loco, risultava sproporzionato, specialmente per piccoli affittacamere, host privati e gestori digitali che operano tramite piattaforme online. Da qui l’impugnazione della circolare da parte di associazioni di categoria come FARE (Federazione Associazioni Ricettività Extralberghiere) e l’AIGAB (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi), che hanno portato la questione davanti al TAR. Il “Formulario commentato del nuovo processo civile – Aggiornato ai correttivi Cartabia e mediazione” di Lucilla Nigro offre un supporto pratico e operativo per affrontare ogni fase del contenzioso civile, acquistabile su Shop Maggioli e su Amazon.

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2. Le motivazioni del TAR: sicurezza sì, ma senza ostacoli inutili


Con la sentenza n. 10210 del 27 maggio 2025, il TAR Lazio ha accolto il ricorso e annullato la circolare ministeriale, dichiarandola in contrasto con i principi costituzionali e normativi in materia di semplificazione, proporzionalità e legalità. I giudici amministrativi hanno sottolineato tre profili fondamentali di illegittimità.
Anzitutto, l’obbligo del riconoscimento in presenza contraddice il principio di semplificazione introdotto con il d.l. n. 201/2011, che aveva già snellito gli obblighi di comunicazione delle generalità degli ospiti alle questure. Inoltre, non esiste alcuna dimostrazione che il controllo “de visu” sia più efficace nel prevenire l’accesso di soggetti sconosciuti o pericolosi. Al contrario, anche in presenza fisica nulla impedisce che una persona diversa possa accedere successivamente alla struttura.
Infine, il TAR ha sottolineato che il Ministero non ha giustificato in modo adeguato l’introduzione del divieto di check-in da remoto. Richiami generici a “crisi internazionali” o all’eccezionalità di eventi locali (come il Giubileo) non sono sufficienti per imporre un aggravio burocratico generalizzato e permanente a un intero comparto. In sintesi, la sicurezza pubblica – pur essendo un obiettivo legittimo – non può essere perseguita con misure sproporzionate, inadeguatamente motivate e penalizzanti per il settore turistico.

3. Tecnologia e accoglienza: verso una normativa più bilanciata


La sentenza del TAR segna un punto di svolta per il futuro del turismo digitale in Italia. L’annullamento della circolare del Viminale consente nuovamente alle strutture extralberghiere di ricorrere al check-in da remoto, che rappresenta ormai uno standard consolidato a livello internazionale, specie in ambito urbano, per locazioni brevi, B&B e affitti gestiti tramite piattaforme.
L’AIGAB, tramite il presidente Marco Celani, ha espresso soddisfazione per la decisione del TAR e ha dichiarato la disponibilità dell’associazione a collaborare con il governo per definire soluzioni efficaci di identificazione digitale, sicure e in linea con le norme. Il vero nodo, infatti, non è se identificare gli ospiti, ma come: utilizzare strumenti di intelligenza artificiale, video-verifica o sistemi biometrici consente di conciliare sicurezza e innovazione, rispondendo tanto agli obblighi del TULPS quanto alle esigenze operative degli host.
Il principio riaffermato è chiaro: non è legittimo caricare le strutture extralberghiere – che già affrontano limiti di personale, budget e logistica – di oneri burocratici che potrebbero essere assolti attraverso tecnologie affidabili. La decisione del TAR invita dunque le istituzioni a normare con equilibrio, sostenendo l’evoluzione digitale del settore, senza rinunciare alla legalità, ma nemmeno alla semplificazione.

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