Terrorismo: Mattarella “la pace ci chiama a nuove responsabilità”

Redazione 19/11/15
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Oggi più che mai parliamo di terrorismo, di nemico comune, di terza guerra mondiale.
Viviamo un conflitto che non ha confini territoriali e non ha rivali ben definiti e i recenti attentati di Parigi ci mettono di fronte ad una realtà conosciuta e all’obbligo di agire, di fare il possibile per la nostra sicurezza. 

 

Sono stati numerosi gli attentati terroristici in quest’ultimo anno: si pensi all’airbus russo precipitato nel Sinai, agli spari sul treno Amsterdam-Parigi, all’assalto ad un resort per turisti a Sousse, alla sparatoria durante un convegno sull’Islam e la blasfemia a Copenaghen, all’attacco al museo del Bardo a Tunisi, le esplosioni ad Ankara in Turchia e tanti altri.

 

Non è facile non provare rabbia e paura e non cadere in giudizi razzisti e nella sfiducia verso i Potenti e le Autorità, ma la storia ci insegna che dobbiamo avere fiducia ed essere uniti.
Riportiamo di seguito parte del discorso del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Palazzo Vecchio a Firenze, in occasione della cerimonia in ricordo dell’insediamento della Camera dei Deputati nel 1865:

 

Nel DNA italiano ed europeo è iscritto, del resto, uno straordinario impasto di storia, di cultura, di umanità, di idee di libertà e di relazioni sociali.

È parte della vita che viviamo, ed è ragione del nostro desiderio di migliorarci. Dobbiamo tenerlo presente nel momento in cui il terrorismo sferra il suo attacco contro la nostra Europa e porta morte e barbarie in una delle sue città.

È un tentativo di guerra globale dalle modalità inedite quello che sta deturpando l’inizio del nuovo millennio. Dobbiamo essere uniti, essere determinati e insieme affermare i principi del nostro umanesimo. Non può mancare il senso di giustizia, né la disponibilità a cooperare per uno sviluppo sostenibile e per ridurre le aree dove prevale la violenza e lo sfruttamento. Dobbiamo garantire sicurezza ai nostri concittadini senza rinunciare alle libertà conquistate, dobbiamo affrontare il fanatismo e l’estremismo con assoluta fermezza, promuovendo il dialogo fra le culture e la tolleranza.

Non sradicheremo l’odio facendolo entrare nelle nostre vite e nella nostra civiltà. Il terrore vorrebbe snaturarci. Noi non ci piegheremo. Non ci faremo rubare il nostro modello di vita e il nostro futuro.

Difenderemo la qualità delle nostra civiltà e la offriremo al mondo, rimanendo fedeli ai valori che la hanno ispirata e affinata nel tempo.

(…)

Oggi la pace ci chiama a nuove responsabilità. Non saranno prove facili: non bisogna mai rinunciare a grandi visioni, alla prospettiva di un umanesimo condiviso. Lo dobbiamo ai nostri figli, anche a quelli che sono stati così barbaramente uccisi e che resteranno sempre nel nostro ricordo”.

Redazione

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