Se i coniugi si separano e divorziano due fratelli devono essere divisi? 

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Quando una coppia di coniugi si separa, si devono considerare i diversi scenari, uno tra i primi è rappresentato dalle sorti della prole.

A questo proposito, ci si chiede che cosa succede ai fratelli quando i genitori si separano, con chi andranno a vivere se sono ancora minorenni e non in grado di decidere in modo autonomo.

Ci si chiede se il giudice possa decidere di dividerli o debba fare in modo che continuino  restare insieme.

Si tratta di situazioni delicate, perché coinvolgono la psiche molto labile di persone che sono ancora instabili dal lato emotivo e non sono formate.

I bambini devono essere tutelati, e a questo dovrebbe pensare il Tribunale, senza prendere in considerazione, in nessun modo, l’interesse dei genitori che, potrebbe essere, per egoismo, si vorrebbero dividere anche i figli, allo stesso modo dei mobili e dei soldi.

Di recente alla Suprema Corte di Cassazione è stato chiesto se, in caso di separazione tra i genitori, i fratelli possono essere separati o devono invece stare tutti insieme. Per comprendere la pronuncia è bene fare un passo indietro.

     Indice

  1. La separazione personale dei coniugi
  2. Se i genitori si separano che cosa succede ai figli?
  3. Con chi vanno a vivere i figli?
  4. I fratelli si possono dividere i genitori si separano?

1. La separazione personale dei coniugi

La separazione personale dei coniugi è un istituto giuridico regolamentato dal codice civile (artt. 150 e ss.), dal codice di procedura civile e da una serie di norme speciali.

La separazione sospende gli effetti in attesa del divorzio.

In questa situazione cessano i doveri di coabitazione e di fedeltà.

La separazione si distingue in giudiziale (contenziosa) e consensuale e ha valore di legge quando riconosciuta dal giudice poiché la separazione di fatto non costituisce materia legislativa.

La separazione giudiziale è il procedimento con il quale si ottiene una sentenza di separazione, non fa venire meno lo status di coniuge ma incide su alcuni obblighi tipici del matrimonio. Una volta separati non si ha l’obbligo di convivenza né di fedeltà né si è più in comunione dei beni (se quello era il regime patrimoniale prescelto dai coniugi), al contrario resistono gli obblighi di mantenimento del coniuge, di partecipazione alla gestione della famiglia e di educazione della prole.

Secondo il codice civile, si può avere su istanza di parte o perché ci sono state delle violazioni degli obblighi matrimoniali da parte di uno dei coniugi o perché ci sono delle circostanze oggettive che rendono non più sostenibile la prosecuzione del rapporto.

Il processo inizia con ricorso al Presidente del Tribunale del luogo nel quale è individuata l’ultima residenza della coppia e se non l’hanno mai avuta si segue il classico sistema del Tribunale competente nel luogo di residenza del convenuto.

La separazione consensuale è l’altro modo per ottenere la separazione legale tra coniugi.

Si chiama consensuale perché prevede il consenso espresso di entrambi i coniugi che arrivano a un accordo sulla spartizione dei loro beni in comunione e sull’affidamento dei figli nonché sulle possibili questioni legate a una separazione.

Il consenso delle parti può essere originario se il ricorso è presentato da entrambe le parti ma può anche essere successivo nel senso che la separazione può partire come giudiziale (istanza di una parte) e poi diventare consensuale.

La dottrina è dibattuta su quale possa essere il termine ultimo per esprimere in consenso, c’è chi lo individua nel tentativo di riconciliazione c’è chi dice che sia la fase davanti al giudice istruttore.


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2. Se i genitori si separano che cosa succede ai figli?

Quando una coppia, spostati o conviventi che siano, sceglie di separarsi, il giudice decide quale dei due genitori abbia le credenziali in regola per potersi prendere cura dei figli e li colloca presso lo stesso.

Questo significa che, prendendo in considerazione il fatto che le decisioni relative alla formazione, educazione e salute dei minorenni dovranno essere prese da entrambi i genitori, i bambini vanno a vivere con uno di loro, la persona che secondo il Tribunale sia più adatta a realizzare il “maggiore interesse della prole”.

In questo modo si vuole sottolineare che quando si tratta di bambini, i genitori non hanno nessun  diritto ma esclusivamente un dovere, che dovrebbe essere evitare che, a parte la disgregazione del nucleo familiare, i figli possano subire altri traumi.

Per lo stesso motivo il giudice assegna la casa familiare al genitore con il quale gli stessi figli vanno a vivere, in modo che non debbano subire anche le conseguenze che derivano da un trasferimento, con la modifica delle frequentazioni e delle abitudini di vita quotidiana.

3. Con chi vanno a vivere i figli?

Come scritto nel paragrafo precedente, è compito del giudice decidere con quale genitore i figli debbano andare a vivere, vale a dire, presso quale luogo fisseranno la loro residenza, fermo restando che l’altro genitore avrà un diritto-dovere di visita secondo il calendario concordato con l’ex o, in caso di disaccordo, determinato dal Tribunale.

Nel caso nel quale i figli dovessero essere maggiorenni, anche se non sono autosufficienti, la scelta spetta a loro stessi.

Il Tribunale non prende decisioni in merito.

Se i figli sono minorenni, la decisione spetta al Tribunale, però il magistrato deve prima sentire i bambini al fine di valutare e, se possibile, soddisfare la loro volontà.

L’audizione dei figli con almeno 12 anni di età è obbligatoria, in caso contrario la sentenza è nulla.

Anche nel caso del il figlio più piccolo, il giudice deve procedere al suo ascolto, anche attraverso i servizi sociali, se lo dovesse ritenere capace di intendere e volere.

4. I fratelli si possono dividere sei genitori si separano?

Quando si conclude la prassi è possibile che i fratelli, ascoltati dal giudice in sede di separazione o divorzio dei genitori, possano esprimere una preferenza diversa, uno ad esempio potrebbe chiedere  di stare con il padre e l’altro con la madre.

Ci si chiede davanti a ipotesi del genere il giudice dovrà assecondare la volontà dei bambini oppure, ritenendo di agire nel loro interesse, li terrà uniti anche contro il loro desiderio.

Secondo la Suprema Corte di Cassazione, nell’ambito di una separazione, due fratellini possono essere divisi a secondo il genitore con il quale preferiscono stare.

Per questo di giorno vengono affidati ai servizi sociali dove possono coltivare o conservare il rapporto tra loro, non mettendo in atto in questo modo una radicale separazione tra loro.

Il giudice, nel decidere il genitore collocatario dei figli, deve procedere considerando l’interesse dei minorenni e non può non prendere in considerazione le preferenze evidenziate dagli stessi,  anche se, per restare con il genitore che preferiscono, sono disposti a separarsi dal fratello o dalla sorella.

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