Scuola: le assegnazioni provvisorie cambiano nel 2017

Redazione 26/01/17
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Importanti novità per i docenti in vista del prossimo anno scolastico 2017-2018. Le assegnazioni provvisorie subiranno maggiori restrizioni rispetto al 2016 e saranno possibili solo per determinate categorie di insegnanti. Lo ha annunciato la Ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, in occasione del question time di ieri nell’Aula di Montecitorio. Non è stato specificato durante l’incontro quali categorie di docenti saranno interessati dalla riforma, mentre restano ancora da sciogliere alcuni nodi riguardanti la mobilità dei neoassunti e il blocco triennale degli spostamenti.

Ma vediamo di fare chiarezza: come funzionano le assegnazioni provvisorie degli insegnanti?

 

Che cosa sono le assegnazioni provvisorie dei docenti?

Le assegnazioni provvisorie sono trasferimenti di durata annuale di cui i docenti possono beneficiare dietro esplicita richiesta. I trasferimenti possono essere sia provinciali sia interprovinciali.

L’assegnazione provvisoria, però, non può essere concessa a tutti gli insegnanti, ma solo a chi richiede il trasferimento per uno dei seguenti motivi:

  • ricongiungimento al coniuge o al convivente;
  • ricongiungimento ai figli;
  • gravi esigenze di salute comprovate da certificazione sanitaria;
  • ricongiungimento ai genitori.

L’insegnante che usufruisce dell’assegnazione provvisoria  annuale non si vedrà cambiare la sede di titolarità. La titolarità subisce infatti modifiche solo in conseguenza di mobilità definitiva.

 

L’assegnazione provvisoria interprovinciale

Leggermente diversi i criteri per le assegnazioni provvisorie interprovinciali. Possono infatti beneficiare della misura le seguenti categorie di docenti:

  • personale con gravi motivi di salute;
  • personale con disabilità o che ha bisogno di cure continuative;
  • personale destinatario dell’art. 33, commi 5 e 7, della Legge n. 104/92;
  • madri o padri di figli con età inferiore ai 6 anni;
  • personale coniuge di militare o di categoria equiparata;
  • personale che ricopre cariche pubbliche nelle amministrazioni degli Enti locali.

 

La deroga al vincolo triennale

L’argomento è molto interessante per migliaia di docenti, perché nel corso del 2016 si sono riscontrati numerosi problemi nei trasferimenti e nelle assegnazioni provvisorie dei posti.

Il nuovo algoritmo utilizzato dal Ministero dell’istruzione per l’assegnazione delle sedi agli insegnanti, innanzitutto, ha commesso numerosi errori, ignorando meriti e precedenze e assegnando migliaia di docenti a province molto lontane da quella di residenza.

L’approvazione della deroga al vincolo di permanenza, che obbligava i docenti di ruolo a rimanere per tre anni nella sede assegnata, ha poi permesso a migliaia di insegnanti neo-assunti di cambiare immediatamente sede e trasferirsi in una scuola molto più vicina alla città di residenza.

Tutto questo ha portato, ovviamente, a una situazione caotica nelle scuole, all’esodo “temporaneo” di migliaia di docenti da Nord a Sud e a un generale malcontento.

 

Il vincolo triennale è valido per il 2017-2018?

Il Governo, tuttavia, come annunciato dalla ministra Fedeli, non concederà alcuna ulteriore deroga al vincolo di permanenza triennale per l’anno scolastico 2017-2018.

Questo, nelle parole della Fedeli, soprattutto per “assicurare la continuità didattica“. I docenti neoassunti che hanno usufruito dell’assegnazione provvisoria quest’anno per avvicinarsi alla famiglia non potranno quindi ricorrere alla stessa misura nel 2017.

Ulteriore delega al vincolo, invece, per quanto riguarda la mobilità definitiva. Questo, essenzialmente, per garantire agli insegnanti ingiustamente penalizzati dall’algoritmo del Miur di ripresentare domanda di trasferimento. I posti disponibili, però, saranno limitati: potrà fare domanda di mobilità solo il 40% dei docenti, in luogo del 100% dello scorso anno.

Redazione

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