Recensione del convegno “Storia ed evoluzione del crimine informatico”

Tocci Mario 27/11/08
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Si è rivelato molto interessante, per lo spessore dei relatori intervenuti e l’importanza
delle tematiche trattate, il convegno organizzato lo scorso sabato 22 novembre a Matera
dalla casa editrice “Il Nuovo Diritto” di Roma e dall’associazione “World Wide Crime” della
città dei Sassi in materia di storia ed evoluzione del crimine informatico.
Molti erano gli avvocati presenti, anche grazie al patrocinio morale accordato all’evento da
parte del consiglio dell’ordine degli avvocati di Matera.
I lavori, moderati dall’avvocato Giuseppe La macchia nella qualità di direttore della sezione
materana del Centro Studi Informatica Giuridica, sono stati aperti dall’avvocato Emilio
Nicola Buccico, attuale sindaco di Matera e già presidente del Consiglio Nazionale Forense.
Buccico ha espresso sentimenti di viva gratitudine nei confronti dell’avvocato Walter
Eustachio Paolicelli, presidente dell’associazione “World Wide Crime”, per il contributo
offerto alla già fervida attività formativa in essere nel Foro materano e sottolineato
l’assoluta necessità per gli avvocati dell’acquisizione di conoscenze nel campo informatico
ai fini di un più efficace svolgimento dell’attività professionale.
A seguire, la relazione dell’avvocato Roberto Scavizzi della cattedra di informatica giuridica
presso la LUISS di Roma in argomento di tutela del bene software, alla luce degli ormai
annosi problemi sulla brevettabilità inscindibilmente legati alla querelle relativa alla
configurazione del software medesimo quale invenzione.
Ha preso a questo punto la parola l’avvocato Leo Stilo, direttore della casa editrice “Il
Nuovo Diritto”, che ha incentrato la propria esposizione sulle questioni afferenti alla
sicurezza dell’identità personale in internet.
Dopo un breve coffee break, è stata la volta del dottor Gianluca Canessa e dell’ingegner
Massimo Penco: il primo, product specialist di un’importante azienda produttrice di
software, ha illustrato le potenzialità dell’informatica a supporto dell’attività legale; il
secondo, esperto di informatica giuridica, ha discusso di formazione della prova nei
processi aventi ad oggetto i reati informatici.
Le conclusioni sono state affidate al professor Renato Borruso, presidente onorario
aggiunto della Corte Suprema di Cassazione e già direttore del centro elettronico della
medesima nonché docente di informatica giuridica presso la LUISS di Roma e l’Università
degli Studi di Perugia, che ha focalizzato la propria attenzione sugli aspetti sociologici dei
reati informatici.

Tocci Mario

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