Preclusione della particolare tenuità del fatto nei reati permanenti

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Quando è preclusa l’applicazione della causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto in materia di reati permanenti?

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Indice

Corte di Cassazione – Sez. V Pen. – Sentenza n. 37048 dell’11/09/2023

1. La questione: tenuità del fatto

La Corte d’Appello di Catania confermava una sentenza emessa dal Tribunale della medesima città, adottata in esito a giudizio abbreviato, di condanna dell’imputato alla pena di tre mesi di reclusione per il reato di invasione di un terreno appartenente al demanio stradale del Comune di Catania (artt. 633 e 639-bis cod. pen.), concedendo al contempo a costui la sospensione condizionale della pena, subordinando tale beneficio all’adempimento dell’obbligo della restituzione del terreno arbitrariamente occupato mediante il ripristino dello stato dei luoghi.
Ciò posto, avverso il provvedimento emesso dai giudici di seconde cure proponeva ricorso per Cassazione la difesa dell’accusato che, tra i motivi ivi addotti, deduceva, in relazione all’art. 606, comma 1, lett. b), cod. proc. pen., la violazione dell’art. 131-bis cod. pen., per avere la Corte d’Appello di Catania erroneamente negato l’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto in ragione della natura permanente del reato e nonostante la particolare tenuità dell’offesa.

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2. La soluzione adottata dalla Cassazione

La Suprema Corte riteneva il motivo summenzionato infondato.
In particolare, gli Ermellini – dopo avere fatto presente che, ai fini della configurabilità della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis cod. pen., il giudizio sulla tenuità richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta, che tenga conto, ai sensi dell’art. 133, primo comma, cod. pen., delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza da esse desumibile e dell’entità del danno o del pericolo (Sez. U, n. 13681 del 25/02/2016) – osservavano che, secondo l’orientamento nettamente maggioritario della Corte di Cassazione, il reato di invasione di terreni o edifici, di cui all’art. 633 cod. pen., ha natura permanente quando l’occupazione si protragga nel tempo, determinando un’immanente limitazione della facoltà di godimento che spetta al titolare del bene (Sez. 2, n. 46692 del 02/10/2019; Sez. 2, n. 29657 del 27/03/2019; Sez. 2, n. 16363 del 13/02/2019; Sez. 2, n. 4393 del 04/12/2018; Sez. 2, n. 40771 del 19/07/2018), rilevando contestualmente che, secondo la consolidata giurisprudenza sempre della Corte di Cassazione, in tema di reati permanenti, è preclusa l’applicazione della causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto finché la permanenza non sia cessata, in ragione della perdurante compressione del bene giuridico per effetto della condotta delittuosa (Sez. 2, n. 16363 del 13/02/2019, cit., relativa proprio a una fattispecie di invasione di terreni demaniali; Sez. 3, n. 30383 del 30/03/2016; Sez. 3, n. 50215 del 08/10/2015).
Di conseguenza, ad avviso della Corte di legittimità, la mancata cessazione della permanenza dell’occupazione arbitraria costituiva una situazione che era tale da escludere che il fatto dell’occupazione potesse essere ritenuto non punibile per particolare tenuità.
Da ciò se ne faceva pertanto discendere, come già evidenziato prima, l’infondatezza di tale doglianza.

3. Conclusioni

La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito quando è preclusa l’applicazione della causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto in materia di reati permanenti.
Si afferma difatti in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso orientamento nomofilattico, che, in tema di reati permanenti, è preclusa l’applicazione della causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto finché la permanenza non sia cessata, in ragione della perdurante compressione del bene giuridico per effetto della condotta delittuosa.
E’ dunque sconsigliabile sostenere una linea difensiva con cui si chieda il riconoscimento di questa causa di non punibilità laddove la permanenza in questione sia ancora in corso.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, proprio perché contribuisce a fare chiarezza su siffatta tematica giuridica sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere che positivo.

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