Potere, fiducia ed etica nel governo informatico

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E’ appeso uno specchio alla parete opposta ed ella non lo vede ma lo specchio vede

(Kierkegaard – Diario del seduttore)

Nello “Esprit des lois”, Montrsquieu scrive che “La libertà politica si trova nei Governi moderati. Ma essa non è sempre negli Stati moderati: non vi rimane che quando non vi è abuso di potere… Perché non si possa abusare del potere, bisogna che, per la disposizione delle cose, il potere freni il potere”. (XI, 6); l’esperienza storica ci evidenzia che la libertà e il benessere sociale non dipendono tanto dall’aspetto formale di Governo ma quanto dalla parte che i Governi permettono ai cittadini di avere sia nella formazione della volontà statale che nelle politiche pubbliche e nelle tecniche amministrative (Abbagnano), questo tuttavia non solo non esime ma anzi obbliga la classe politica nell’evidenziare rischi e pericoli nelle ciclicità economico-sociali.

Nel preciso momento in cui vi è una alta fiducia nel sistema istituzionale ed economico, la bassa percezione del rischio permette alle elités politico-amministrative di emanare una serie di normative che modificano lentamente gli equilibri del contesto sociale in senso sfavorevole per un settore della società promettendo futuri miglioramenti o creando l’illusione del favorito del principe, la massima manovrabilità viene mantenuta solo in alcuni settori rilevanti per il potere e decisi volta per volta politicamente, in un rapporto dialettico e compromissorio tra interessi soggettivi e socialmente oggettivi.

Nelle decisioni allocative Buchanan e Tullock hanno dimostrato che deve esservi un equilibrio tra costi decisionali e costi esterni, in altri termini al crescere del numero dei decidenti vi è un aumento dei costi decisionali anche in rapporto ai tempi, mentre con il concentrarsi dei decidenti in un numero sempre inferiore aumentano i rischi esterni misurati in termini di oppressione e di inefficienza, con una relazione inversa tra le due tipologie di costi. D’altronde, secondo il “modello di Niskanen” la burocrazia tende ad aumentare i budget al fine di assecondare il proprio prestigio e potere proprio appoggiandosi alle sue conoscenze tecniche e politiche a fronte di un parziale disinteresse se non connivenza del potere politico concentrato sulle proprie lotte di potere e sulle conseguenti alleanze possibili, oltre che a sua volta su una continua ricerca di risorse, l’alleanza tra politici e alti burocrati con il mondo economico avviene in quella che Tullock definisce “ricerca della rendita” (rent-seeking) con la conseguente rigenerazione continua della spesa pubblica.

Gli scambi che avvengono sia all’interno della struttura “informale” dell’organizzazione burocratica che tra questa e il mondo economico sono basati su regole e interessi “informali”, che si risolvono in servizi non codificati né previsti dai mansionari o nei contratti in base a un rapporto “fiduciario” che sfocia in metodi di comportamento definiti da Breton e Wintrobe nella “teoria del comportamento selettivo”.

Kandynsky si chiede “E’ mai esistita una parola nobile che la massa non abbia subito cercato di sconsacrare?” (Lo Spirituale nell’arte, 18, SE, 2005), ma altrettanto che cosa avviene con la diffusione della tecnica se non una sconsacrazione economica, ma questa banalizzazione che dà luogo all’eccesso da cui successivamente ci si dovrà auto-regolamentare, nell’informatica acquista una doppia valenza di connessione continua in una potenziale trasparenza dalle infinite potenzialità, ma anche di dispersione dell’individuo nelle infinite possibilità, in cui avviene una perdita della propria personalità nel concentrarsi delle informazioni, continuamente filtrate e manipolate, in enorme banche dati le quali connesse fra loro ottengono il massimo di potere possibile.

Tuttavia la complessità degli attuali sistemi sociali in costante evoluzione crea un’auto-poiesi, ossia una riformulazione delle regole di auto-organizzazione, che conduce a improvvise e violente manifestazioni quali espressioni di nuove forme organizzative in livelli superiori dotate di proprie identità. Vi è quindi la necessità di seguire le nuove connessioni e pertanto anche le nuove forme talvolta negative che la rete fa nascere, ma paralleli alle possibilità vi sono i rischi nel creare sempre possibili “moloch” burocratici che sfuggono nella loro tecnicità e riservatezza a qualsiasi controllo; nell’abbattere vecchi sistemi oppressivi si possono ricreare nuove forme di violenza impalpabili, in cui la violenza fisica si sublima in “campi di concentramento psicologici” dove si bruciano pensieri e identità.

Dobbiamo considerare che una volta raggiunta la massa critica il processo procede in termini di circolo auto-catalitico con una crescita esponenziale, occorre che intervenga un feedback negativo il quale stabilizzi il sistema questi non può consistere che nell’intervento di un terzo elemento di controllo, il quale può andare da un’agenzia alla segnalazione di un’associazione o del singolo individuo tanto con il sollecitare la stessa agenzia quanto direttamente in forme giurisdizionali, nelle quali tra le varie tipologie di danno rientra anche il danno erariale per eccesso di richiesta di informazioni, quando le stesse diventano un intralcio non giustificabile allo svolgersi della quotidianità.

Il danno è una “riduzione” intesa come perdita, ma questa non è che una fisiologica riduzione dell’esistere, una entropia, una “degradazione” insita nello stesso processo evolutivo quale necessaria essenza termodinamica della materia, il danno nasce quindi nella consapevolezza del risultato dell’atto, ossia nella “responsabilità soggettiva”, rimane quindi la necessità già descritta dal Montesquieu di evitare l’eccessiva concentrazione incontrollata di potere che si risolve di fatto e innanzitutto in un dato informativo, questo comporta la necessità dell’equilibrio tra poteri ma anche del loro esistere.

Osserva Baudrillard, …la seduzione diviene la forma informale del politico, la trama demoltiplicata del politico inafferrabile, votato alla riproduzione senza fine di una forma senza contenuto. (Questa forma informale è inseparabile dalla tecnicità: è quella delle reti…)…, questa forma “politica” corrisponde alla diffusione massima e all’intensità minima della seduzione” in cui si finisce per vivere un non-senso dove “la simulazione ne è la forma disincantata, la seduzione né è la forma incantata” (Della seduzione, 186, SE, 1997).

 

BIBLIOGRAFIA

  • J. M. Buchanan, Dalle preferenze private alla filosofia pubblica, in “Scelte pubbliche” Le Monnier, 1984, P.13-35;

  • G. Brennan, J.M. Buchanan, La ragione delle regole, Angeli ed. 1991;

  • G. Tullock, Rent-seeking, Edward Elgar, Aldershot, 1993;

  • W.A. Niskanen, Bureaucrats and Politicians, in “Journal of Law and Economics”, 18, 617-43,1971;

  • A. Breton. R. Wintrobe. La logica del comportamento burocratico, Il Mulino 1988.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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