Nucleare: azione legale dei Comuni sedi di impianti contro il Governo

Redazione 19/05/11
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Sei Comuni sedi di impianti nucleari (Caorso, Saluggia, Trino Vercellese, Rotondella, Ispra e Piacenza) hanno avviato un’azione legale nei confronti del Governo a tutela degli interessi dei Comuni e dei cittadini per chiedere che vengano ripristinate le somme spettanti ai Comuni dal 2005. Gli enti locali chiedono il ripristino totale delle compensazioni per i territori che ospitano ancora vecchie centrali: si tratta di somme previste dal D.L. 314/2003 (cd. Decreto Scanzano) che ha istituito misure di compensazione territoriale a favore dei Comuni che ospitano le vecchie centrali nucleari e impianti del ciclo di combustibile nucleare fino al loro definitivo smantellamento.

In virtù della legge Finanziaria, nel 2005 tali risorse sono state decurtate del 70% per destinare gli introiti che i cittadini pagano con la bolletta elettrica alla fiscalità generale. Anche l’Autorità per l’Energia e il Gas si era espressa in maniera non favorevole a tale previsione dato che in via generale non si possono destinare a un’entrata dello Stato delle cifre che hanno una precisa destinazione, quella di riqualificare i territori sui quali ha gravato la vecchia generazione del nucleare.

‘Oggi – ha denunciato Fabio Callori, Presidente della Consulta ANCI dei Comuni sedi di impianti nucleari e Sindaco di Caorso – ci ritroviamo a dover inseguire l’erogazione di quello che rimane, ovvero il 30% che e’ stato gia’ deliberato dal Ministero dell’Ambiente per le annualita’ 2008-2009 e contabilizzato dalla Cassa conguaglio per il settore elettrico, ma ad oggi il CIPE non si e’ ancora espresso per le ripartizione del fondo e probabilmente cio’ comportera’ oggettive difficolta’ per il completamento delle opere in corso di realizzazione sul territorio. Siamo letteralmente sconcertati dalle ‘menzogne’ che ci vengono raccontate – conclude Callori – le carte e le risorse per le Delibere CIPE ci sono tutte e oggi ne abbiamo avuto conferma; ancora una volta non riusciamo proprio a capire il perche’ di queste negligenze’.

Secondo Callori la mancanza di risorse potrebbe determinare gravi conseguenze: ‘A fronte del perdurare della situazione i nostri Comuni potrebbero vedersi costretti a bloccare i processi di smantellamento dei vecchi impianti’.

 

(Stefano Minieri)

Redazione

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