Mediazione familiare: un percorso strutturato per la non – conflittualità

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Già in qualche Regione è stato avviato , presso gli Uffici dei Servizi Sociali, lo sportello di “Mediazione Familiare”, attivato ai sensi della legge 328/ 2000.
L’attività al pubblico è sostenuta da due operatori anziché uno, ed è  possibile usufruire del servizio, non solo negli orari già consentiti, ma anche per appuntamento, in modo da consentire alle esigenze delle coppie che lavorano e non hanno molto tempo libero.
Tutti i cittadini che vivono momenti di disagio all’interno della famiglia possono quindi recarsi personalmente o telefonare all’Ufficio Segretariato Sociale e fissare un appuntamento per una consulenza che verrà compiuta con il massimo riserbo, nel rispetto della legge sulla privacy.
Il servizio è finalizzato a sostenere le coppie separate o in via di separazione creando la condizioni emotive migliori affinché i partners siano disponibili a negoziare la posta in gioco della loro separazione. Questa fase mette a tema la presa di decisione della separazione da parte di entrambi i componenti della coppia. Durante questi primi incontri, viene quindi, verificato se la scelta della separazione appare o meno definitiva e, in quest’ultimo caso, la Mediazione verrà proposta a illustrare quale risorsa utile per affrontare al meglio la difficile situazione presente e prefigurare positive prospettive di futuro per tutti i membri della famiglia.
La sottoscrizione del contratto di Mediazione rappresenta un momento di riflessione e di impegno che i genitori, assumono reciprocamente e innanzi al mediatore, ad intraprendere un percorso, rispettandone le regole e condividendone gli obiettivi.
Il contratto di mediazione: dopo la sua stesura ha inizio la negoziazione. La sottoscrizione di questo contratto è un momento particolare di riflessione e impegno ad intraprendere il percorso, modulato da precise norme e condividendone gli obiettivi. Gli argomenti del contratto sono i più vari: informazione della separazione ai figli, rapporti con le famiglie di origine, il quantum dell’assegno di mantenimento, divisione patrimoniale, modalità di visita e gestione dei figli etc.etc.
La negoziazione ragionata: è la fase più lunga e costruttiva del percorso. Facilita l’esplorazione dei bisogni reali delle parti permettendo di trovare soluzioni condivise e di poter poi gestire negoziazioni future. Il mediatore, in base alle informazioni acquisite, stimola i partner ad elaborare le soluzioni per raggiungere l’obiettivo di soddisfare i bisogni emersi.
Il mediatore familiare, infatti, oltre a favorire una nuova modalità relazionale e comunicativa al di là del conflitto, redige un documento d’intesa che contiene le condizioni di separazione negoziate nei singoli incontri, nel rispetto dei peculiari interessi di ciascun membro della famiglia, sempre nell’ambito del quadro normativo vigente.
Ognuno dei due è libero di seguirlo per riorganizzare la propria vita o di formalizzarlo nella procedura legale di separazione personale congiunta, perché le condizioni degli accordi devono comunque essere presi  nell’ambito della normativa vigente. L’aspetto più importante della mediazione è che, riattivando i canali di comunicazione della coppia in crisi, fornendo un supporto che funge da "valvola di sfogo" per entrambe le parti in causa, rendendo i suoi componenti protagonisti e non solo vittime dell’evento di crisi, molto spesso porta a una riduzione dell’aggressività a favore della comunicazione
Tale servizio sarebbe auspicabile che si diffondesse in tutte le città al fine  di poter supportare e limitare i danni del fenomeno in espansione delle separazioni e disgregazioni familiari”.
In via sperimentale, inizialmente, e la successiva rimodulazione dello sportello di mediazione familiare, rientra fra gli strumenti e le strategie che tutte le amministrazioni possono predisporre per intervenire in maniera efficace, opportuna, gratuita e qualificata a sostegno della famiglia”.
Idealmente il servizio di Mediazione Familiare può essere svolto nelle ore pomeridiane, nei giorni in cui non si effettuano altri servizi all’interno della struttura, così da poter garantire il rispetto della riservatezza dei singoli utenti.
Il crescente aumento delle separazioni e dei divorzi, la specificità e la complessità che contrassegnano quest’evento, che coinvolge a vario titolo contesti diversi e differenti figure professionali, ha portato ad un profondo ripensamento delle tradizionali modalità di approccio e allo sviluppo di modelli teorici-culturali e di intervento nuovi, come la Mediazione Familiare. Essa, nata negli Stati Uniti negli anni ’70, si prodiga di offrire una risposta costruttiva alla crisi che accompagna il processo della separazione, favorendo la riorganizzazione in senso evolutivo del sistema familiare, valorizzando le risorse presenti, e gettando le basi per la prosecuzione dell’esercizio congiunto della genitorialità da parte degli ex coniugi nei confronti dei figli. Essendo agevolante nella  promozione del benessere dei soggetti coinvolti, si configura come intervento a forte valenza preventiva, soprattutto nell’ottica della tutela dei soggetti maggiormente a rischio, vale a dire i minori.
Ci sono vari modelli teorici di mediazione: relazionale-sistemico, sistemico, terapeutico, integrato, etc..  Il modello sistemico-relazionale si è rivelato particolarmente elastico e utile nel fornire chiavi interpretazione e modelli di intervento capaci di prendere in considerazione l’intero sistema familiare, l’aspetto evolutivo e processuale dell’evento separativo, e le molteplici interconnessioni che l’attivazione di più sistemi relazionali e istituzionali comporta.
L’accento non è posto sul passato, ma si analizza la situazione attuale per individuare ciò che porterà a una vita futura più serena. La mediazione permette di abbattere l’antagonismo che è presente nella maggior parte delle separazioni e dei divorzi non mediati, aiuta gli ex partner a stabilire, senza intermediari, accordi vantaggiosi per entrambi nella riservatezza di uno studio piuttosto che far loro subire degli accordi stabiliti dagli avvocati o decretati dal giudice in un aula di tribunale.
Gli accordi così ottenuti sono più equi, non danneggiano nessuna delle parti, come invece spesso succede nell’aula del tribunale, inoltre, proprio per la loro equità, per il fatto di essere più adatti alle esigenze di ognuno e frutto di accordo fra le parti invece che imposizioni esterne, vengono rispettati di più e più a lungo nel tempo.
L’iter di mediazione consta, in genere, in un numero dagli 8 ai 12 e, tranne in casi rari, evitano il coinvolgimento dei figli. A grandi linee, possono essere svolti in due modi:
1) In mediazione svolta da un solo professionista mediatore(psicologo,educatore o avvocato) che tocca con i protagonisti tutti gli aspetti di una crisi di coppia, sia quelli emotivi che quelli relazionali ed economici.
2) In co-mediazione, cioè una mediazione svolta congiuntamente da un professionista mediatore , quale lo psicologo/educatore, e da un avvocato mediatore.
In questo caso ognuno dei mediatori si occupa del suo campo specifico, sempre però rispettando gli schemi e le regole della mediazione.
Il percorso di mediazione familiare si sviluppa in 4 punti:
1. pre-mediazione in cui i partner, con l’ausilio del mediatore, fanno un bilancio personale, coniugale e genitoriale degli anni vissuti insieme, riconoscendo ed elaborando le cause che hanno condotto alla crisi. In questa fase si verifica se la scelta della separazione è o meno definitiva; in quest’ultimo caso la Mediazione rappresenta una fondamentale risorsa per affrontare efficacemente la decisione prefigurando positive prospettive di futuro per tutti i membri della famiglia.
2.  il contratto di Mediazione è la seconda fase in cui i partner identificano i temi che vogliono   discutere e riportare nel contratto di Mediazione, la sottoscrizione del quale rappresenta un momento di riflessione e di impegno per i partner ad intraprendere un percorso, rispettandone le regole e condividendone gli obiettivi.
3.  la negoziazione ragionata è la fase più lunga e costruttiva durante la quale vengono vagliate le   possibili soluzioni ai problemi e ai temi riportati nel contratto di mediazione.
 4. al termine degli incontri, negoziati tutti i punti in conflitto, il mediatore stende gli accordi raggiunti in un progetto di intesa che consegna ad   entrambi i partner, ognuno dei quali liberamente decide di seguire al fine di riorganizzare responsabilmente la propria vita e quella dei figli oppure di formalizzare per una procedura legale di separazione consensuale.
Essenzialmente, gli incontri consentono di vedere oltre il momento di conflitto recuperando ciò che di buono ha dato il rapporto prima della rottura e proiettandolo nella vita futura, permettendo così agli ex partner di voltare pagina ed andare avanti, sostenendo ciascuno nella riprogrammazione della propria identità personale.
I temi su cui più frequentemente i partner si confrontano per trovare un accordo sono:
–  Sul piano relazionale: affidamento dei figli, analisi dei bisogni di genitori e figli, continuità genitoriale, organizzazione dell’affidamento congiunto, vacanze, tempi e modi di frequentazione tra i figli e i componenti delle famiglie d’origine, scelte educative, comunicazione della separazione ai figli, scambio d’informazione tra genitori, relazione con i nuovi compagni dei genitori, problematiche legate alla famiglia allargata, etc..
–  Sul piano delle questioni economiche: determinazione dell’entità dell’assegno a favore dell’ex-partner, gli impegni economici verso i figli, l’assegnazione della casa coniugale, la divisione dei beni comuni, etc.
E’  la coppia che sceglie le problematiche da negoziare, può essere che porti in mediazione solo alcuni dei temi solitamente affrontati in una separazione (come informare i figli, come gestire il calendario degli incontri e le vacanze) avendo raggiunto per gli altri soluzioni soddisfacenti; in questo caso è una mediazione mirata ed implica un numero ancor più ristretto di incontri.
Il mediatore si pone in una posizione neutrale e non si permette di giudicare l’adeguatezza delle proposte delle parti, non fornisce risposte né suggerimenti ai problemi che esse incontrano, egli si limita a favorire forme di collaborazione, stimolando i partner a trovare alternative innovative e personalizzate.
La coppia in mediazione mantiene il potere decisionale, è protagonista nella gestione del conflitto e nella salvaguardia del legame dei figli con entrambi i genitori e del ruolo genitoriale di entrambi.
Per la coppia genitoriale la mediazione è una risorsa e seguirne l’indirizzo offre dei vantaggi:
–  A livello individuale: c’è una maggior stima di sé e dell’altro, permette l’espressione delle emozioni e l’elaborazione del lutto della separazione, aiuta nella ridefinizione della propria identità personale e nell’analisi delle conseguenze personali derivanti dalla separazione.
–  A livello relazionale: c’è un miglioramento delle capacità comunicative al di là del conflitto, un riconoscimento dei bisogni di genitori, figli e, a volte, delle rispettive famiglie d’origine; viene mantenuta la continuità e la responsabilizzazione del reciproco ruolo genitoriale; inoltre le condizioni sono elaborate da entrambi i genitori in modo autonomo e non imposte dal genitore economicamente o emotivamente più forte o dall’autorità giudiziaria. Anche se limitata nella durata e negli obiettivi la mediazione facilita le interazioni familiari.
– A livello sociale: i genitori non affidatari sono più coinvolti sia in modo qualitativo che quantitativo. C’è poi una riduzione dei tempi e dei costi rispetto alle controversie giudiziarie. Inoltre la mediazione, basandosi su un dialogo costruttivo, aiuta la coppia a sviluppare abilità negoziali che potranno continuare ad utilizzare anche a mediazione finita quando ci sarà un cambiamento dato dall’evoluzione dei bisogni e dunque la necessità di trovare dei nuovi accordi. Volendo azzardare un paragone si potrebbe dire che la mediazione è simile al corso pre-matrimoniale che viene tenuto per gli sposi in alcune religioni; come quest’ultimo accompagna la coppia verso un matrimonio più consapevole, la mediazione li accompagna verso una separazione e un divorzio più consci e meno conflittuali.
Va comunque sottolineato che la mediazione non è una psicoterapia, non esplora approfonditamente le percezioni e i sentimenti relativi al passato della coppia, ma ha caratteristiche di intensità, brevità, pragmaticità nella ricerca di soluzioni concrete per armonizzare i bisogni e le opinioni contrapposte della coppia in difficoltà.
La mediazione non è utile ai genitori soltanto perché permette loro di sostenersi vicendevolmente e di sviluppare una maggiore sensibilità al proprio ruolo, essa li aiuta anche ad “apprendere” un ascolto più attento e più autentico dei figli.
 
Dottoressa in Scienze dell’educazione
Consulente dell’educazione familiare
Mediatrice Familiare

Corbi Mariagabriella

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