Legge di stabilità, oggi via libera di Bruxelles

Redazione 28/11/14
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Rinviato a marzo il giudizio finale sulla manovra. Commissione divisa sull’approccio verso l’Italia. Juncker: “No a sanzioni per i Paesi in difficoltà”

Tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it

Sarà un via libera “politico” quello che la Commissione europea darà alla legge di stabilità italiana: il presidente Jean Claude Juncker vuole dare credito, e quindi più tempo, ai Paesi impegnati in sforzi di riforme, e proverà a contenere i malumori di alcuni commissari che non sono soddisfatti di rinviare a marzo l’esame “tecnico” dei bilanci con le eventuali sanzioni per chi viola le regole.
Italia e Francia si salvano così, per il momento, da procedure e richieste di modifiche del bilancio 2015. Questo grazie a un preciso indirizzo politico che Juncker intende dare al suo esecutivo: non sanzioni ma aiuti a riformare e rimettere in sesto i conti pubblici, non bacchettate ma aperture per chi si impegna. E sia Roma che Parigi si sono impegnate a fare delle riforme precise, messe nero su bianco nelle lettere inviate a Bruxelles la scorsa settimana a garanzia degli impegni presi.

>> IL TESTO DELLA LEGGE DI STABILITÀ

La necessità delle riforme
Ora la Commissione le prende in parola: quelle riforme vanno fatte, entro i tempi indicati, pena il venir meno del credito che verrà concesso anche agli altri Paesi che hanno preso impegni scritti come Austria, Finlandia e Belgio. Con un gesto politico Juncker di fatto “congela” ogni ragionamento tecnico fino a marzo: sia l’Italia che la Francia infatti sono già in violazione delle regole del Patto di stabilità. Parigi perché ignora l’obiettivo di riportare il deficit sotto il 3% entro il 2015 e Roma perché non riesce ad abbattere il debito pubblico, violando la “regola del debito” prevista dal Two-Pack.
Se la Commissione avesse voluto applicare i suoi dettami alla lettera, avrebbe potuto già avviare la procedura per debito eccessivo, che comincia con un rapporto con cui Bruxelles dettaglia gli sforzi richiesti e non fatti nel 2013-2014 e indica quindi i rischi di una legge di stabilità che rinvia al 2017 il pareggio di bilancio, con effetti negativi per il debito.

A marzo giudizio definitivo sull’Italia
Ma questo rapporto non sarà scritto almeno fino a marzo, come del resto consentito dalle regole piuttosto vaghe sulla scadenza di tale documento. Verrà certamente ricordato qual è l’obiettivo di aggiustamento strutturale per essere in linea con le regole, ma non sarà ovviamente vincolante fino alla primavera, quando il nuovo esame sui conti e le riforme definirà i prossimi passi. Non arriveranno solo i giudizi sulle leggi di bilancio, ma anche tutti i documenti che danno il via all’esercizio del semestre europeo, ovvero il ciclo annuale di verifiche sui conti pubblici.
Ci sarà quindi l’Annual Growth Survey, cioè l’analisi sulle debolezze economiche della zona euro da affrontare nel 2015 e il nuovo rapporto sugli squilibri macroeconomici che dal 2013 vede l’Italia tra i Paesi con squilibri eccessivi a causa del debito.
Infine, ci sarà anche una valutazione del Six e Two-Pack, che a due anni dalla sua applicazione finisce sotto revisione come previsto dalle regole.

La strategia di Juncker
Ma sarà un documento puramente analitico, senza proposte di modifiche che faranno invece parte della strategia con cui Juncker intende interpretare la disciplina di bilancio, applicando tutta la flessibilità che riuscirà a far digerire ai suoi commissari e ai governi che rappresentano.

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