Legge di stabilità 2015: maxi taglio al fisco imprese da 6,5 miliardi

Redazione 14/10/14
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Confermato l’alleggerimento del Patto di stabilità a favore dei Comuni. Possibili aggiornamenti sulle tasse sulla casa. Ma dove sono le risorse?

Tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it

Ancora poche ore e poi si alzerà il sipario sulla legge di stabilità 2015, la finanziaria tanto attesa, che dovrebbe portare ad alcune radicali innovazioni, in particolare sul fronte fiscale. E il premier Renzi si sbilancia: annunciato un taglio all’Irap per le imprese pari a 6,5 miliardi.
Ospite ieri degli industriali di Bergamo, il presidente del Consiglio ha fornito qualche anticipazione sulla finanziaria che il governo si appresta a varare domani, mercoledì 15 ottobre, nel prossimo Consiglio dei ministri.
Se nelle scorse settimane si era vociferato di una manovra da 20 miliardi di interventi, ora pare che la legge di stabilità sarà ancora più corposa, addirittura fino a 30 miliardi di misure volte a rilanciare l’economia del Paese e la competitività delle aziende.

Le coperture
La metà delle risorse arriverebbe da un aumento del deficit, che sicuramente non incontrerebbe i favori della commissione europea, l’altra metà dalla spending review, che oltre a rimodulare le agevolazioni fiscali per le imprese, vedrebbe un taglio del 3% degli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione, con un intervento progressivo che considererà il tetto agli stipendi degli statali.
La revisione e razionalizzazione delle agevolazioni fiscali per le imprese libererebbe risorse per oltre un miliardo. In particolare si vuole intervenire sui crediti d’imposta, che grazie alle nuove regole contabili gravano in misura molto più pesante sul bilancio, e i regimi agevolati sull’Iva e sulle accise per l’autotrasporto, l’agricoltura e l’editoria.
Altri 5 miliardi dovrebbero arrivare dalla revisione della spesa per gli acquisti della pubblica amministrazione sulla base dei prezzi standard della Consip (la società del ministero dell’Economia, centrale di committenza nazionale, che stila il programma di razionalizzazione degli acquisti nella P.a.), e dai risparmi derivanti dalla dismissione-razionalizzazione di società partecipate locali.
Ulteriori 3 miliardi arriverebbero da una sforbiciata ai trasferimenti dello Stato centrale alle regioni così divisi: 1,5 miliardi dal risparmio sugli acquisti e 1,5 mld dai tagli sulla spesa sanitaria.
I Comuni dovrebbero contribuire alla legge di stabilità con 1,5 miliardi di euro, le province con 500 milioni mentre il taglio di risorse per i ministeri per il 2015 varrà almeno 3 miliardi. Insomma tagli e sacrifici per tutti alle viste, tranne che per la classe politica, sempre che le ipotesi venissero confermate e messe nero su bianco tra qualche giorno.
In ultimo, dal recupero dell’evasione Iva con l’estensione del reverse charge secondo le stime dei tecnici di Via XX Settembre si dovrebbero reperire 600-700 milioni.

I tagli al fisco
Secondo quanto anticipato nelle ultime ore, la mannaia sul peso fiscale dovrebbe rivestire il ruolo predominante nel testo di legge, per un totale di 18,5 miliardi, per quella che Renzi e i suoi acclamano già come la più importante riduzione di tasse mai realizzata in Italia.
In ogni caso, si parte dall’Irap per le imprese che sarà resa integralmente deducibile dalla base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive. Si tratta di un intervento che dovrebbe favorire prima di tutto le imprese di maggiori dimensioni, che potrebbero trarre un beneficio pari al 65% del carico, contro il misero 5-9% destinato alle Pmi.
Dal 2015 sarà cancellata totalmente dall’Irap la componente “lavoro”; e non è tutto. Secondo quanto annunciato dal premier, infatti, per tre anni i contributi dei neo assunti saranno a carico dello Stato. Si tratta di una misura che va a braccetto con il Jobs Act, passato alla Camera dopo la fiducia del Senato, che spinge fortemente per le assunzioni a tempo indeterminato, che saranno proprio le destinatarie di questo intervento.

Tasi
Si valuta un aggiornamento della nuova tassa sulla casa, che sta creando tantissimi grattacapi ai contribuenti e commercialisti per calcolare con esattezza i singoli corrispettivi, al netto di aliquote e detrazioni. Sembra, però, che nel testo in via di presentazione non sarà inserita alcune voce in merito, ma toccherà al Parlamento legiferare in materia, con appositi emendamenti alla legge di bilancio.

Un miliardo di euro per i Comuni. Fassino: “positiva riduzione un miliardo, ora semplificare fisco locale” 
Renzi ha confermato che nell’ambito della legge di stabilità verranno recuperati spazi nel Patto di stabilità a favore dei Comuni per interventi da un miliardo di euro. E ha citato quanto accaduto a Genova: «Dimostra che le riforme di cui abbiamo parlato in questi mesi, che molti dicono che non servono a niente, sono fondamentali: se un’opera pubblica viene bloccata dai ricorsi e dai controricorsi, se lavorano più gli avvocati e i giudici che i manovali, ecco perché va cambiata la giustizia civile, ecco perché lo Sblocca Italia, ecco perché bisogna chiarire le responsabilità».
“La riduzione del Patto di stabilità interno per 1 miliardo a favore degli enti locali, annunciata oggi [ieri] dal Presidente del Consiglio, è certo un passo significativo nella direzione del superamento del Patto. Così come sono certamente significative le annunciate riduzioni fiscali a favore di imprese e lavoro. In tale scenario attendiamo che la legge di stabilità superi la farraginosità e la opacità dell’attuale sistema della fiscalità locale, attribuendo ai Comuni una fiscalità semplice e in esclusiva’’.
Lo ha dichiarato Piero Fassino, Sindaco di Torino e Presidente della Associazione dei Comuni Italiani (ANCI).

Upi, no a nuova stangata su Province e Città metropolitane
Ulteriori nuovi tagli per le nuove Province e per le Città metropolitane appena istituite sono insostenibili: il Governo deve sapere che se così fosse, l’impatto sui servizi ai cittadini sarebbe devastante”.  È il commento del Presidente dell’Upi, Alessandro Pastacci, alla notizia della previsione di ulteriori 500 milioni di tagli ai bilanci delle Province e delle Città metropolitane, previsti dalla legge di stabilità su cui il Governo sta lavorando.  “Siamo preoccupati ed amareggiati:  in questi mesi abbiamo lavorato in pieno spirito di collaborazione con il Governo, e nel confronto è stata dimostrata, dati alla mano, l’insostenibilità effettiva del taglio di 440 milioni già effettuati con la spending review del 2014. Lo stesso Governo, a più riprese, ha confermato la necessità di prevedere una mitigazione del contributo, anche per consentire alle nuove Province e alle nuove Città metropolitane di assicurare il mantenimento dei servizi ai cittadini. Ora, incomprensibilmente,  non solo di questa riduzione di taglio non si ha più traccia, ma nella Legge di stabilità si prevedono ulteriori 500 milioni. Questo è il benvenuto che il Governo dà agli amministratori appena eletti nelle Province e nelle Città metropolitane.

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