Legge 104, permessi e agevolazioni: quali malattie vi danno diritto?

Redazione 03/05/17
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La Legge 104/92 disciplina la situazione economica, fiscale e previdenziale dei soggetti affetti da disabilità, invalidità e inabilità. Tra le definizioni che vengono date, al fine di inquadrare giuridicamente ciascuna situazione, ricorre anche quella di “persona handicappata”, descritta come “colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione”.

L’aspetto problematico che emerge dalla disciplina legislativa, tuttavia, è collegato al fatto che non esista un automatismo per il quale vengano ricollegate ad uno status di handicap determinate patologie. Ciò in quanto la valutazione è strettamente discrezionale, a seconda del contesto sociale in cui è inserito l’interessato.  Quest’ultima è rimessa a commissioni operanti presso le varie Asl dislocate sul territorio italiano, le stesse alle quali sarà affidato il compito di accertare anche il grado di invalidità civile, ma integrate da un operatore sociale e da un medico dell’Inps.

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Handicap: non grave, grave o superiore ai 2/3?

La procedura di convalida dello status di handicappato è piuttosto lunga e complicata, ma al suo termine possono essere riconosciuti alcuni benefici, nonché agevolazioni, al soggetto richiedente. In particolare, verrà eseguita una valutazione, da parte della commissione medica, volta ad appurare la situazione non grave, grave o superiore ai 2/3 di handicap del soggetto, nonché l’eventuale sussistenza di una percentuale di invalidità o inabilità ad essa correlata.

Nella stessa sede, poi, potrebbe emergere anche la necessità di un accompagnamento, con il relativo diritto all’indennità, e la non autosufficienza del soggetto.

 

Agevolazioni Legge 104: quali disabili ne hanno diritto?

Il possesso dell’handicap in situazione di gravità, di per sé, non dà diritto a una pensione, ma dà diritto alle seguenti agevolazioni, per il disabile, o per i familiari che lo assistono:

  • permessi lavorativi retribuiti, per sé stesso o per i familiari che lo assistono, pari a 3 giorni al mese, frazionabili anche in modalità oraria;
  • rifiuto al trasferimento e al lavoro notturno;
  • priorità di scelta nella sede, se dipendente pubblico;
  • congedo straordinario retribuito, per un massimo di due anni nella vita lavorativa;
  • agevolazioni fiscali per l’acquisto di sussidi ed attrezzature, per le spese mediche e di assistenza specifica.

Nel caso in cui al disabile venga riconosciuta anche l’inabilità per assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa, ottiene il diritto alla pensione d’inabilità, se possiede almeno 5 anni di contributi versati, di cui 3 anni nell’ultimo quinquennio e 5 anni di anzianità assicurativa; in mancanza, ha diritto alla sola pensione per invalidi civili totali, qualora non superi un determinato limite di reddito.

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Nel caso in cui la gravità della situazione di handicap sia invece superiore ai 2/3, può aver diritto all’assegno ordinario d’invalidità, in presenza dei requisiti contributivi minimi; in loro assenza, ha diritto all’assegno d’invalidità civile, ma deve superare la percentuale d’invalidità del 74%, e non oltrepassare 4.800,38 euro annui di reddito.

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