Le tossicodipendenze nel diritto cantonale ticinese

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Si ringrazia il Dottor Serafino Privitera del Penitenziario << La Stampa >> di Lugano per aver fornito prezioso materiale bibliografico utile ed anzi indispensabile ai fini della presente pubblicazione

 

Introduzione.

 

L’Art. 4 comma 2 lett. a) della Legge Cantonale ticinese sull’applicazione della BetmG (LCStup) impone, ogni quattro anni, il rinnovo di un Piano Cantonale di Interventi (PCI) per il contrasto alla tossicodipendenza. L’iter prevede la discussione del PCI da parte di un Gruppo di Esperti (GE) interno al Consiglio di Stato, dopodiché le eventuali modifiche e l’approvazione definitiva competono al Gran Consiglio ticinese (lett. a Art. 2 LCStup). Ormai, negli Anni Duemila, la cura della tossicomania deve affrontare sfide impensabili sin o ad una quindicina d’anni fa. Basti pensare alla ludopatia, alla cyber-dipendenza, alle nuove sostanze semi-legali, all’invalidità fisica permanente dei tossicodipendenti nonché alle poli-tossicomanie, con tutte le conseguenze medico-tossicologiche che ne derivano, tanto nel breve periodo quanto nel corso dei decenni. In Canton Ticino, e non solo, gli Anni Duemila hanno fatto registrare un vertiginoso aumento del consumo occasionale. Pertanto, in questo caso, il nodo centrale del problema diventa la prevenzione e/o il distacco immediato dalla sostanza che potrebbe recare ad una vera e propria dipendenza cronica. Naturalmente, non può mancare la perenne protezione dei minorenni e dei giovani adulti. Per conseguenza, occorre, anche in Ticino, ripensare e ri-contestualizzare il ruolo delle Istituzioni Scolastiche.

Cambiare l’approccio alle tossicodipendenze non significa abbandonare, bensì modernizzare i <<Quattro Pilastri >> della prevenzione, ella terapia, della riduzione del danno e della repressione. Il cruciale Referendum Popolare elvetico del 2008 ha recato ai due basilari Progetti << Psychoaktiv >> del 2008 e << Sfida alle Dipendenze >> del 2010. E’in fase di allestimento pure il nuovo Programma federale <<Strategia Nazionale Dipendenze >> avviato nel 2014 dalle Autorità centrali di Berna. I tre summenzionati Metodi si sono finalmente concretizzati nel riconoscimento della pericolosità acuta di sostanze perfettamente legali, come le smart drugs vegetali a vendita libera, le bevande alcooliche, molti farmaci da banco ed il tabacco. Inoltre, in epoca attuale, si è diffuso l’utilizzo terapeutico di oppiacei “ a scalare “ e nei pressi dei locali notturni si sono moltiplicati in modo capillare i laboratori chimici mobili a quattro ruote (drug checking). Grazie a tale offerta tossicologica itinerante ed immediata sono oggi possibili analisi gratuite dell’ecstasy in forma anonima e non vincolante. Come sottolineato, nel 2014, dall’Istituto di Scienze Politiche dell’Università di Zurigo, non esiste più l’ossessione a-tecnica e mono-tematica per questioni come l’alcoolismo, il tabagismo e le droghe illegali tipiche di una trentina d’anni fa, ovverosia la cocaina e l’eroina, analizzate e contrastate in una prospettiva non poli-tossicomaniacale. Attualmente, la ratio predominante consta nella tutela della << salute pubblica >>, come confermato de jure condendo dal Progetto di Modifica della LCStup presentato in data 14/03/2012 presso il Gran Consiglio del Ticino. Oggi, come dimostra la dolorosa tematica degli omicidi stradali colposi, il consumo di droghe reca a gravi conseguenze irreversibili per l’intera collettività e non soltanto per il singolo assuntore. Inoltre, l’Anti-psichiatria, in Svizzera, ha dimostrato che il tossicomane, già prima di far uso o abuso di sostanze, presentava turbe mentali che vanno poi curate e che comunque sono spesso amplificate ed aggravate dai preparati illegali di matrice stupefacente, psicotropa o psicoattiva. Il tossicomane è, prima di tutto, un perdente nella vita. Egli auto-distrugge la propria famiglia, il proprio lavoro e la propria stabilità economica ed abitativa. L’assuntore di droghe invecchia precocemente, perde le proprie potenzialità lavorative e ben presto si vede costretto a ricorrere all’hausing sociale o a Comunità permanenti per ritrovare la salute ed un minimo di dignità umana.

 

Le Basi giuridiche dell’evoluzione del nuovo Diritto Cantonale ticinese sugli stupefacenti (LCStup)

 

Il PCI del 2015, in Canton Ticino, è stato assai influenzato dalla novellazione semi-totale della BetmG federale, in vigore dallo 01/07/2011. A sua volta, la Revisione legislativa del 2011 ha fortemente risentito degli esiti della pregressa consultazione referendaria nazionale del 2008. Ognimmodo, sin dalla seconda stesura del 1975, la BetmG e, per conseguenza, la LCStup ticinese si fondavano sulla Teoria dei << Quattro Pilastri >>, fatto salvo il perenne dilemma se ed in che misura sanzionare il consumo di una modesta quantità per uso esclusivamente personale. In buona sostanza, il dubbio costante è stato ed è se il singolo tossicodipendente vada sanzionato in senso penalistico o, viceversa, curato ed inserito in un percorso di riabilitazione psico-fisica.

Sin dall’ormai lontano 1975, in Svizzera, la Politica Criminale ha dovuto decidere se impiegare la massima inflessibilità legalistica, oppure se modellare la Normativa qualificando il tossico alla stregua di un malato bisognoso di assistenza medica, anziché di sanzioni di tipo carcerario.

Nulla di eccelso è indicato nell’Art. 1 BetmG:

Art. 1 BetmG

Scopo

La presente Legge ha lo scopo di: 

a.      prevenire il consumo non autorizzato di stupefacenti e di sostanze psicotrope, segnatamente promuovendo l’astinenza 

b.      disciplinare la messa a disposizione di stupefacenti e di sostanze psicotrope a fini medici e scientifici 

c.       proteggere le persone dagli effetti nocivi per la salute e sotto il profilo sociale provocati da turbe psichiche e comportamenti legati alla dipendenza 

d.      preservare l’ordine pubblico e la sicurezza dai pericoli derivanti dagli stupefacenti e dalle sostanze psicotrope 

e.       lottare contro gli atti criminali che sono in stretta relazione con gli stupefacenti e le sostanze psicotrope

 

Altrettanto scontata è l’enunciazione dei << Quattro Pilastri >> nell’Art. 1 a BetmG, ovverosia:

Art. 1 a BetmG

Principio dei quattro pilastri

La Confederazione e i Cantoni prevedono misure nei quattro settori seguenti (principio dei quattro pilastri): 

a.      prevenzione 

b.      terapia e reinserimento

c.       riduzione dei danni e aiuto alla sopravvivenza

d.      controllo e repressione

In tale ambito, la Confederazione e i Cantoni tengono conto delle esigenze della protezione generale della salute e della gioventù

E’ utile anche esaminare l’Ordinanza federale sulla dipendenza da Stupefacenti (ODStup – 25/05/2011). Essa si fonda sul trinomio prevenire-curare-ridurre i danni. La prevenzione (Art. 3 ODStup) consta anzitutto nel << promuovere l’astinenza totale >> impedendo il consumo sin dalla prima adolescenza. Fare terapia (Art. 6 ODStup) coincide, in definitiva, col ripristinare l’astinenza <<promuovendo il reinserimento sociale e professionale >> del soggetto uncinato. Infine, la ratio della riduzione del danno (Art. 26 ODStup) risulta la più complicata ed articolata, nel senso che essa necessita, a livello fattuale, di poter << informare su forme di consumo meno rischiose [ e ] proteggere terzi e spazi pubblici da conseguenze connesse con le dipendenze >>. Il pensiero corre alla distribuzione gratuita di siringhe sterili monouso.

Purtroppo, tanto nella BetmG quanto nella ODStup, manca una definizione autentica del << quarto Pilastro >>, consistente nel controllo repressivo e socio-giuridico della PG e dell’AG. Attualmente, soprattutto in Canton Ticino, si è assistito ad un temperamento istituzionale per le ipotesi meno gravi, come dimostra lo strumento della << multa disciplinare per il consumo di [ meno di 10 grammi ] di cannabis>>. Tale Norma è entrata in vigore addì 01/10/2013 con il nuovo Art. 19 b comma 2 BetmG e con gli Artt. dal 28 a al 28 f BetmG. Anche la LCStup, in Ticino, ha introdotto la multa disciplinare per la modica quantità dallo 01/07/2014, il che non toglie la lotta senza tregua al narcotraffico organizzato ed allo spaccio di calibro internazionale.

 

Le Politiche nazionali anti-droga nella Confederazione elvetica.

 

In linea generale e fors’anche troppo teorica, i Principi-cardine del contrasto alle droghe, nella Confederazione elvetica, sono tutt’oggi quelli enunziati dalle due Direttive / Progetti << Psychoaktiv >> del 2008 e << Sfida alle dipendenze >> del 2010. Il grande merito storico-giuridico di << Psychoaktiv >> è stato quello di contrastare il consumo e/o la dipendenza cronica dalle sostanze non soltanto illegali, ma anche legali o semi-illegali come le droghe vegetali, i funghi allucinogeni non vietati ed i farmaci potenzialmente pericolosi e facilmente modificabili. Anche << Sfida alle dipendenze >> ha tentato di azzerare le poli-tossicomanie derivanti dalla devastante mescolanza di alcool, cocaina, eroina, ecstasy e persino tabacco. Prima del 2010, la Criminologia e la Medicina Legale erano eccessivamente focalizzate sull’oppio e sulla cocainomania, allorquando era ed è necessario prevenire, reprimere e curare tutte le dipendenze, comprese le farmaco-dipendenze e la tossicomaniacalità derivante da nuove sostanze apparentemente neutre come le smart drugs e le piante commestibili ad effetto psichedelico o psicoattivo. Oltretutto, le vendite semi-illecite e non monitorabili via Internet hanno creato un mercato accessibile a tutti e senza limiti anagrafici, spaziali e temporali. Inoltre, la rete Web e le televisioni via satellite pubblicizzano senza remore preparati apparentemente innocui per lo sport, per il tempo libero e financo stimolanti per il membro maschile con effetti altamente nocivi sotto il profilo andrologico e cardiologico.

Altrettanto importanti sono due Ricerche sortite dall’<< Accademia svizzera sulle dipendenze e sulle competenze in tema di consumo >>. Il primo Protocollo scientifico è intitolato << Systèmes de régulation des substances psychoactives >> ed è stato edito nel 2014. Esso criminalizza, senza buonismi o ipocrisie politicamente corrette, non soltanto le droghe tradizionali, nel senso novecentesco, ma pure le bevande alcooliche e le apparentemente indifferenti sigarette. In secondo luogo, assai importante è stato, sempre nel 2014, lo Studio francofono << Compétence en matière de consommation: entre responsabilité individuelle et responsabilité collective >>. Tale seconda Comunicazione istituzionale dell’Accademia svizzera sulle dipendenze ha tentato di coinvolgere tutti gli attori << esterni >> al mondo della tossicomania, come la famiglia, la scuola e l’intera Pubblica Amministrazione tanto cantonale quanto federale. In particolar modo, è oggi quanto mai basilare distinguere tra abuso cronico, uso saltuario ed uso ludico-ricreativo. Molte volte, il mondo del cinema e delle televisioni induce a condotte malsane senza informare accuratamente e, soprattutto, sinceramente, gli assuntori, siano essi in età giovanile oppure no. P.e., il consumo di droghe legalizzate come i vini, le birre ed il tabacco fornito dai distributori automatici sono una costante antropologica da più di tre Millenni. Pertanto, non è facile stabilire a che punto termini o meno il diritto all’auto-determinazione. Oppure ancora, si ponga mente alla cannabis, molto diffusa in Canton Ticino. Il THC, in concreto, ha numerose funzioni presso gli adolescenti, come l’anticipazione dell’età adulta, la trasgressione, la sperimentazione, il rito di passaggio, la celebrazione del piacere, la via di fuga, la complicità, il rinsaldamento dei rapporti di amicizia. Provvidenzialmente, la maggior parte delle esperienze giovanili non recano ad un uncinamento di lungo periodo ed il consumo occasionale viene auto-limitato grazie al tempestivo intervento repressivo delle figure genitoriali e del Medico di famiglia.

Nel 2014, la Confederazione elvetica ha incaricato l’Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP) di elaborare il Progetto << Strategia Nazionale Dipendenze >>, il quale, dopo la discussione, nel 2015, in seno al Consiglio Federale, ha cominciato ad essere concretizzato da tutti i 26 Cantoni nei primi mesi del 2017. In realtà, per sintetizzare, esiste una continuità tematica e giuridico-applicativa tra << Psychoaktiv >> del 2008, << Sfida alle dipendenze >> del 2010 e, infine, << Strategia Nazionale Dipendenze >> del 2017. La base d’intenti rimane sempre e comunque la Politica anti-droga dei << Quattro Pilastri >>.

Nel 2014, l’<< Istituto di Scienze Politiche dell’Università di Zurigo >> ha pubblicato, unitamente all’UFSP, il Censimento Nazionale << Analyse de la politique en matière des addictions en Suisse: les coalitions de cause dans les domaines de l’alcool, du tabac et des drogues >>. Da tale Rapporto ufficiale è emerso che la Sanità svizzera, sia pubblica sia privata, sottovaluta con leggerezza gli effetti delle bevande alcooliche, delle vodke, dei liquori e del tabagismo. Oggi, infatti, vini, liquori e birre sono quasi sempre consumati insieme a sostanze psicotrope più pesanti, come l’ecstasy e la cocaina. Pure << Addiction Suisse >> (ex ISPA) ha puntato il dito contro il troppo dimenticato abuso dell’alcool e contro la nuova piaga sociale della ludopatia.

La società contemporanea offre droghe legali con eccessiva generosità. In Canton Ticino, è stato varato il << Piano cantonale alcool >> del 2014, scaturito dal Messaggio 7011 del 17/12/2014 sulla Mozione del 15/12/2012 rubricata << Introduzione di un Piano d’azione cantonale sull’Alcool >>. Molto ancora va fatto, almeno durante la Scolarità obbligatoria, per abituare i ragazzi a non miscelare mai bevande alcooliche o super-alcooliche con la canapa e con l’MDMA. Un ulteriore aiuto proviene anche, sempre in Canton Ticino, dal nuovo << Piano cantonale tabagismo >> (PCT 2015 – 2018), giacché spesso dal fumo di sigaretta il giovane passa ben presto alla marjuana ed all’haschisch. In terzo luogo, sempre in Ticino, nel 2013 e nel 2014, è stata istituita la << Commissione Fondo gioco patologico >>, pur se risulta assai difficile, nella Svizzera italiofona, contrastare la radicata tradizione novecentesca dei Casinò e dei Kursal. Il Programma ticinese << Giovani e nuovi Media >>, introdotto nel 2013, ha permesso la proiezione, negli Istituti Scolastici, di numerosi video contro le mode tossico-maniacali pubblicizzate dalle televisioni. In realtà, molto rimane ancora da fare. Le tossicodipendenze, in Svizzera, sono troppo sottovalutate. Il Canton Ticino non è certamente un’isola felice se confrontato con la vicina e simile Italia. La prevenzione è scarsa e le cure mediche intervengono sovente quando l’individuo è ormai uncinato e fisicamente debilitato.

 

Tendenze e nuove mode tossicomaniacali nel PCI 2015 in Canton Ticino.

 

Negli Anni Duemila, in Canton Ticino e pure in tutta la Confederazione, non ha più senso incentrare il dibattito sulle sole droghe << illegali >>, in tanto in quanto, nelle discoteche, nelle birrerie e nei locali notturni, sono utilizzati farmaci perfettamente legali con effetto stimolante (le cc.dd. << lifestyle drugs >>, impiegate senza finalità terapeutiche ed utilizzate per resistere al sonno, alla fatica ed ai ritmi assordanti dei balli Techno). Il giovane discotecaro del Sabato sera ha paura di fallire e si auto-impone un edonismo sfrenato che gli consenta di vivere in sintonia con i propri sventurati coetanei ed amici di tali oscuri viaggi infernali.

Oggi, in Canton Ticino, esistono ragazzi che vivono nell’astinenza totale da droghe, altri ragazzi che consumano sostanze con precauzione e riducendo i danni e, in terzo luogo, vi sono eroinomani e cocainomani ultra-quarantenni ormai debilitati irreversibilmente sotto il profilo psico-fisico. Secondo il Gruppo d’Esperti (GE) che ha allestito il PCI 2015, le responsabilità e le fragilità individuali vanno studiate nel contesto di una società che salta il piacere, la nullafacenza e la mancanza di responsabilità. Le televisioni e la pornografia semi-liberalizzata costituiscono due delle fonti principali di tale sotto-sviluppo culturale. Il GE ed il Consiglio di Stato, nei Lavori Preparatori al PCI 2015, esaltano giustamente il trinomio medico-forense <<< crescere in salute, lavorare in salute ed invecchiare in salute >>. Il GE, dal 2013 a tutt’oggi, ha potuto beneficiare di molto denaro pubblico, soprattutto a beneficio di << Radix Svizzera Italiana >>, la quale ha capillarmente diffuso progetti ed incontri sulla salute adolescenziale in età scolastica. Nel 2003, inoltre, è stato attivato, in Ticino, il << Forum per la promozione della salute nella Scuola >>, il tutto sempre e fedelmente finanziato dal Consiglio di Stato, a prescindere dal singolo e contingente orientamento politico. A sua volta, il predetto Forum si distingue in varie decine di sotto-gruppi di lavoro, che presentano periodicamente campagne di prevenzione e di riduzione dei danni in ambito educativo.

Nel senso positivo dei lemmi, il Governo Cantonale ticinese reca innanzi, da almeno 14 anni, una vera e propria << ossessione >> informativa e divulgativa. Il ragazzo deve avere la possibilità di evitare qualsivoglia contatto con le sostanze d’abuso, anche se, nella vita concreta, sarà poi quasi impossibile azzerare totalmente le prime esperienze iniziatiche di gruppo. Un altro ambito sino ad ora sottovalutato è quello delle sostanze anabolizzanti originariamente nate per il doping sportivo e successivamente utilizzate, specialmente nel Regno Unito e negli USA, per usi socio-ricreativi durante il tempo libero. Anche in questo caso, siffatti stimolanti, pur essendo assai pericolosi, sono erroneamente reputati come innocui rispetto a preparati più tradizionali come la cocaina, l’eroina e gli acidi psicoattivi.

 

Il dramma della canapa in Canton Ticino.

 

Vista la Letteratura tossicologico-forense degli anni Duemila, fa sorridere l’utopistica proposta di utilizzare la cannabis nella Medicina Oncologica. Come dimostrato dall’<< Operazione Indoor >> del 2003, gli effetti benefici e rilassanti del THC e degli altri 63 cannabinoderivati sono un placebo inutile, non curativo e non risolutivo. In Canton Ticino, sono ben noti i pericoli psico-fisici derivanti dal fumare marjuana ed haschisch cc.dd. << spaccatesta >>. La cronaca nera pullula di frequenti casi di omicidio volontario, omicidio stradale e stupri di gruppo imputabili all’uso della canapa. Sotto il profilo giuridico, attualmente, la BetmG federale e la LCStup ticinese vietano il THC e si manifestano giustamente e doverosamente consapevoli dell’effetto psicoattivo dannoso della cannabis. Ciononostante, in alcuni Ordinamenti, si continua a parlare dell’<< uso ricreativo >> di tale stupefacente. Negli USA, le Autorità federali hanno lasciato ai singoli Stati dell’Unione eventuali libere decisioni di stampo anti-proibizionista. Egualmente possibiliste sono pure le Nazioni Unite, con la Risoluzione 57/5 del 21/03/2014 della Commission on Narcotic Drugs e anche con la successiva Risoluzione 67/193 ONU. A parere di chi scrive, siffatte eccentriche e modernistiche aperture populistiche vanno drasticamente rigettate, in tanto in quanto la marjuana e l’haschisch, nel lungo periodo e dopo un uso abitudinario, provocano irritabilità ed aggressività ed inducono a stili di vita border-line difficilmente trattabili. Basti pensare alle centinaia di violente aggressioni fisiche provocate dal THC, che è liposolubile, e che, allorquando esso è unito all’aloperidolo dopo molti anni di intossicazione irreversibile, provoca incontenibili scoppi di rabbia. Va condannata senza mezze misure, nella Confederazione, la Proposta politica del 2014 di aprire (rectius: riaprire) Cannabis Social Clubs, i quali stanno forse facendo dimenticate ai ticinesi il Milionario sottobosco criminale e criminogeno creatosi a causa dei canapai, specialmente nel Mendrisiotto. Il THC deve essere tassativamente, radicalmente e vigorosamente proibito, come già accade grazie allo strumento della multa disciplinare nei confronti di chi, se maggiorenne, viene colto in possesso di non più di 10 grammi di canapa per uso personale.

Sciaguratamente e deplorevolmente, nel 2014, il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha avviato indagini esplorative vivamente auspicate dalla losca e semi-illegale << Associazione Cannabis Ricreativa Ticino >> (ACRT). In buona sostanza, l’ACRT desidererebbe tornare alla situazione di 16 / 17 anni fa, come se non fossero bastati costi sociali, turismo per droghe, ricoveri coatti in ospedale ed autentici drammi nelle famiglie con prole in età giovanile. Chi redige auspica la fine radicale di qualsivoglia tendenza liberalizzatrice in tema di canapa. Provvidenzialmente, nel 2014, poco prima di dar corso al PCI 2015, il GE non ha nascosto la precocità oggettiva di << esordi psicotici >> provocati dal THC sin dalla prima adolescenza. Nonostanti le tendenze progressiste di Spagna e Francia, non esiste un vero e proprio uso ricreativo della cannabis, che deve rimanere qualificabile e qualificata legislativamente come una sostanza più che dannosa, pericolosa e considerata al pari della cocaina e della psilocibina.

 

I laboratori chimici a quattro ruote (Drug checking).

 

Nell’impossibilità di azzerare il consumo di ecstasy o altre sostanze d’abuso sintetiche, rimane tuttavia ancor praticabile la strada della riduzione del danno. Sino ad una ventina d’anni fa, i << Drug checking>> erano impiegati nei quartieri più a rischio della Svizzera germanofona per distribuire materiale informativo e siringhe sterili monouso. Oggi, invece, i laboratori mobili entrano in funzione durante le ore notturne tra il Sabato e la Domenica, posizionandosi strategicamente di fronte a discoteche ed altri luoghi di spaccio per giovani. La finalità principale dei << Pillentesting >> consiste nel fornire ai ragazzi, più o meno uncinati, un’analisi chimica preventiva gratuita dell’MDMA, dei cristalli solubili, del GHB e degli acidi psicoattivi. Il giovane, per tal via non vincolante e solamente propositiva, viene correttamente informato e, se vorrà, potrà non assumere la sostanza acquistata, oppure assumerla senza poi guidare automobili. Il Sistema dei << Drug checking >> ha ridotto cardiopatie, infarti, collassi, incidenti stradali ed overdoses nei disco-pubs di Zurigo e di Berna. Nella Svizzera di lingua tedesca, la popolazione giovanile, da più di una decina d’anni, ricorre senza pudori o timori alle analisi preventive, specialmente in tema di ecstasy. Dal 2010, in Canton Ticino, il GE auspica la nascita e la diffusione stabile dei << Pillentesting >>, ma, per ora, si tratta di comportamenti preventivi non conformi alla mentalità adolescenziale nella Svizzera italiofona.

 

Raccomandazioni del GE alla Confederazione ed al Consiglio di Stato ticinese.

 

Nell’autunno del 2014, il GE, con la collaborazione dell’Università di Losanna e dell’UFSP di Berna, ha pubblicato il Rapporto francofono << Analyse des besoins de la prise en charge des persone dépendantes en Suisse >>. Molto utile è stato, a tal proposito, il contributo tecnico dell’Istituto Universitario di Medicina Sociale e Preventiva e del CHUV di Losanna. La ratio di questo recente Rapporto del GE era ed è quella di capire se il Ticino e gli altri Cantoni si stiano approcciando correttamente o meno a problematiche vecchie e pure nuove, come il tabagismo, l’alcoolismo, l’eroinomania, la cocainomania, la ludopatia, il THC e le cyber-dipendenze. In generale, il GE reputa che la Confederazione, in tutti i propri Cantoni, sia riuscita ad offrire prese in carico e consulenze mediche sufficienti, eccezion fatta per i poli-tossicodipendenti più giovani, che mescolano sostanze tossico voluttuarie in modo disordinato ed imprevedibile, con gravi danni per il cuore, il cervello ed il sistema nervoso centrale.

Solitamente, in Svizzera, è il Medico di Famiglia che prende in carico, con la dovuta tempestività e diligenza, gli ultra-quarantenni affetti da eroinomania, cocainomania, alcoolismo cronico e farmacodipendenze. Gli eroinomani, negli anni Duemila, manifestano, contestualmente, malattie fisiche, malattie mentali e devianze anti-sociali che li spingono lentamente ai margini del tessuto collettivo. Viceversa, i cocainomani << in giacca e cravatta >> appartengono ad insospettabili ceti sociali medio-alti e la loro dipendenza, pur essendo problematica, si concretizza nel chiuso di lussuose dimore irraggiungibili dagli Operatori tradizionali, abituati alle strade, alle piazze ed alle periferie anonime. Una terza categoria di tossicomani poco trattabili è costituita dagli stranieri alloglotti non integrati, che iniziano seri percorsi di disintossicazione soltanto dopo ricoveri d’urgenza per overdoses impreviste, collassi o problemi cardio-respiratori. Molto simile è pure lo scenario di squallore che vede protagonisti gli assuntori metropolitani senza una fissa dimora e privi di una genuina rete di aiuti interpersonali reciproci. In ogni caso, il GE, nel 2014, ha riscontrato sempre contesti di poli-tossicomania, p.e. nel frequente caso della cocaina mescolata o alternata con bevande alcooliche e benzodiazepine assunte senza un regolare controllo medico.

 

Le vecchie e le nuove forme di tossicomania in Canton Ticino.

 

Nel PCI 2014 nonché nel PCI 2015, è stato registrato un calo del numero di soggetti uncinati dall’eroina, che è attualmente consumata da ultra-quarantenni affetti da un’eroino-dipendenza cronica ed ormai irreversibile. L’Europol, nel 2013, in << EU drug markets Report >>, ha confermato che, in tutto il territorio svizzero, l’oppio non fa più parte delle mode giovanili. Il tipico eroinomane ticinese è più che adulto, socialmente border-line, emarginato, disoccupato e privo di una fissa dimora. Nel PCI 2011, la Pubblica Amministrazione della Svizzera italiofona è riuscita a distribuire un discreto numero di alloggi protetti a beneficio degli assuntori di eroina per via endovenosa. Ciononostante, la precarietà abitativa, purtroppo, non è né l’unico né il principale problema per chi fa uso di droghe pesanti sin dagli Anni Ottanta del Novecento. La verità nuda e cruda è che gli appartamenti protetti non servono ad alcunché se manca dopo una contestuale rete di appoggio terapeutico. Ovverosia, l’alloggio stabile non ha un effetto dissuasivo di lungo periodo e ben presto ritorneranno le abitudini poli-tossicomaniacali, quasi sempre aggravate dall’abuso di bevande alcooliche. L’eroinomane ha bisogno di astinenza totale da qualunque preparato tossico-voluttuario, al fine di non ripetere la catena negativa ed inarrestabile dello sfratto, dunque del carcere, dell’emarginazione, dei ricoveri e degli internamenti psichiatrici. Non si tratta di abitare bene, bensì di accettare le cure mediche e farmacologiche indispensabili. Chi usa oppiacei non sa sviluppare una propria autonomia di vita. Ciò premesso, va amaramente notato che l’eroinomane non sarà comunque mai autonomo. Sarà sempre necessario l’intervento medico-socio-assistenziale di Operatori concreti e realisti, pronti a sopportare un numero non scarso di ricadute, ospedalizzazioni e patologie connesse e/o pregresse.

Quando un Piano di Recupero fallisce, nella maggior parte dei casi, manca la collaborazione sincera e faticosa del tossico, che subisce passivamente il recupero senza alcun sforzo individuale. La dipendenza dall’alcool e dalla cannabis è trattabile con interventi meno invasivi, mentre la cocaina, l’eroina, la morfina ed il crack comportano un accompagnamento totalizzante. Esiste poi anche il caso assai mal gestibile dei minorenni e dei giovani adulti, che debbono essere << ingaggiati >> con modalità del tutto specifiche, alla luce del fatto che la loro formazione pedagogica non è ancora completata. Le esigenze di un assuntore 17.enne di ecstasy non coincidono con quelle di un 45.enne eroinomane. Inoltre, l’adolescente non consuma oppiacei nel chiuso di un appartamento, bensì sperimenta droghe reperibili in luoghi informali ed imprevedibili, come le strade, le piazze, le stazioni ferroviarie e le discoteche. Il PCI 2015 si è adeguato agli scenari tossicomaniacali degli Anni Duemila e la conseguenza è che le modalità (ri)educative sono completamente cambiate rispetto ad una trentina d’anni fa.

Un terzo problema, già presente nel PCI 2013, è costituito dai tossicodipendenti che entrano in contatto con la Magistratura cantonale a causa di fenomeni delinquenziali provocati dal mondo delle sostanze illecite. Nel bene e nel male, dal 2011, l’Art. 3c BetmG conferisce la possibilità di segnalare il tossico quando un Docente o un Operatore sociale venga a conoscenza dell’uso di sostanze psicoattive illecite da parte di un ragazzo, minorenne e non. In Canton Ticino, la facoltà di segnalazione è stata oggetto di molte critiche filo-garantistiche o pseudo-garantistiche, mentre, negli altri Cantoni, la denuncia è diventata una prassi ordinaria.

Art. 3 c BetmG

Facoltà di segnalazione

I servizi ufficiali e i professionisti operanti nei settori dell’educazione, della socialità, della salute, della giustizia e della polizia possono segnalare alle istituzioni di cura o di aiuto sociale competenti i casi esistenti o a rischio di persone affette da turbe legate alla dipendenza, segnatamente ove si tratti di bambini e giovani, se

a.      li hanno riscontrati nell’esercizio della loro attività ufficiale o professionale

b.      sussiste un pericolo considerevole per gli interessati, i loro congiunti o la collettività

c.       ritengono che una misura assistenziale sia opportuna

Se la segnalazione riguarda un bambino o un giovane di età inferiore ai 18 anni, va informato anche il suo rappresentante legale, salvo che vi si oppongano gravi motivi

I Cantoni designano istituzioni di cura o di aiuto sociale qualificate, pubbliche o private, competenti per assistere le persone segnalate, segnatamente i bambini o i giovani a rischio

 Il personale delle istituzioni di cura o di aiuto sociale competenti è tenuto al segreto d’ufficio ed al segreto professionale secondo gli articoli 320 e 321 del Codice penale. Esso non soggiace all’obbligo di testimoniare in giudizio o d’informare, nella misura in cui le dichiarazioni si riferiscano alla situazione personale degli assistiti o a un reato secondo l’articolo 19a

 

Messaggio 7068 del 25/03/2015. Dipartimento della Sanità e della Socialità del Canton Ticino.

Presentazione del PCI 2015.

 

In data 25/03/2015, il Consiglio di Stato del Ticino, assunto il parere del GE, ha presentato al Gran Consiglio, ex comma 2 lett. a Art. 4 LCStup, il Piano Cantonale quadriennale degli Interventi nel campo delle tossicomanie (PCI 2015)

Nel PCI 2015, il GE afferma che le devianze tossicomaniacali, in Canton Ticino, sono, in buona sostanza, sotto controllo e, dunque, è riscontrabile, nella Svizzera italiofona, una situazione certamente negativa, ancorché non emergenziale. In particolar modo, non sono aumentati i trattamenti sostitutivi con metadone e bruprenorfina, è sceso il numero dei decessi per overdose ed è stabile la cifra dei collocamenti residenziali. Del resto, tale è la condizione anche negli altri 25 Cantoni.

Il PCI 2015 s’innesta nel solco delle nuove Politiche svizzere contro le droghe degli Anni Duemila. In particolar modo, dopo la novellazione semi-totale del 2011, la BetmG e la Magistratura si stanno concentrando anche sulle smart drugs vegetali e sulle bevande alcooliche, definite, senza perifrasi, <<droghe legali >> liberamente acquistabili, soprattutto a causa della rete Internet. Attualmente, le sostanze allucinogene e stimolanti psico-fisicamente pericolose sono innumerevoli ed apparentemente innocue, tant’è che, tra il 2014 ed il 2015, il Consiglio di Stato ha allestito e messo in opera Programmi di contrasto all’alcool ed alle sigarette. Oggi, secondo il GE nel PCI 2015, è e sarà inevitabile, entro certi limiti, l’abuso giovanile di sostanze per fini ricreativi, il che non reca ad una tossicodipendenza nel senso proprio, ma ad un consumo problematico che è fonte, ogni settimana, di tragici incidenti stradali, guida pericolosa, stupri di gruppo, atti di vandalismo, disordini e risse nei pressi dei locali di aggregazione notturna.

Con molto realismo ed alla luce degli Artt. 26 e 27 ODStup, il Consiglio di Stato ticinese afferma che, nel contesto delle (poli)tossicodipendenze l’essenziale è ridurre il danno e tutelare la salute di chi, giovane o meno giovane, fa uso di sostanze tossico-voluttuarie. Inoltre, il GE, anche nel PCI 2015, ribadisce concetti ormai noti da più di una trentina d’anni, come impedire ai minori l’accesso all’alcool, proteggere piazze, parchi e stazioni, non sottovalutare preparati psicoattivi legali o semi-legali come la psilocibina e, soprattutto, non dimenticare che le droghe cc.dd. << leggere >> (si veda la canapa) in realtà sono <<pesanti>> al pari dell’eroina, della cocaina, dell’ecstasy e del GHB. Per quanto afferisce poi alla tematica della legalizzazione del THC, il GE, sin dal 2014, ha negato e nega un possibile << uso ludico-ricreativo >> della cannabis. I 64 cannabinoderivati << spaccatesta >> sono altamente pericolosi sotto il profilo sanitario. Prova ne sia la scarsa trattabilità con aloperidolo dei ragazzi abituati da anni ad un utilizzo quotidiano del fumo di haschisch e marjuana. Nessun preparato psicoattivo è leggero o legalizzabile. L’astinenza totale rimane l’unica via praticabile. Anzi, nel lungo periodo, la canapa, che è molto liposolubile, produce allucinazioni e deliri peggiori di quelli cagionati dall’acido lisergico. La natura vegetale del THC non diminuisce la sua incontrovertibile dannosità, specialmente se esso è associato a vini, birre, aperitivi e liquori vari. Probabilmente, le Autorità federali di Berna sono oggi tendenzialmente anti-proibizioniste, ma il Consiglio di Stato del Ticino, unitamente al GE, non ha dimenticato la sottile anti-socialità ed anti-giuridicità criminogena dei liberi Canapai prima dell’<< Operazione Indoor >> in Canton Ticino. La Svizzera italiofona era diventata una meta del triste e drammatico turismo della tossicodipendenza.

Il PCI 2015 valuta positivamente il sostegno abitativo per gli eroinomani cronici ed ormai ultra-quarantenni, pur se, come precisato in altre sedi dal GE, la precarietà residenziale è una conseguenza della tossicomania e non l’inverso. L’intero PCI 2015 esorta gli addetti ai lavori a relativizzare i rimedi contro droghe, alcool e altre dipendenze. La << presa in carico >> dev’essere sempre più specifica e personalizzata, a seconda dello stile di vita del singolo tossicodipendente, che comunque rimane un emarginato sociale bisognoso, prima di tutto, di essere incluso nella collettività normo-dotata. Offrire un alloggio protetto ed assistito può essere utile, oppure può costituire un dettaglio non prioritario, a seconda delle esigenze del caso esaminato di volta in volta. P.e., un minorenne od un giovane adulto hanno maggiormente bisogno di aiuti esterni, come i laboratori chimici gratuiti a quattro ruote. Viceversa, l’abitazione sarà l’ultimo dei problemi. L’importante, nel PCI 2015, è stato ed è trattare tutte le dipendenze, comprese quelle da sostanze legali, da sostanze vegetali e da sostanze non ancora catalogate. Altrettanta attenzione, in Ticino, merita la ludopatia compulsiva ed ossessiva, troppo sottovalutata per molti anni, nonostanti le ben note ripercussioni individuali e familiari. Necessita di ammettere, per quanto sia politicamente scorretto, che la Pubblica Amministrazione protegge e, a volte, incentiva financo dipendenze legali e ben nascoste, quali il tabacco ed il gioco d’azzardo.

 

Statistiche annesse dal GE al Piano Cantonale Interventi del 2015 in Canton Ticino.

 

Collocamenti in ospedale o in comunità per tossicodipendenti.

Nel 1987 e nel 1988, in Canton Ticino, i collocamenti erano rari e non duravano oltre 30 giorni. Viceversa, nel 1998, nel 1999, nel 2000 e soprattutto nel 2001, si è registrata, in Canton Ticino, un’impennata di collocamenti cagionata da un approccio criminologico decisamente e marcatamente proibizionista: La terza fase, dal 2002 al 2014, ha fatto registrare un drastico crollo della cifra di collocamenti, allorquando il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha finalmente deciso di non utilizzare il solo strumento del Diritto Penale per la lotta al mondo delle droghe. La segregazione semi-ospedaliera ed il collocamento si sono ridimensionati, dal 2002, sino a tornare ai livelli, maggiormente gestibili, del triennio 1989, 1990 e 1991

Collocamenti per fascia d’età

Tra il 1987 ed il 1997, i collocati appartenevano alla fascia d’età tra i 18 ed i 25 anni nonché a quella tra i 25 ed i 35 anni. Pochi i minorenni. Nel 2001 e, più in generale, nel 1998, nel 1999, nel 2000 e nel 2001, sono stati sottoposti al collocamento tossicomani maschi dai 18 ai 45 anni. Dal 2005 al 2014, si nota un incremento dei collocati dai 35 ai 45 anni d’età. In buona sostanza, nel 2011, nel 2012, nel 2013 e nel 2014, sono entrati a far parte delle Statistiche ufficiali gli eroinomani maggiori dei 45 anni. Il collocamento non è impiegato nei confronti dei minori di anni 18, con l’eccezione neo-retribuzionistica del 1998, del 2001 e del 2002

Età media all’inizio del collocamento

Nel 1987, erano collocati per lo più 26.enni e nel 1988 molti 27.enni. Nel 1996, l’età media del collocamento era 28 anni d’età. Nel 2006, l’età media si è innalzata a 34 anni, per giungere a circa 36 / 37 anni nel 2009, nel 2010, nel 2011, nel 2012, nel 2013 e nel 2014. Tutto ciò significa che la popolazione dei tossici ticinesi sta invecchiando

Durata media in mesi dei collocamenti.

Anche in questo caso, la durata media è passata dai 30 mesi del 1987 ai 10 mesi del biennio 2012 / 2013. Tradotto, significa che sono preferiti i trattamenti domiciliari, in tanto in quanto il contrasto alle sostanze d’abuso non si fonda soltanto sulla Giuspenalistica.

Collocati in appartamenti protetti.

Tra il 2012, il 2013 ed il 2014, è sceso il numero dei beneficiari di appartamenti protetti. In Ticino, e non solo, la precarietà abitativa non è l’unico problema connesso alle tossicomanie

 

Dott. Andrea Baiguera Altieri

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