Le grandi riforme in corso nell’ordinamento giudiziario francese

Redazione 29/05/20
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di Caterina Silvestri

Sommario

1. La revisione dell’organizzazione giurisdizionale e dei riti. L’istituzione del tribunal judiciaire e dei poli specializzati

1. La revisione dell’organizzazione giurisdizionale e dei riti. L’istituzione del tribunal judiciaire e dei poli specializzati

L’ordinamento francese ha avviato un robusto e organico programma di riforma della giustizia con la loi n. 2019-222 de programmation 2018-2022 et de réforme pour la justice[1], diretta a un ripensamento complessivo dell’organizzazione giudiziaria nell’ottica di un miglioramento dei tempi e della qualità della giustizia.

Il progetto è mosso dalla consapevolezza che le pur numerose novità introdotte negli ultimi anni non hanno portato ai miglioramenti sperati, benché anch’esse, si ricorda, fossero state organizzate secondo un metodo divenuto usuale in Francia, basato sull’individuazione organica e programmatica degli ambiti d’intervento mediante rapport spesso affidati ad autorevoli giuristi, e portate a esecuzione secondo una precisa pianificazione politico-legislativa[2].

L’esigenza sentita è stata, dunque, quella di adottare uno strumento di ancor più ampio respiro e di più vasto orizzonte temporale, mossa dalla presa d’atto che l’ultima legge d’orientamento e di programmazione per la giustizia era risalente alla loi n. 2002-1138 del 9 settembre 2002.

La svolta, profonda e ambiziosa, di rivisitazione a più livelli del sistema, dalle istituzioni alle procedure, alla costruzione di carceri e al potenziamento dell’antiterrorismo, affiancata da un piano di finanziamenti e di assunzioni[3], è arrivata dopo alcuni di anni di gestazione, confluiti nel progetto di legge di programmazione per gli anni 2018-2022 e nello studio di impatto del 19 aprile 2018[4].

Le grandi aree di intervento si articolano su alcuni versanti principali, costituiti dalla semplificazione della procedura civile, dall’alleggerimento del carico delle giurisdizioni amministrative e dal loro rafforzamento, dalla semplificazione e dal potenziamento dell’efficacia della giustizia penale, anche minorile, dalla revisione dell’efficienza e dello scopo delle pene, dalla riorganizzazione del sistema giudiziario sotto vari profili.

Entro ciascuno di questi ambiti sono previsti numerosi interventi in grado di ridisegnare, in senso proprio, il volto della giustizia francese.

Mi soffermerò poco oltre con maggior dettaglio sulle novità che coinvolgono la procedura civile ma, pur potendo qui soltanto accennare alle linee generali della riforma, un tributo d’attenzione è dovuto al ripensamento organizzativo della giurisdizione, in corso da tempo e ora giunto a maturazione.

La misura simbolo di questa riforma è, infatti, costituita dalla istituzione di un nuovo organo, il tribunal judiciaire (in funzione dal 1° gennaio 2020), nato dall’accorpamento degli uffici di primo grado, segnatamente il tribunal d’istance e il tribunal de grande istance.

Il tribunal judiciaire è oggi, come lo era il tribunal de grande istance, la giurisdizione di diritto comune, dunque competente per tutte le materie, ferme restando quelle deferite alle giurisdizioni di eccezione[5], benché la programmazione preveda la possibilità di raggruppare presso il nuovo organoanche la materia del lavoro, oggi alla cognizione del tribunal de prud’homme[6], e le competenze del tribunal commercial.

Esso ha assorbito le attribuzioni dell’ex tribunal d’istance, attualmente devolute a camere specializzateche, pur essendo parti integranti del tribunal judiciaire, possono essere costituite in sedi distaccate, come prevede espressamente l’art. L212-8, c.o.j., e sono denominate tribunaux de proximité.

Si tratta di una revisione che s’inquadra in una più ampia operazione organizzativa, diretta alla creazione di «poli», suscettibili di diverso riferimento territoriale da determinare per mezzo di successivi decreti, per esempio cittadino o dipartimentale, comprensivi di camere ad alta specializzazione.

I vecchi tribunal d’istance costituiscono esempio di questa nuova visione organizzativa di assorbimento e riconversione: a Parigi, il tribunal de grande istance è stato accorpato ai tribunal d’istance e le attribuzioni di questi ultimi sono state raggruppate in un unico polo, chiamato Pôle civil de proximité du tribunal judiciaire.

L’art. L211-9-3 ss., c.o.j., di nuovo conio, prevede che quando in uno stesso dipartimento ricorrano più tribunal judiciaire essi possano essere, per decreto, investiti di speciali competenze nell’ambito del dipartimento. Potrà trattarsi di particolari violazioni penali, come riporta lo stesso art. L211-9-3, oppure di specifiche materie, indicate nelle norme che a quello seguono, quali la proprietà letteraria e artistica, il diritto industriale (art. L211-10, c.o.j.), i marchi Ue, i disegni o modelli comunitari (artt. L211-11, L211-11-1,c.o.j.), la sottrazione internazionale dei minori anche comunitaria (art. L211-12, c.o.j.)[7].

Si tratta, a parere di chi scrive, di un aspetto qualificante la riorganizazione, non limitata all’accorpamento dei vecchi uffici ma diretta a elevare la funzionalità degli stessi grazie alla specializzazione, guardando anche a specifiche materie Ue che costituiscono settori strategici del commercio e degli affari entro l’Unione, probabile segno di aspirazione a candidarsi quale sede per la trattazione del relativo contenzioso.

La rivisitazione dell’organizzazione prevede anche l’istituzione del nuovo giudice dei Contentieux de la protection (art. 1 213-4-1 ss., c.o.j.) destinato a conoscere di una serie di materie eterogenee, mi pare di poter dire accomunate da una scarsa complessità, quali le tutele dei maggiori incapaci (devoluta oggi al giudice tutelare, che scompare), alcune azioni connesse alle locazioni anche commerciali e all’occupazione abusiva di immobili, le azioni concernenti il credito al consumo, le iscrizioni e le cancellazioni alla centrale rischi, il sovraindebitamento, le liti sino al valore di 10.000,00 e, quale giudice di primo e ultimo grado, quelle sino € 5.000,00. Si tratta di un giudice normalmente unico, con la possibilità di passerelle alla formazione collegiale del tribunal judiciaire quale giudice dei contentieux de la protection (art. L213-4-8, c.o.j.).

Nel prossimo futuro, al più tardi entro il gennaio 2021, come si legge nel sito dedicato ServicePublic de La Justice[8], è previsto l’avvio di una giurisdizione (inserita in nuove norme che diverranno gli artt. L211-17 e L211-18, c.o.j.), dedicata alle injonction de payer[9], interna e internazionale, con totale dematerializzazione della fase monitoria del procedimento. Quest’ultima, in una prima versione del progetto di riforma, era proponibile, in ragione della sua completa informatizzazione, dinanzi a un’autorità unica a livello nazionale, dunque, senza alcun criterio di competenza a presiedere alla distribuzione territoriale delle relative istanze; per l’opposizione era, invece, mantenuto il trattamento dinanzi alla giurisdizione territorialmente competente secondo le regole di diritto comune, alla quale avrebbe dovuto essere trasmesso il fascicolo. Nel corso dell’elaborazione della legge v’è stata una virata in favore dell’applicabilità degli ordinari criteri di competenza anche per la fase monitoria, ferma restando la dematerializzazione del procedimento e il trattamento centralizzato in una speciale unità organizzativa presso il tribunale competente, che è ancora allo studio di affidare al cancelliere[10].

L’operatività di questo istituto, che in passato ha sofferto per la presenza del più rapido e deformalizzato référé-provision[11], è stata significativamente potenziata e deformalizzata in una direzione chiaramente improntata all’ingiunzione Ue. Ne è prova la modalità di realizzazione della dematerializzazione, attuata mediante la compilazione en ligne della richiesta di ingiunzione direttamente sul sito del giudice competente su cui è predisposto un formulario da riempire in maniera guidata[12]; anche il pagamento delle spese è eseguibile in via telematica.

L’injonction de payer è strutturata secondo un’originale rivisitazione del modello di procedimento monitorio puro, nel quale l’influenza dei meccanismi propri del processo documentale si è manifestata in modo assai più tenue rispetto alle scelte attuate nel nostro ordinamento[13]. Questa caratteristica, coeva alla sua istituzione e non frutto delle novità in discorso, le conferisce una natura non eccessivamente formale e di facile gestione che ha consentito di mantenere l’istituto escluso dalla generale estensione dell’obbligatorietà della difesa tecnica attuata dalla legge di programmazione.

Nel quadro della modernizzazione del sistema attraverso l’uso di strumenti informatici è anche organizzato il service d’accueil unique du Justiciable (SAUJ) il quale costituisce una sorta di cancelleria telematica istituita per ogni tribunal judiciaire, comprensiva anche del contenzioso del Conseil de prud’hommes, e il nuovo portale Justiciable per la consultazione in linea dei fascicoli.

Si tratta di una riforma ampia e ambiziosa, di cui non è qui possibile che offrire alcuni scorci, ma che merita approfondimento.

V’è da sottolineare che, con questo progetto, la Francia si pone in un’ottica di modernizzazione in cui è facile scorgere l’obiettivo di offrirsi quale centro europeo di attrazione e gestione di liti di rilevante significato economico e commerciale.

Un invito e un monito anche per l’Italia.

[1] Il testo integrale può leggersi all’indirizzo https://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000038261631&categorieLien=id

[2] I rapporti hanno interessato la giustizia civile sotto diversi versanti; il giudizio di primo e di secondo grado sono stati interessati, rispettivamente, dal r apport, L’ambition raisonnées d’une justice apaisée, della Commission sur la répartition des contentieux presieduta da S. Guinchard, 2008, può essere letto al seguente indirizzo http://www.justice.gouv.fr/publications-10047/rapports-thematiques-10049/commission-sur-la-repartition-des-contentieux-15546.html.; il Rapporto Magendie, Célérité et qualité de la justice devant la cour d’appel. La géstion du temps dans le procès, anch’esso del 2008, può leggersi all’indirizzo http://www.justice.gouv.fr/art_pix/1_rapport_magendie_20080625.pdf. Per osservazioni su questi due rapporti, Picod-Villacèque, Les Rapports Guinchard et Magendie: vers quelle réforme de la procédure civile?, in Rev. huissiers, 2010, n. 6. Il successivo Rapport Delmas-Goyon, Le juge du 21 e siècle-Un citoyen acteur, une équipe de justice, 2013, ha avuto a oggetto una riflessione sul perimetro dell’intervento giudiziale e l’organizzazione del suo lavoro, può leggersi all’indirizzo http://www.justice.gouv.fr/publication/rapport_dg_2013.pdf. Su quest’ultimo S. Amrani-Mekki, L. Raschel, [dir.], in Gaz. Pal. 9-11 mars 2014. Nel 2017 sono stati lanciati ben cinque ulteriori cantieri aventi il fine di «transformer en profondeur la justice et de répondre efficacement aux attentes des justiciables» (così si legge al sito ufficiale vie publique, all’indirizzo https://www.vie-publique.fr/rapport/37123-chantiers-de-la-justice), sui quali si basa la legge di programmazione in commento. In commento Guinchard, Prolégomènes pour réformer la procédure civile, Dalloz, 2017, p. 2488.

[3] Il piano prevede un sensibile aumento dei finanziamenti, di cui 7 miliardi di euro già stanziati nella legge di bilancio del 2018, che passeranno a 8,3 miliardi nel 2022 e un aumento del personale di circa 6.500 unità. Si tratta di mezzi «mis au service d’une justice profondément transformée», come si legge nella expose des motifs all’indirizzo https://www.legifrance.gouv.fr/affichLoiPubliee.do;jsessionid=3705CD026E303BB409FB64D2E6E7918D.tplgfr21s_3?idDocument=JORFDOLE000036830320&type=expose&typeLoi=&legislature=15

[4] Il dossier legislativo può essere letto al seguente indirizzo, ivi compreso l’É tude d’impact: https://www.legifrance.gouv.fr/affichLoiPubliee.do?idDocument=JORFDOLE000036830320&type=general&legislature=15

[5] La natura di giurisdizione di diritto comune è sancita dall’art. L211-3, Code de l’organisation judiciaire, il quale dispone: «Le tribunal judiciaire connaît de toutes les affaires civiles et commerciales pour lesquelles compétence n’est pas attribuée, en raison de la nature de la demande, à une autre juridiction». La modifica rispetto alla versione precedente riguarda il nome dell’organo e la soppressione del riferimento al valore della lite, quale conseguenza della unicità del giudice di primo grado. Le altre competenze sono indicate nelle norme successive e corrispondono a quelle

[6] Sulla formazione storica di questi tribunali appartenenti alla tradizione francese, Silvestri, Il foro lavoristico nell’Unione Europea, Napoli, 2016, p. 31 ss.

[7] Più ampiamente l’É tude d’impact, cit., p. 453 ss.

[8] https://www.service-public.fr/particuliers/vosdroits/F1746.

[9] Boularbah, Requête unilatérale et inversion du contentieux, Bruxelles, 2010; Estoup, La pratique des procédures rapides, Paris, 1998; Perrot, L’inversion du contentieux ou les prouesses de l’ordonnance sur requête, ds Justice et droits fondamentaux, Mélanges offerts à Jacques Normand, 2003, Paris, p. 387-399.

[10] É tude d’impact, cit., p. 114 ss.

[11] J. Vuitton, X. Vuitton, Les référés, Paris, 2018; Silvestri, Il référé nell’esperienza giuridica francese, Torino, 2005.

[12] Si tratta del sito Service-Public.fr, consultabile all’indirizzo https://www.service-public.fr/particuliers/vosdroits/F1746.

[13] In questo senso già Silvestri, Il référé nell’esperienza giuridica francese, cit., p. 254 nel quale v’è un esame anche dell’istituto di cui al testo. Sull’injonction de payer: Perrot, Il procedimento di ingiunzione (studio di diritto comparato, in Riv. dir. proc., 1986, 715; Taisne, La réforme de la procédure d’injonction de payer, in Dalloz, 1981, Chron., 319 ss.; Estoup, La pratique de procédures rapides, 1990, Paris, 279 ss.; Hébraud , Le recouvrement des petites créances commerciales, Semaine juridique, 27 novembre 1938; Martin, Recouvrement simplifié des créances commerciales, in Rev. trim. dr. comm., 1954, 769; Dietsch, La procédure de recouvrement simplifié de certaines créances, in Thèse, Paris, 1959; Julien, Les injonctions de payer, in Dalloz, Chron., 1963, 157; Le Court, La procédure d’injonction de payer, Clet, 1984; D. MAS, Injonction de payer, in Enc. Dalloz, Rép. proc. civ., Paris, 1997, vol. III.

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