La possibilità di disconoscere un figlio

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L’azione di disconoscimento della paternità rappresenta un rimedio previsto dall’ordinamento giuridico con la finalità di ottenere una sentenza giudiziale che stabilisce che la persona che si riteneva discendere da un’altra, in realtà, non è legata alla stessa biologicamente.

Il disconoscimento della paternità mira a fare accertare che un individuo non sia figlio di colui che si riteneva fosse il padre.

Il disconoscimento della paternità potrebbe incidere in modo pesante sull’obbligo di versare il mantenimento a favore del bambino che si ritiene essere il figlio naturale, perché l’obbligo al mantenimento deriva dal semplice fatto della nascita del figlio.

Una coppia è sposata e ha un figlio di 10 anni.

La coppia è sempre stata molto unita e felice, sino a quando il marito ha scoperto che il figlio non è suo.

L’uomo, venuto a conoscenza della notizia, ha deciso di recarsi subito da un avvocato, per chiedere in che modo comportarsi in relazione alla circostanza.

In questa sede vedremo se si può disconoscere un figlio, che cosa prevede la legge e quali sono le conseguenze.

Si presume che il bambino che nasce durante il matrimonio sia figlio della mamma e di suo marito.

Non va sempre in questo modo, ci si potrebbe imbattere in una realtà diversa, vale a dire, che il padre sia un’altra persona.

Per questo motivo, l’ordinamento consente, in determinati casi ed entro orari precisi, la possibilità di ricorrere al giudice per ottenere una sentenza che “cancelli” il rapporto di filiazione.

In questa sede vedremo come ci si comporta.

Procedendo con ordine vediamo in che cosa consiste il disconoscimento della paternità e quali sono i soggetti legittimati a intraprendere una simile azione.

Si legga anche:”Coppie di fatto che si lasciano, il padre può disconoscere il figlio?”

Che cosa significa disconoscere un figlio

Prima di scrivere sull’argomento si deve fare qualche precisazione.

Nel nostro ordinamento giuridico vige la presunzione di paternità.

In altri termini, significa che se un bambino viene concepito durante il matrimonio si ritiene che sia figlio del marito della madre.

La presunzione può essere superata con il disconoscimento della paternità, che ha lo scopo di verificare il rapporto di filiazione, in modo che il giudice dichiari che il marito, in realtà, non è il padre biologico del figlio nato durante le nozze.

Con l’intento di rendere una migliore comprensione, di seguito un esempio pratico per fare capire bene il senso dell’affermazione.

Tizio e Caia sono sposati.

Dopo circa cinque anni di matrimonio, Tizio sospetta che la moglie, incinta di qualche mese, lo tradisca con un altro uomo.

Il suo sospetto nasce dal fatto che l’uomo ha letto alcuni sms sullo smartphone della donna.

In questo esempio, Tizio potrà avviare l’azione di disconoscimento dimostrando di non essere il padre del bambino che la moglie Caia porta in grembo.

Il disconoscimento di un figlio

Se un padre scopre che un figlio non è suo, può proporre l’azione di disconoscimento della paternità nel termine di un anno che decorre dal giorno:

della nascita del bambino

nel quale ha scoperto la sua impotenza a generare

dell’adulterio di sua moglie

nel quale ha avuto notizia della nascita

del suo ritorno se si trovava in un luogo divers

Altri soggetti legittimati a proporre la stessa azione sono:

La madre, entro sei mesi dal parto oppure dal giorno nel quale è venuta a conoscenza dell’impotenza di generare del marito al tempo del concepimento

Il figlio maggiorenne, in qualsiasi momento

Un curatore nominato dal giudice su istanza del figlio minore che ha compiuto quattordici anni

I discendenti o gli ascendenti, nel caso di morte del presunto padre o della madre

Il coniuge o i discendenti del figlio morto senza avere promosso l’azione.

Coloro che vogliono proporre un’azione di disconoscimento della paternità, per poterlo fare si devono rivolgere a un avvocato di fiducia, che si dovrà occupare di redigere l’atto di citazione che dovrà essere depositato nel tribunale del luogo nel quale risiedono la madre e il figlio.

Il disconoscimento di paternità dovrà essere fatto nel rispetto di determinati termini, che cambiano in relazione al soggetto che esercita l’azione.

Riassumendo, l’azione in questione può essere proposta in particolare:

Da parte della madre entro sei mesi dal parto.

Dal padre entro un anno dal giorno della nascita del bambino o dal giorno del suo ritorno, se egli si trovava in un luogo diverso, oppure, dal giorno nel quale ha avuto conoscenza della nascita.

Dal figlio maggiorenne senza limiti di tempo.

Se uno dei soggetti elencati sopra dovesse essere interdetto per infermità di mente oppure dovesse essere affetto da grave infermità mentale abituale, i termini sono sospesi sino alla cessazione dello stato di interdizione o dell’infermità di mente.

Sia per il padre sia  per la madre l’azione di disconoscimento si prescrive in cinque anni dal giorno della nascita del figlio.

In che modo si prova il difetto di paternità

Come scritto sopra, la legge prevede che quando il bambino nasce da due persone unite da un vincolo matrimoniale, il marito si considera automaticamente il padre del neonato.

Una simile presunzione di paternità non vale per le coppie non sposate che, ai fini dell’attribuzione della maternità e della paternità, dovranno riconoscere il bambino, in modo congiunto, oppure, in modo separato.

Ci si potrebbe chiedere in che modo si potrebbe provare di non essere il padre del bambino.

Il modo migliore è sottoporsi all’esame del Dna, disposto dal giudice attraverso la nomina di un consulente tecnico, che effettua un prelievo e poi confronta il Dna del presunto padre con quello del bambino.

In questo modo, è possibile accertare oppure escludere la paternità senza che ci siano dei dubbi.

In alternativa, il marito, o il partner, potrà fornire la prova della sua impossibilità di avere figli, vale a dire, dimostrare il suo stato di impotenza, o della sua lontananza nel periodo del concepimento, ad esempio, una persona in missione all’estero per un determinato periodo.

Le conseguenze del disconoscere un figlio

La sentenza di disconoscimento della paternità comporta come conseguenza la perdita dello stato di figlio e la cessazione di qualsiasi obbligo nei suoi confronti.

Ad esempio:

mantenimento, educazione, istruzione.

Il figlio perde il cognome del padre, a meno che il Tribunale non lo autorizzi a mantenerlo se dovesse rappresentare un elemento distintivo della sua identità personale.

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