La mancata richiesta del certificato dei carichi pendenti non comporta responsabilità automatica del cessionario

Scarica PDF Stampa
Nel caso di cessione di azienda, la mancata richiesta del certificato di debenza da parte del cessionario non comporta un’estensione della sua responsabilità rispetto a quella delineata dall’ art. 14 del Decreto Legislativo n. 472/1997, che è disposizione speciale rispetto all’art. 2560 c.c.

Decisione: Sentenza n. 17264/2017 Cassazione Civile

Massima: Nel caso di cessione di azienda, l’ Articolo 14, commi 1,2 e 3 del Decreto Legislativo n. 472/1997, è norma speciale rispetto all’Articolo 2560 del Codice Civile, comma 2, che, per evitare che sia dispersa la garanzia patrimoniale del contribuente in pregiudizio dell’interesse pubblico, estende la responsabilità solidale e sussidiaria del cessionario anche alle imposte e alle sanzioni riferibili alle violazioni commesse dal cedente nell’anno in cui è avvenuta la cessione e nei due precedenti, nonché a quelle contestate in tale periodo.

La mancata richiesta del certificato di debenza da parte del cessionario non comporta un’estensione della sua responsabilità rispetto a quella delineata dal combinato disposto dei commi 1 e 2, ma gli impedisce di avvalersi dell’eventuale effetto liberatorio anticipato.

Osservazioni

La pronuncia della Suprema Corte precisa che la mancata richiesta dell acertificazione ex art. 14 D. Lgs. n. 472/1997 impedisce al cessionario di avvalersi dell’eventuale effetto liberatorio anticipato, ma non estende automaticamente ad eventuali debiti tributari pregressi, se non quelli rientranti nell’anno del trasferimento e nei due anni precedenti, e a quelle contestate negli stessi periodi.

Si ricorda che nel caso in cui sia configurabile frode fiscale, anche mediante cessione frazionata dei singoli beni, opera sempre la responsabilità del cessionario.


Disposizioni rilevanti.

Codice Civile

Vigente al: 17-12-2017

Art. 2560 – Debiti relativi all’azienda ceduta

L’alienante non è liberato dai debiti, inerenti all’esercizio dell’azienda ceduta anteriori al trasferimento, se non risulta che i creditori vi hanno consentito.

Nel trasferimento di un’azienda commerciale risponde dei debiti suddetti anche l’acquirente dell’azienda, se essi risultano dai libri contabili obbligatori.


DECRETO LEGISLATIVO 18 dicembre 1997, n. 472

Disposizioni generali in materia di sanzioni amministrative per le violazioni di norme tributarie

Vigente al: 17-12-2017

Art. 14. Cessione di azienda

1. Il cessionario è responsabile in solido, fatto salvo il beneficio della preventiva escussione del cedente ed entro i limiti del valore dell’azienda o del ramo d’azienda, per il pagamento dell’imposta e delle sanzioni riferibili alle violazioni commesse nell’anno in cui è avvenuta la cessione e nei due precedenti, nonché per quelle già irrogate e contestate nel medesimo periodo anche se riferite a violazioni commesse in epoca anteriore.

2. L’obbligazione del cessionario è limitata al debito risultante, alla data del trasferimento, dagli atti degli uffici dell’amministrazione finanziaria e degli enti preposti all’accertamento dei tributi di loro competenza.

3. Gli uffici e gli enti indicati nel comma 2 sono tenuti a rilasciare, su richiesta dell’interessato, un certificato sull’esistenza di contestazioni in corso e di quelle già definite per le quali i debiti non sono stati soddisfatti. Il certificato, se negativo, ha pieno effetto liberatorio del cessionario, del pari liberato ove il certificato non sia rilasciato entro quaranta giorni dalla richiesta.

4. La responsabilità del cessionario non è soggetta alle limitazioni previste nel presente articolo qualora la cessione sia stata attuata in frode dei crediti tributari, ancorchè essa sia avvenuta con trasferimento frazionato di singoli beni.

5. La frode si presume, salvo prova contraria, quando il trasferimento sia effettuato entro sei mesi dalla constatazione di una violazione penalmente rilevante.

5-bis. Salva l’applicazione del comma 4, la disposizione non trova applicazione quando la cessione avviene nell’ambito di una procedura concorsuale, di un accordo di ristrutturazione dei debiti di cui all’articolo 182-bis del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, di un piano attestato ai sensi dell’articolo 67, terzo comma, lettera d), del predetto decreto o di un procedimento di composizione della crisi da sovraindebitamento o di liquidazione del patrimonio.

5-ter. Le disposizioni del presente articolo si applicano, in quanto compatibili, a tutte le ipotesi di trasferimento di azienda, ivi compreso il conferimento.

Graziotto Fulvio

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento