La condotta antisindacale – Scheda di Diritto

La condotta antisindacale si configura come un comportamento del datore di lavoro che limita o ostacola l’esercizio delle libertà e dei diritti sindacali.

Redazione 26/12/24

La condotta antisindacale si configura come un comportamento posto in essere dal datore di lavoro, dalla pubblica amministrazione o da un soggetto equiparabile, che limita o ostacola l’esercizio delle libertà e dei diritti sindacali, compromettendo il ruolo delle organizzazioni sindacali nella tutela dei lavoratori. Questo istituto trova la sua disciplina principale nell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori (Legge n. 300/1970).

Indice

1. Definizione


L’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori stabilisce che costituisce condotta antisindacale ogni comportamento del datore di lavoro, sia esso persona fisica o giuridica, che:

  • Limiti la libertà e l’attività sindacale.
  • Ostacoli l’esercizio del diritto di sciopero.

Lo scopo della norma è garantire il libero esercizio dei diritti sindacali, promuovendo un clima di collaborazione tra le parti sociali e tutelando l’effettività del principio di libertà sindacale sancito dall’articolo 39 della Costituzione.

2. Elementi della condotta antisindacale


Per configurare una condotta antisindacale devono essere presenti alcuni elementi essenziali:

  • Soggetto attivo
    Il datore di lavoro (pubblico o privato) è il principale responsabile delle condotte antisindacali. Tuttavia, in determinate circostanze, anche soggetti terzi possono essere coinvolti se agiscono per conto del datore.
  • Soggetto passivo
    Sono le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori o i lavoratori stessi, quando la condotta lesiva incide sul diritto di adesione, partecipazione o attività sindacale.
  • Condotta materiale
    Qualsiasi atto o omissione che ostacoli le attività sindacali, come:
    • Divieto di affissione di comunicazioni sindacali.
    • Impedimento alla convocazione di assemblee sindacali.
    • Discriminazioni verso i lavoratori per la loro appartenenza sindacale.
    • Atti di rappresaglia verso i rappresentanti sindacali.
    • Ostacoli all’esercizio del diritto di sciopero.
  • Nesso di causalità
    Deve essere dimostrato che la condotta del datore di lavoro sia intenzionalmente o oggettivamente finalizzata a ostacolare i diritti sindacali.

3. Tutela giurisdizionale


L’articolo 28 prevede una tutela giudiziaria privilegiata per garantire una rapida rimozione della condotta antisindacale:

  • Ricorso al Tribunale
    Le organizzazioni sindacali che ritengono di essere vittime di una condotta antisindacale possono proporre un ricorso d’urgenza al Tribunale in funzione di giudice del lavoro.
  • Procedura d’urgenza
    • Il giudice deve decidere in tempi brevi, generalmente entro pochi giorni dalla presentazione del ricorso.
    • Può adottare misure cautelari o ordini specifici per eliminare gli effetti della condotta.
  • Sanzioni
    In caso di accoglimento del ricorso, il giudice:
    • Ordina la cessazione del comportamento antisindacale.
    • Dispone il ripristino della situazione antecedente alla condotta lesiva.
    • Può, in alcuni casi, stabilire risarcimenti danni.

4. Condotte antisindacali nella Pubblica Amministrazione


Con il Decreto Legislativo n. 165/2001, che disciplina il lavoro pubblico, si applicano le medesime tutele previste per il settore privato. Tuttavia, specificità come la necessità di garantire servizi essenziali in caso di sciopero possono incidere sulla configurazione di condotte antisindacali nel settore pubblico.

5. Esempi di condotta antisindacale


Alcuni comportamenti che la giurisprudenza ha riconosciuto come antisindacali includono:

  • Il trasferimento di un rappresentante sindacale per motivi pretestuosi.
  • La mancata concessione di spazi aziendali per assemblee sindacali.
  • L’introduzione di modifiche unilaterali alle condizioni di lavoro senza consultazione sindacale.
  • L’impedimento alla partecipazione alle trattative aziendali.

6. Rapporto con il diritto di sciopero


Un aspetto rilevante delle condotte antisindacali riguarda il diritto di sciopero. Ad esempio:

  • Minacce o ritorsioni verso i lavoratori che partecipano a scioperi.
  • Ostacoli organizzativi, come l’imposizione di turni lavorativi durante le ore di sciopero.

7. Giurisprudenza rilevante


La giurisprudenza ha precisato vari aspetti dell’articolo 28, sottolineando:

  • La centralità della buona fede nelle relazioni sindacali.
  • L’interpretazione estensiva delle condotte considerate antisindacali, per garantire una tutela effettiva.

8. Novità normative


Le recenti riforme in materia di lavoro e relazioni industriali, come il Jobs Act, hanno influenzato indirettamente il contesto delle condotte antisindacali, ridefinendo alcuni equilibri nelle relazioni tra datori di lavoro e sindacati, soprattutto in materia di rappresentanza sindacale.

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