L’orizzonte degli eventi

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Scava la pozza

senza attender la luna.

Quando l’avrai finita

la luna verrà da sola” (Dògen)

 

Vi è nell’uomo quale premessa del suo agire la necessità di un “orizzonte degli eventi”, il valutare il tempo che possiede o ritiene di possedere, un tempo presunto non legato direttamente al proprio esistere biologico ma alle possibilità che l’esistere comporta, dal proprio essere biologicamente riprodotto alla necessità di una filiazione culturale, al tempo che si ritiene di permanere, il “tempo posseduto” (Tp).

L’orizzonte temporale che circonda l’essere, espresso dalla sfera culturale in cui è immersa la persona, si sovrappone e si interseca con centinaia di altri orizzonti culturali in cui si attivano possibili canali di comunicazione tra individui singolarmente o in sistemi, le valutazioni e le decisioni sul proprio agire che ne conseguono non possono implicitamente o esplicitamente che avere tale orizzonte, un orizzonte impalpabile ma profondo nell’animo.

Su questa valutazione interviene il sole mutabile della normazione che nel suo percorso allunga o devia le proiezioni degli effetti degli eventi voluti o subiti nel divenire quotidiano, fino ad una possibile compressione insopportabile della libertà di scelta del singolo con un “tasso di compressione” tale da cancellare la speranza di un possibile e sopportabile controllo del proprio esistere.

Secoli di cultura possono aumentare la capacità del tasso di compressione ma la scelta deve pur rimanere se l’uomo deve intendersi come tale, il corto circuito tra la propria immagine dell’essere, l’orizzonte degli eventi e la compressione della speranza che si subisce porta alla regressione del proprio agire in cui prevale il puro esistere.

La trama delle relazioni sociali crea per ognuno gli eventi prevedibili su uno spazio circolare ed esteso per il tempo che ciascuno ritiene di possedere o si dà, ma è la politica normativa così come supportata dall’apparato amm-giudiziario che fornisce la lente di lettura e crea il mercato delle scelte ossia delle possibilità o delle probabilità.

Aristotele nell’analizzare i cambiamenti che avvengono in natura individua quattro fattori, la “materia” che subisce il cambiamento, “l’evento” che lo provoca, la “forma”che ne risulta e lo “scopo” di tale cambiamento, la dinamicità dei processi biologici o cognitivi non può ridursi ad un puro meccanicismo secondo una logica fisica e sebbene in termini aggregati sociali si può individuare matematicamente una “logistica della crescita economica” in cui la “curva della crescita” in ambiente chiuso e con risorse costanti ha due fasi con un andamento a S, una prima di crescita accelerata e una seconda fase di decelerazione, vi è sempre il possibile errore psicologico della “distribuzione dei pesi economici”.

La necessità di fare cassa e di ottenere la quadratura del bilancio in momenti di crisi economica, con una conseguente riduzione delle risorse disponibili, può indurre nella ricerca delle risorse finanziarie a creare una depressione e sfiducia per mancanza di senso del sacrificio e fiducia tra le parti sociali, con una conseguente riduzione dello slancio innovativo a lungo termine e della capacità cooperativa, a favore di manovre a breve termine di puro mantenimento.

Se l’armonia rassicura e nell’equilibrio abbassa l’attenzione creando la riproducibilità della noia, è alla lunga che solo la disarmonia attrae attenzione e quindi interesse, crea lo sforzo innovativo, ne consegue che solo una giusta proporzione e alternanza tra i due estremi crea il processo evolutivo, facendo sì che le crisi diventino di per sé elemento di ripensamento e riequilibrio, permettendo il necessario rimbalzo dell’universo umano, d’altronde è storicamente provato che la mancanza di un nemico esterno credibile nell’abbassare la vigilanza favorisce il rivolgersi ad una conflittualità interna al presentarsi degli squilibri.

Claus Offe sottolinea che la dinamica sociale è affidata a “disuguaglianze orizzontali” che attraversano lo stesso soggetto nei suoi diversi ambiti di vita il quale tuttavia tende ad agire e pensare secondo modalità relative a fasi storiche superate, la selezione comunque avviene attraverso i meccanismi della repressione, delle procedure, dell’ideologia e delle strutture, tutti ambiti in cui direttamente o indirettamente vi sono riferimenti normativi.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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