L’individuo quale essere e codice

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L’imponente sviluppo della tecnologia informatica permette di creare quella che è stata definita una “società dei dati” (Pentland), nella quale lasciamo quotidianamente tracce digitali che vengono a sommarsi alle nostre tracce biologiche, anch’esse potenzialmente analizzabili informaticamente e archiviate in banche dati, si crea un nostro preciso registro comportamentale.

L’analisi dei dati raccolti dovrebbe permettere di sostenere una complessità crescente rendendo più funzionali i vari sistemi finanziari, economici, sanitari, etc., evitando, bulimia di potere permettendo, eventuali eccessi ciclici o implosioni, si crea tuttavia il rischio di una manipolazione degli stessi sia in termini economici che di controllo, indipendentemente dai principi democratici di libertà e privacy apparentemente sostenuti, si è pertanto sottolineato la necessità di una trasparenza sui dati raccolti verso i cittadini permettendo a questi di controllare le proprie cartelle informatiche sia pubbliche che private, tanto che sono stati proposti una serie di diritti, quali il possedere i dati che riguardano il singolo indipendentemente dalla tipologia dell’ente che li raccoglie, nonché il diritto di controllarne e disporne l’uso che se ne fa (Pentland).

Vi sono tuttavia rischi alla libertà derivanti dalla necessità di controllare l’abuso privato di internet che può risolversi a sua volta in abusi pubblici, vedasi i casi della “legge Hadopi” in Francia o la Digital Economy Act del Regno Unito (Tim Berners – Lee), si tratta di evitare che il sistema si avviti su se stesso passando da un’anarchia totale ad un controllo liberticida, già vi sono casi in cui l’intrecciarsi della crescente capacità tecnologica, come l’analisi di campioni di DNA o altri frammenti biologici, con le potenzialità esponenziali delle memorie dei database portano a possibili distorsioni sull’uso dei database stessi, dove le regole indicate dagli organi democratici nella raccolta dei dati lasciano ampia discrezionalità nel loro uso interno da parte delle varie istituzioni od organizzazioni (Erin Murphy).

D’altronde la combinazione di una enorme quantità di informazione digitalizzata varia offre enormi possibilità di ricerca e di prevedibilità nelle reti naturali e artificiali, vi è tuttavia la necessità di distinguere tra ricerca in cui l’anarchia delle osservazioni e della creazione di modelli permette di osservare l’intreccio degli stessi dati da punti di vista diversi, leggendo le regolarità in termini non canonici attraverso contributi liberi di vari e diversi pubblici, come osservato da Zittrain, (Weinberger) e l’uso commerciale o di controllo che agenzie private o pubbliche possono realizzare, vi sono infatti enormi interessi nel fare avanzare determinati programmi, come nel caso dei programmi genetici (Eric Murphy), in cui l’individuo perde la propria individualità di essere per diventare un codice entro una individualità puramente formale,vi è pertanto la base per creare una democrazia “controllata”.

Nasce quindi la necessità di evitare la concentrazione eccessiva mantenendo banche dati separate che possano colloquiare tra loro attraverso filtri autorizzativi esterni , senza che questa garanzia collettiva possa sostituire la garanzia individuale della trasparenza e controllo del singolo sulla raccolta dei propri dati, con l’ulteriore possibilità se scegliere di criptare i propri dati quando raccolti per uso privato visualizzandoli (Dublon – Paradiso), dobbiamo considerare che nella rete informatica del piccolo mondo gli “hub”, che nel nostro caso sono le banche dati, risultano funzionare come dei moltiplicatori e difficilmente potremmo sperare nella responsabilità del sistema considerando la bulimia di potere insita nella specie umana (Ranson).

 

Bibliografia

  • Alex “Sandy” Pentland, La società dei dati, 54-59; in Le Scienze, 544/2013;

  • Tim Berners – Lee, Lunga vita al Web, 36-41, in Le Scienze, 510/2010;

  • Eric Murphy, Il governo vuole il tuo DNA, 64-71, in Le Scienze, 537/2013;

  • D. Weinberger, La macchina che dovrebbe prevedere il futuro, 50-55, in Le Scienze, 521/2012;

  • G. Dublon – J.A. Paradiso, Percezioni extra sensoriali, 82-87, in Le Scienze, 554/2014;

  • A. Reka – A. Làszlo Barabàsi, Statistical mechanics of complex networks, Reviews of Modern Physics, 74, 2002, p.47;

  • J. Ronson, Psicopatici al potere, Codice ed. 2014.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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