La Commissione Nuove Tecnologie dell’Ordine degli Avvocati Europei (Fédération des Barreaux d’Europe) ha predisposto le linee guida per l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale generativa da parte degli avvocati europei (“Gli avvocati europei nell’era di ChatGPT: Linee guida su come gli avvocati dovrebbero sfruttare le opportunità offerte dai grandi modelli linguistici e dall’intelligenza artificiale generativa”).
In essa, di cui abbiamo già parlato in questo articolo, vengono elencati sette principi fondamentali per garantire l’uso etico degli strumenti di intelligenza artificiale generativa negli studi legali.
Ormai di intelligenza artificiale, dei suoi mille usi e degli altrettanti problemi che essa porta con sé, si parla di continuo. Siamo tutti consapevoli delle opportunità, ma anche dei rischi che questa tecnologia, come tutte le innovazioni dirompenti prima di lei, porta con sé, e se da un lato ci affascina, dall’altro ci fa paura.
Un timore costante, in qualsiasi campo ci si addentri, è quello di perdere il lavoro, sostituiti proprio dall’algoritmo della macchina ed è un timore che non risparmia nemmeno gli avvocati.
Vediamo insieme quali sono i sette principi stabiliti dalla Commissione, come si pongono in relazione al nostro codice deontologico e in che modo gli avvocati possono utilizzare l’intelligenza artificiale…in modo per l’appunto intelligente!
Sul rapporto con le nuove intelligenze artificiali si incentra il volume “Il nuovo diritto d’autore -La tutela della proprietà intellettuale nell’era dell’intelligenza artificiale”, che consigliamo per l’approfondimento.
Indice
- 1. Comprendere la Tecnologia dell’Intelligenza Artificiale Generativa
- 2. Riconoscere i Limiti e il Contesto
- 3. Aderire alle Norme Esistenti sull’Uso dell’IA
- 4. Integrare le Competenze Legali
- 5. Mantenere il Privilegio Avvocato-Cliente
- 6. Garantire la Protezione dei Dati e la Privacy
- 7. Informare i Clienti e Assumersi la Responsabilità
1. Comprendere la Tecnologia dell’Intelligenza Artificiale Generativa
Il primo principio, che enfatizza la necessità di comprendere la tecnologia dell’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI), è congruente con il nostro codice deontologico. Gli avvocati sono tenuti a mantenere una conoscenza aggiornata delle tecnologie pertinenti per svolgere il loro lavoro in modo efficace. La GenAI può essere uno strumento potente per migliorare la ricerca legale e l’analisi dei casi, ma solo quando ne viene compreso appieno il funzionamento. Del resto, anche i legali non sono e non possono essere immuni dall’avanzamento tecnologico. Quando entrò in vigore il PCT la vecchia guardia dell’avvocatura insorse come un sol uomo, oggi nemmeno il più recalcitrante dei nostalgici può dire di sentire la mancanza delle code in cancelleria per il deposito di un atto.
2. Riconoscere i Limiti e il Contesto
Il secondo principio richiama l’attenzione sulla necessità di riconoscere i limiti dell’IA generativa e considerare il contesto in cui viene utilizzata. Questo aspetto è cruciale in quanto l’IA può avere limitazioni e non deve sostituire il giudizio umano nell’ambito legale. Il codice deontologico sottolinea la responsabilità dell’avvocato nell’agire nell’interesse migliore del cliente, e questo richiede una valutazione critica del contesto in cui si applica la GenAI. Peraltro, anche in questo caso, niente di (così) nuovo sotto il sole. Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non ha chiesto una consulenza a “avvocato Google” per trovare proprio la sentenza che faceva al caso suo…
3. Aderire alle Norme Esistenti sull’Uso dell’IA
Il terzo principio, che richiede di rispettare le norme esistenti sull’uso dell’IA, è un pilastro fondamentale della deontologia legale. Gli avvocati sono tenuti a operare in conformità con le leggi e i regolamenti applicabili. L’IA generativa deve essere utilizzata nel rispetto delle leggi sulla privacy e la protezione dei dati e di altre normative pertinenti. Sulla normativa dell’IA, in particolare legata al diritto d’autore, consigliamo il volume “Il nuovo diritto d’autore -La tutela della proprietà intellettuale nell’era dell’intelligenza artificiale” per approfondimenti.
Il nuovo diritto d’autore
Questa nuova edizione dell’Opera è aggiornata all’attuale dibattito dedicato all’intelligenza artificiale, dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2020 alla proposta di Regolamento europeo – AI Act.Il testo si configura come lo strumento più completo per la risoluzione delle problematiche riguardanti il diritto d’autore e i diritti connessi.Alla luce della più recente giurisprudenza nazionale ed europea, la Guida dedica ampio spazio alle tematiche legate alla protezione della proprietà intellettuale, agli sviluppi interpretativi in tema di nuove tecnologie e alle sentenze della Suprema Corte relative ai programmi per elaboratore, alle opere digitali e al disegno industriale.Il testo fornisce al Professionista gli strumenti processuali per impostare un’efficace strategia in sede di giudizio, riportando gli orientamenti giurisprudenziali espressi dalla Cassazione civile nel corso del 2023.Completano il volume un Formulario online editabile e stampabile, sia per i contratti che per il contenzioso, un’ampia Raccolta normativa e un Massimario di giurisprudenza di merito, legittimità e UE, suddiviso per argomento.Nell’area online sono messi a disposizione del lettore gli ulteriori sviluppi relativi al percorso di approvazione del Regolamento AI Act e la videoregistrazione del webinar tenutosi il 23 febbraio 2024, a cura di Andrea Sirotti Gaudenzi, “Il diritto d’autore nell’era dell’intelligenza artificiale”, in cui l’Autore parla delle sfide legali emerse con l’avvento dell’AI anche mediante l’analisi di casi studio significativi.Andrea Sirotti GaudenziAvvocato e docente universitario. Svolge attività di insegnamento presso Atenei e centri di formazione. È responsabile scientifico di vari enti, tra cui l’Istituto nazionale per la formazione continua di Roma e ADISI di Lugano. Direttore di collane e trattati giuridici, è autore di numerosi volumi, tra cui “Manuale pratico dei marchi e brevetti”, “Trattato pratico del risarcimento del danno”, “Codice della proprietà industriale”. Magistrato sportivo, attualmente è presidente della Corte d’appello federale della Federazione Ginnastica d’Italia. I suoi articoli vengono pubblicati da diverse testate e collabora stabilmente con “Guida al Diritto” del Sole 24 Ore.
Andrea Sirotti Gaudenzi | Maggioli Editore 2024
72.20 €
4. Integrare le Competenze Legali
Il quarto principio, che sottolinea l’importanza di integrare le competenze legali nell’uso dell’IA generativa, è altamente coerente con il nostro codice deontologico. Gli avvocati devono applicare le leggi e le normative alle situazioni legali in modo accurato ed etico. L’utilizzo dell’IA generativa dovrebbe essere guidato da una solida comprensione delle questioni legali coinvolte.
5. Mantenere il Privilegio Avvocato-Cliente
Il quinto principio, che enfatizza la necessità di mantenere il privilegio avvocato-cliente, è uno dei principi fondamentali della pratica legale. Gli avvocati sono tenuti a proteggere le comunicazioni confidenziali tra loro e i loro clienti. L’uso dell’IA generativa non deve mettere a rischio questa importante protezione.
6. Garantire la Protezione dei Dati e la Privacy
Il sesto principio, che sottolinea la protezione dei dati e della privacy, è in linea con il crescente focus sulle questioni di sicurezza dei dati e della privacy. Gli avvocati devono essere attenti a come i dati vengono utilizzati e protetti quando si fa uso dell’IA generativa.
7. Informare i Clienti e Assumersi la Responsabilità
Il settimo principio, che richiede di informare i clienti e di assumersi la responsabilità, richiama l’attenzione sulla trasparenza e la responsabilità dell’avvocato anche nell’uso dell’IA generativa. Gli avvocati devono informare i clienti sull’uso di questa tecnologia e garantire che sia utilizzata in modo etico e responsabile.
Fatte queste premesse, che peraltro traslano alla nuova tecnologia i principi etici e deontologici ai quali già l’avvocato deve o dovrebbe attenersi, la domanda rimane: è proprio vero che gli algoritmi di intelligenza artificiale sono destinati a sostituire in tutto e per tutto l’apporto umano dei legali? Saremo licenziati in massa dai robot? Oppure esiste un modo in cui gli avvocati possono utilizzare l’Intelligenza Artificiale Generativa in modo etico e responsabile nel loro lavoro?
Vediamo cinque modi in cui i vari strumenti di IA possono aiutare anche le menti legali più brillanti semplificando il loro lavoro ed allo stesso tempo mantenendo il fondamentale apporto umano.
- Ricerca Legale Avanzata: L’IA generativa può aiutare gli avvocati a eseguire ricerche legali più rapide ed efficaci, analizzando vasti database giuridici e restituendo informazioni pertinenti in modo rapido.
- Generazione di Documenti Legali: L’IA può generare bozze di documenti legali, come contratti o ricorsi, in base ai dati forniti dall’avvocato. Questo può risparmiare tempo e ridurre il rischio di errori umani.
- Automatizzazione dei Compiti Ripetitivi: L’IA può automatizzare compiti ripetitivi e routinari, consentendo agli avvocati di concentrarsi su attività più complesse e creative (una volta impostato un template per un atto standard, ad esempio un ricorso per decreto ingiuntivo nel caso di recuperi crediti massivi, l’algoritmo può rendere tutto più rapido ed efficiente).
- Analisi dei Precedenti Giuridici: Gli algoritmi di IA possono analizzare grandi quantità di casi giuridici precedenti per identificare tendenze e giurisprudenze rilevanti.
- Supporto nella Pianificazione Strategica: L’IA può fornire analisi dei dati per supportare la pianificazione strategica dei casi legali, aiutando gli avvocati a prendere decisioni informate.
Tuttavia, è importante notare che l’IA non può sostituire completamente il ruolo degli avvocati. L’IA può essere uno strumento potente per migliorare l’efficienza e l’accuratezza del lavoro legale, ma il giudizio umano, la comprensione del contesto e la capacità di interpretare la legge rimangono essenziali e ad esclusivo appannaggio dell’essere umano.
Gli avvocati svolgono ruoli complessi che richiedono, tra l’altro, una forte dose di empatia e interpretazione della legge in contesti ogni volta diversi. L’intelligenza artificiale potrà essere una nostra valida alleata, ma è difficile che arrivi a replicare appieno queste abilità umane.
Nel futuro, è probabile che l’IA continuerà a evolversi e a svolgere un ruolo sempre più importante nell’ambito legale, ma gli avvocati manterranno un ruolo cruciale nella consulenza legale e nella rappresentanza dei clienti.
Insomma, per il momento pare che tutti noi possiamo tirare un sospiro di sollievo: l’algoritmo non arriva per rubarci il lavoro, ma semmai per semplificarcelo, se solo saremo capaci di cavalcare l’onda del cambiamento anziché limitarci a contrastarla.
Potrebbero interessarti anche:
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento