In vigore la legge di conversione del decreto carceri (L. 94/2013)

Redazione 13/09/13
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Lucia Nacciarone

La legge 9 agosto 2013. n. 94 ha reso definitive le misure adottate dal Governo per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri in Italia, a causa del quale il nostro Paese era stato condannato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Il provvedimento, pubblicato nella G.U. del 19 agosto, ha previsto importanti misure volte a ridurre il numero dei carcerati, ed a limitare l’ingresso nei penitenziari in casi di condanne non definitive.

Ad esempio, la custodia cautelare in carcere è ora prevista solo per i delitti puniti con pena non inferiore ai cinque anni, eccetto che per i reati di finanziamento illecito dei partiti e stalli: in particolare, il massimo edittale previsto per punire il reato di cui all’art. 612bis è stato innalzato in modo da consentire l’applicazione della misura intramuraria.

Ancora, il provvedimento ha introdotto misure alternative al carcere per i condannati che al momento dell’irrevocabilità della sentenza sono liberi, a meno che non siano autori di gravi reati, come ad esempio i delitti di criminalità organizzata o di maltrattamenti in famiglia; i benefici sono, invece, interdetti ai recidivi reiterati, laddove si tratta di reati riconducibili alla dipendenza da droghe e da alcol.

Per le donne incinte e le madri di bambini al di sotto di dieci anni è prevista la detenzione domiciliare, così come per le categorie di soggetti portatori di gravi patologie, per gli ultrasettantenni non recidivi che debbano scontare una pena inferiore ai quattro anni.

Per i tossicodipendenti è stato invece agevolato il ricorso alla misura del lavoro di pubblica utilità, eccetto che per le ipotesi di reati più gravi.

Infine, sono stati previsti incentivi per le imprese che assumono detenuti o ex detenuti con la formula del lavoro all’esterno.

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