Green pass, le regioni a colori e il dpcm con i servizi essenziali

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Da lunedì 24 gennaio entrano in zona arancione altre quattro Regioni: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia, che si aggiungono alla Valle d’Aosta. Sono bianche Umbria, Molise e Basilicata, mentre il resto dell’Italia è signora in giallo.

Se speravamo di aver detto addio alla scala cromatica con l’introduzione del green pass (altro colore, ironico, se pensiamo che in verità questa infinita sequela di provvedimenti in tempo di Covid somiglia solo ad una infinita catena grigia) ci sbagliavamo.

Lo avevamo dimenticato, ma il regime dei colori vige ancora.

Ma che cosa cambia, realmente, in questo persistente mondo a colori, si fa per dire?

Nella sostanza, ben poco.

1. Che cosa cambia con la zona arancione

Dal 24 gennaio 2022 cinque Regioni italiane sono in arancione, ma l’unico vero cambiamento rispetto al giallo è che coloro che non sono vaccinato potranno spostarsi con mezzo proprio verso altri Comuni della stessa Regione o verso altre Regioni solo per lavoro, necessità, salute o per servizi non sospesi, ma non disponibili nel proprio comune. Torna in auge l’autocertificazione e i controlli verranno effettuati dalle forze dell’ordine.

Restano consentiti gli spostamenti da Comuni di massimo 5.000 abitanti, verso altri comuni entro i 30 km, eccetto il capoluogo di provincia.

2. Il dpcm con la lista dei servizi essenziali

Sappiamo che dal 20 gennaio scorso il green pass base è obbligatorio per accedere agli esercizi commerciali per i servizi alla persona (parrucchieri, estetisti, tatuatori, barbieri) e per colloqui e visite in presenza con detenuti ed internati all’interno di istituti penitenziari per adulti e minori. Ma dal primo febbraio prossimo e fino alla cessazione dello stato di emergenza (31 marzo 2022) il green pass base servirà per accedere a pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali, fatte salve quelle necessarie per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona, individuate con apposito dpcm.

Il dpcm è stato finalmente firmato dal Presidente del Consiglio, e dunque quali sono le attività considerate essenziali dal Governo a cui si può accedere liberamente, senza alcun tipo di green pass?

Innanzi tutto ci sono le farmacie e le parafarmacie dove è sempre consentito l’accesso per l’approvvigionamento di farmaci e dispositivi medici.  Poi, strutture sanitarie e sociosanitarie, nonché le cliniche e gli studi veterinari, dove si può accedere per finalità di prevenzione, diagnosi e cura.

Ancora, è consentito l’accesso agli uffici aperti al pubblico delle Forze di polizia e delle polizie locali, “allo scopo di assicurare lo svolgimento delle attività istituzionali indifferibili, nonché quelle di prevenzione e repressione degli illeciti”: cioè, si può andare a denunciare un illecito, ma non ad esempio a chiedere il rinnovo del passaporto. In ogni caso, per viaggiare in Paesi in cui serve il passaporto, serve anche il green pass, spesso rafforzato, quindi il problema è presto risolto.

Per quanto riguarda i palazzi di Giustizia, solo testimoni e parti processuali potranno accedere senza green pass, mentre per tutti gli altri (personale giudiziario ed amministrativo, magistrati, avvocati, consulenti del Giudice e di parte) il certificato verde sarà obbligatorio.

Infine qui di seguito le attività di commercio al dettaglio in cui si potrà entrare senza green pass.

  1. Ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati e altri esercizi non specializzati di alimenti vari, escluso in ogni caso il consumo sul posto; si potrà quindi andare a fare la spesa, ma solo comprare generi di prima necessità. La domanda è che cosa sia considerato di prima necessità, e che cosa no. Conosco persone, ad esempio, che considererebbero di prima necessità una buona bottiglia di bianco secco e non una busta di insalata già lavata. Per dire.
  2. Negozi di commercio al dettaglio di prodotti surgelati;
  3. Negozi per la cura di animali domestici e alimenti per animali domestici;
  4. Stazioni di carburante;
  5. Negozi per la vendita di articoli medicali e ortopedici;
  6. Negozi di ottici (varrà anche per gli occhiali da sole, con lenti senza fini di correzione refrattiva?);
  7. Negozi che vendono pellet o altri combustibili per uso domestico e per riscaldamento.

Importante sottolineare che, diversamente da quanto era stato in un primo tempo affermato, senza il green pass non sarà possibile ritirare la propria pensione alle poste, il che è perfettamente logico, poiché fino al 15 giugno vige l’obbligo di vaccinazione per tutti i cittadini ed i residenti in Italia che abbiano più di 50 anni (pare inverosimile, a parte rari casi, che il diritto alla pensione possa maturare prima di tale età).

3. Gli altri colori nelle regioni

Al momento non esistono Regioni italiane in zona rossa, mentre non ci sono differenze tra le regioni bianche e le gialle, dal momento che, almeno fino al 31 gennaio, vige l’obbligo di mascherine sia in tutti i luoghi chiusi, sia all’aperto, indipendentemente dal colore.

Ma mai come in questo periodo, quanto viene scritto diventa vecchio in un battito di ciglia, perché lo scenario è in continua evoluzione e mentre noi siamo ancora a cercare di capire in quale scala cromatica ci troviamo, è probabile che il sistema semaforico delle regioni venga abolito per essere sostituito con un nuovo metodo.

La soluzione pare dunque essere sempre la stessa, ormai da un po’ di tempo a questa parte: navigare a vista con occhi bene aperti e adoperare sempre tanto sano buon senso, anche quando gli eventi e le circostanze ci spingerebbero in direzione contraria.

 

Avv. Luisa Di Giacomo

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