Garanti privacy: l’uomo al centro di ogni processo decisionale AI

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Si è tenuta ad Hamilton, la suggestiva capitale delle Isole Bermuda, dal 15 al 20 ottobre, la quarantacinquesima Global Privacy Assembly, ossia la conferenza mondiale che riunisce tutte le Autorità Garanti per la protezione dei dati personali. L’evento, che si svolge su base annuale, si è suddiviso in una sessione aperta, con il coinvolgimento di relatori pubblici e privati “addetti ai lavori” ed una sessione privata riservata ai Garanti. Alle tematiche del rapporto con le AI abbiamo dedicato il volume “Il nuovo diritto d’autore -La tutela della proprietà intellettuale nell’era dell’intelligenza artificiale

Indice

1. L’assemblea dei Garanti privacy


Come prevedibile, i panel del convegno mondiale si sono concentrati sull’intelligenza artificiale, le tecnologie emergenti e le problematiche correlate relative alla protezione dei dati ed alla privacy degli attori coinvolti, oltre che alla privacy nel settore finanziario.
Nel corso della riunione dei Garanti mondiali sono state adottate alcune risoluzioni estremamente importanti sui temi più caldi della protezione dei dati, in particolare per quanto riguarda i dati sanitari utilizzati ai fini di ricerca scientifica, gli algoritmi di intelligenza artificiale generativa (quali ChatGPT e Bing) e soprattutto la definizione di standard privacy globali, applicabili non solo in Europa, che si conferma in pole position con il suo regolamento per la protezione dei dati personali, (Reg. UE 679/2016), legislazione d’avanguardia (per se per alcuni già datata, poiché risalente all’ormai lontano 2016) in materia di privacy. Al rapporto con le AI abbiamo dedicato il volume “Il nuovo diritto d’autore -La tutela della proprietà intellettuale nell’era dell’intelligenza artificiale”

FORMATO CARTACEO

Il nuovo diritto d’autore

Questa nuova edizione dell’Opera è aggiornata all’attuale dibattito dedicato all’intelligenza artificiale, dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2020 alla proposta di Regolamento europeo – AI Act.Il testo si configura come lo strumento più completo per la risoluzione delle problematiche riguardanti il diritto d’autore e i diritti connessi.Alla luce della più recente giurisprudenza nazionale ed europea, la Guida dedica ampio spazio alle tematiche legate alla protezione della proprietà intellettuale, agli sviluppi interpretativi in tema di nuove tecnologie e alle sentenze della Suprema Corte relative ai programmi per elaboratore, alle opere digitali e al disegno industriale.Il testo fornisce al Professionista gli strumenti processuali per impostare un’efficace strategia in sede di giudizio, riportando gli orientamenti giurisprudenziali espressi dalla Cassazione civile nel corso del 2023.Completano il volume un Formulario online editabile e stampabile, sia per i contratti che per il contenzioso, un’ampia Raccolta normativa e un Massimario di giurisprudenza di merito, legittimità e UE, suddiviso per argomento.Nell’area online saranno messi a disposizione del lettore anche il testo del final draft con gli ulteriori sviluppi relativi al percorso di approvazione del Regolamento AI Act, e la videoregistrazione del webinar del 23 febbraio, in cui parleremo con l’Autore delle sfide legali emerse con l’avvento dell’AI anche mediante l’analisi di casi studio significativi.Per iscriverti all’evento gratuito clicca qui Andrea Sirotti GaudenziAvvocato e docente universitario. Svolge attività di insegnamento presso Atenei e centri di formazione. È responsabile scientifico di vari enti, tra cui l’Istituto nazionale per la formazione continua di Roma e ADISI di Lugano. Direttore di collane e trattati giuridici, è autore di numerosi volumi, tra cui “Manuale pratico dei marchi e brevetti”, “Trattato pratico del risarcimento del danno”, “Codice della proprietà industriale”. Magistrato sportivo, attualmente è presidente della Corte d’appello federale della Federazione Ginnastica d’Italia. I suoi articoli vengono pubblicati da diverse testate e collabora stabilmente con “Guida al Diritto” del Sole 24 Ore.

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2. Il lavoro dell’assemblea sull’intelligenza artificiale


Nell’ambito tecnologico, si sa, l’evoluzione procede a ritmo pressoché istantaneo, ed è inevitabile che la macchina legislativa, per definizione lenta e formale, abbia difficoltà oggettive a stare al passo dei dati personali, come il trattamento dei dati sanitari nella ricerca scientifica, la definizione di standard privacy globali, i sistemi di intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT.
Il Garante privacy italiano ha cooperato con i suoi omologhi di Regno Unito e Germania alla stesura di una risoluzione che tratta il delicato tema dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo.
Detta risoluzione prevede che, qualora vengano adoperati sistemi di intelligenza artificiale per il processo di gestione del personale, dal reclutamento dei papabili candidati alla stipula del contratto, dal monitoraggio dei dipendenti (che comunque in Italia si scontra con la legge 300/1970, lo Statuto dei lavoratori) alla gestione del rapporto di lavoro subordinato sotto ogni aspetto, sia garantita la presenza dell’uomo al centro, ossia che il controllo finale su tutto il percorso basato sull’IA sia in ultima analisi sempre sotto il controllo umano.
Le ragioni, piuttosto evidenti, risiedono nell’importanza che le decisioni in ambito lavorativo rivestono per i lavoratori dipendenti e sull’impatto che l’algoritmo potrebbe avere su di loro (peraltro il principio vale per tutti gli ambiti di utilizzo di sistemi basati su IA senza controllo umano).
Il principio che deve essere rispettato è quello della data protection by design e by default sanciti dal GDPR, ossia l’adozione di protezioni e misure tecniche ed organizzative atte a proteggere i dati fin dalla progettazione e per impostazione predefinita, con contestuale limitazione dell’utilizzo dei dati in relazione alle finalità per le quali essi vengono trattati. Gli altri principi esposti nella risoluzione dei Garanti sono quelli dell’individuazione di una corretta base giuridica, dell’adozione di garanzie volte a evitare una sorveglianza sproporzionata rispetto alle finalità (nel rispetto dei principi di necessità, proporzionalità e minimizzazione dei dati) e a preservare il diritto degli interessati (i lavoratori in questo caso) di non essere soggetti a decisioni basate esclusivamente o prevalentemente su mezzi automatizzati, al fine di evitare il rischio di discriminazioni, che con l’utilizzo sempre più pervasivo di sistemi basati sull’intelligenza artificiale sono sempre più attuali.

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Avv. Luisa Di Giacomo

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