Eguaglianza e frammentazione

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L’eguaglianza è definita da Leibniz come la possibilità di sostituire due termini tra loro senza che muti il valore del contesto in cui è avvenuta l’operazione, questo rapporto di sostituibilità traslato nell’ambito giuridico o morale fa sì che un elemento sulla base di determinate condizioni abbia prerogative o possibilità non diverse da un altro elemento che si trovi nelle stesse condizioni (Abbagnano ).

L’art. 3 della Cost. nel parlare di eguaglianza a fronte dell’eguaglianza formale introduce una eguaglianza sostanziale, interviene in questo la possibilità del ritorno a forme di diseguaglianza senza chiari e circoscritti criteri di valutazione, i quali si riflettono anche sul principio di equità che dal principio astratto di eguaglianza in parte deriva, l’eguaglianza si fonda su pre-concetti che permettono di riconoscere le successive categorie giuridicamente rilevanti, come tali hanno una ambiguità ideologica che in una società tecno-scientifica si tende a rivestire di certezze scientifiche, su di essa si fonda la necessità etica di una eguaglianza che contemperi gli interessi individuali e sociali, con il riconoscimento delle ragioni morali.

L’eguaglianza viene in definitiva a regredire in una frammentazione sempre più ampia, con l’introduzione di un principio che tende nel tempo a innestare un sistema conflittuale, nello spingere a riconoscere sempre più ampie categorie da tutelare e incoraggiare in un intreccio tra motivi etici e interessi sociali.

Fausto – Sterling sottolinea che i sessi sono più di due essendovi l’1,7% della popolazione non classificabile, tanto da suggerire una nuova nomenclatura, il ricorrere pertanto a nuove distinzioni, quali genere, se risolvono il riferimento al fattore sociale non risolvono tuttavia il fatto che la suddivisione sociale si fonda su un pre-concetto a sua volta ideologico e quindi mutabile, la frammentazione del principio universale verso una pluralità categoriale che ricrei, nel volerlo superare, privilegi giuridici per categorie è in fieri .

Dobbiamo considerare che il riconoscimento delle aspirazioni dei gruppi non coincidono necessariamente con l’esigenza di autenticità dei singoli individui, tanto che il riconoscimento di diritti collettivi può entrare in conflitto con i diritti individuali, trasformandosi in una nuova oppressione, si ricrea pertanto una ulteriore frammentazione difficile da ricomporre, il riconoscimento di diritti speciali e discriminazioni positive creano possibili nuove diseguaglianze e quindi nuove rivendicazioni, si creano politiche del riconoscimento (Fraser) foriere della nascita di ulteriori gruppi desiderosi di ottenere nuovi diritti da fare valere nei confronti di altri gruppi, il principio di eguaglianza nato nell’Illuminismo al fine di superare le differenze di ceto e categorie viene ribaltato dando una nuova lettura dello stesso che riconduce in termini moderni alle stesse differenze, appiattendo l’identità sul riconoscimento (Ferrara).

 

Bibliografia

 

  • Fausto-Sterling, Sexing the Body: Gender Politics and the Construction of Sexuality, Basic Book, New York, 2000;
  • V. Baird, Le diversità sessuali, Carocci Ed. 2003;
  • A. Ferrara, Autenticità riflessiva, Feltrinelli, 1999;
  • N. Fraser, Scales of Justice, Columbia University Press, New York, 2009;
  • AA. VV. , Filosofia contemporanea, a cura di T. Andina, voci Etica e Politica, Carocci Ed. 2013;
  • N. Abbagnano, Storia della filosofia, UTET, 1974.

 

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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