La recente sentenza della Cassazione n. 25244/2025 chiarisce i criteri da applicare nello scioglimento della comunione post-divorzio, offrendo indicazioni pratiche utili per i professionisti legali nella gestione delle cause di divisione patrimoniale. Per un supporto operativo al professionista, abbiamo preparato il Formulario commentato della famiglia e delle persone, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon.
Indice
1. La centralità della distinzione tra fasi nel procedimento divisionale
Nella prima, il giudice deve basarsi unicamente su elementi oggettivi relativi ai beni da dividere: struttura, funzionalità, costi di eventuali opere, e valutazione del deprezzamento. Solo successivamente, e in modo distinto, potranno assumere rilevanza i fattori soggettivi, come la conflittualità tra i coniugi o l’uso attuale dell’immobile. Questo richiamo alla necessità di non confondere i piani rappresenta per gli avvocati un punto fermo nell’impostare la strategia difensiva: non è possibile anticipare considerazioni legate alla convenienza personale dei condividenti nella prima fase del procedimento. Per un supporto operativo al professionista, abbiamo preparato il Formulario commentato della famiglia e delle persone, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon.
Formulario commentato della famiglia e delle persone
Il testo, aggiornato al D.L. 8 agosto 2025, n. 117 (decreto giustizia) e ai decreti correttivi “Cartabia” e “mediazione”, raccoglie oltre 240 formule, coordinate con il nuovo rito unificato, corredate da norma di legge, commento, indicazione dei termini di legge o scadenze, delle preclusioni e delle massime giurisprudenziali. Le formule contengono la doppia indicazione del tribunale attualmente competente e del nuovo TMPF, che entrerà in vigore a ottobre 2026.Il Volume si configura come uno strumento completo e operativo di grande utilità per il Professionista che deve impostare un’efficace strategia difensiva nell’ambito del processo civile davanti al tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie.L’opera fornisce per ogni argomento procedurale lo schema della formula, disponibile anche online in formato editabile e stampabile. Lucilla NigroAutore di formulari giuridici, unitamente al padre avv. Benito Nigro, dall’anno 1990. Avvocato cassazionista, Mediatore civile e Giudice ausiliario presso la Corte di Appello di Napoli, sino al dicembre 2022, è attualmente Giudice ordinario di pace.
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2. La “non comoda divisibilità”: parametri operativi
La decisione conferma un criterio già consolidato ma che spesso genera incertezze pratiche: la valutazione della non comoda divisibilità. Gli operatori del diritto devono considerare che essa si articola in due profili:
- strutturale, quando la divisione implica costi eccessivi, opere complesse o la creazione di servitù limitative;
- funzionale, quando la divisione riduce sensibilmente il valore economico o compromette l’uso ordinario del bene.
Per il difensore, ciò significa predisporre un’attività istruttoria tecnica solida: perizie, relazioni e documenti che provino l’impossibilità di suddivisione senza un pregiudizio economico o gestionale. È su questo piano che si gioca gran parte dell’esito della causa, poiché la dichiarazione di indivisibilità apre la strada all’attribuzione dell’intero bene ad uno dei condividenti con obbligo di conguaglio.
3. Errori da evitare nella difesa e nei giudizi di merito
Il caso deciso dalla Suprema Corte dimostra quanto sia rischioso confondere i due livelli di analisi. I giudici di merito avevano dato peso, nella formazione delle porzioni, a elementi come l’attuale destinazione dei beni e l’interesse delle parti a mantenere l’uso della porzione già occupata. Questo approccio è stato censurato perché distorce la logica del procedimento divisionale. Per gli avvocati, ciò impone una linea difensiva netta: contestare immediatamente ogni tentativo della controparte di far valere interessi soggettivi nella prima fase. Allo stesso tempo, la difesa deve essere pronta a valorizzare proprio tali interessi nella fase di attribuzione, ad esempio dimostrando l’impossibilità di coabitazione o la necessità di conservare la destinazione familiare di un immobile. La chiarezza metodologica diventa così uno strumento processuale fondamentale.
4. Implicazioni pratiche e strategie difensive
Dal punto di vista operativo, la sentenza fornisce un vero e proprio schema di lavoro. Nella fase iniziale, l’avvocato deve concentrarsi su prove tecniche e documentali che attestino le caratteristiche strutturali e funzionali dei beni, senza insistere su profili personali dei condividenti. In seguito, quando si passa all’attribuzione, la strategia difensiva può virare sugli elementi soggettivi: l’uso della casa coniugale, la presenza di attività professionali, il grado di conflittualità. Inoltre, la corretta impostazione della domanda e delle conclusioni è essenziale: la distinzione tra criteri oggettivi e soggettivi deve emergere sin dagli atti introduttivi per evitare che il giudice replichi gli errori censurati dalla Cassazione. In questo senso, la pronuncia non è soltanto una correzione tecnica, ma un vademecum operativo per i professionisti che gestiscono contenziosi complessi in materia di divisione tra coniugi divorziati.
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