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Da gennaio 2017 l’indennità di mobilità dovuta per i licenziamenti collettivi sarà abolita e sostituita dall’indennità di disoccupazione Naspi. I lavoratori di aziende in stato di difficoltà non potranno quindi più contare, a partire dall’anno prossimo, sulla cassa integrazione straordinaria, ma solo su una retribuzione del 75% dell’imponibile medio degli ultimi quattro anni. La durata della prestazione, inoltre, sarà più breve di quella garantita dalla mobilità.
Vediamo quali sono i cambiamenti previsti con il passaggio dalla mobilità alla Naspi.
Che cos’è l’indennità di disoccupazione Naspi?
La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (Naspi) è l’ordinaria indennità di disoccupazione attualmente prevista in Italia. Il sussidio, che ha sostituito la precedente Aspi, è stato introdotto dal decreto attuativo della legge sul Jobs Act n. 22/2015.
La Naspi consiste in un assegno che spetta ai lavoratori dipendenti, sia a tempo determinato che indeterminato, quando si trovano in stato di disoccupazione involontaria.
Quali sono i requisiti per la Naspi?
A partire dal 2017, tutti i lavoratori disoccupati dovranno dire addio alla mobilità e potranno usufruire solo della Naspi, a condizione di soddisfare determinati requisiti. Ma quali sono questi requisiti?
Possono usufruire dell’indennità di disoccupazione Naspi coloro che hanno perso il lavoro senza aver presentato dimissioni spontanee, a condizione di aver maturato 13 settimane di contribuzione negli ultimi 48 mesi e di aver accumulato almeno 30 giorni di lavoro nell’anno precedente.
A quanto ammonta il sussidio Naspi?
L’importo della Naspi si calcola in base alla retribuzione percepita negli ultimi quattro anni e alle settimane di contribuzione. Se la retribuzione non supera i 1.195 euro mensili il sussidio sarà pari al 75% di tale importo; se invece la retribuzione supera tale cifra, il sussidio mensile sarà pari al 75% dell’importo fino ai 1.195 euro e al 25% dell’importo rimanente.
In ogni caso, l’assegno non può essere superiore a 1.300 euro lordi al mese.
Il sussidio Naspi, inoltre, decresce con il tempo: a partire dal primo giorno del quarto mese di fruizione, infatti, l’importo si riduce del 3% al mese. Ricordiamo, infine, che la Naspi può essere erogata per un periodo massimo di 24 mesi.
Addio alla mobilità: cosa cambierà?
L’indennità di mobilità che sarà cancellata a partire dal 2017 offriva condizioni più vantaggiose ai lavoratori vittime di licenziamenti collettivi. La mobilità permetteva infatti al lavoratore dipendente di percepire il 100% della cassa integrazione straordinaria, ovvero l’80% della retribuzione precedentemente percepita. Il lavoratore vittima di licenziamento poteva inoltre usufruire di tale importo per un anno intero: la somma si riduceva infatti del 20% solo a partire dal tredicesimo mese.
Con il passaggio dalla mobilità alla Naspi, inoltre, anche la durata massima del sussidio cambierà in peggio: mentre la mobilità poteva durare da un minimo di 12 a un massimo di 48 mesi, la Naspi non può durare più di 24 mesi.
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