Corte dei conti – det. N. 24/2008 – sezione del controllo enti – Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica (Inpdap)– relazione sul controllo di gestione ex legge 21 marzo 1958 n. 259.

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Con la determinazione n. 24/2008, la Sezione del Controllo Enti della Corte dei Conti, dispone, a norma dell’art. 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la comunicazione alle Presidenze delle due Camere del Parlamento della relazione conclusiva del controllo eseguito sulla gestione finanziaria – esercizio 2006 – dell’Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica (INPDAP) quale ente assoggettato a tale tipo di controllo ai sensi dell’art. 12 della predetta legge.
La Corte evidenzia che dai dati gestionali dell’esercizio 2006, si registra un leggero miglioramento rispetto al decorso esercizio, ma senza ignorare che essi sono stati positivamente influenzati da variabili di natura straordinaria non facilmente replicabili per l’avvenire. Ed invero, i dati previsionali degli esercizi 2007 e 2008, confermano la tendenza, già rilevata in passato, ad un progressivo peggioramento dei conti dell’Istituto. Secondo il Collegio, non potendosi prevedere a breve il riequilibrio della gestione pensionistica e previdenziale, è da ritenere che il disavanzo, specie quello di parte corrente, assuma carattere strutturale ad andamento crescente; l’analisi combinata delle entrate contributive e delle prestazioni istituzionali è, infatti, indicativa di un progressivo assottigliamento del margine attivo di copertura, destinato in un futuro assai prossimo ad una inversione di tipo sempre più negativo.
A siffatto scenario concorrono ad avviso della Corte, da una parte l’insufficiente crescita del montante contributivo condizionato dal blocco generalizzato delle assunzioni del comparto pubblico e dall’altro l’aumento del volume delle prestazioni per gli effetti degli incrementi annuali delle pensioni e la costante lievitazione del numero dei pensionati.
La Corte ritiene, pertanto, non più dilazionabile il ricorso a misure idonee ad assicurare l’equilibrio futuro della gestione complessiva dell’Istituto, attraverso provvedimenti normativi atti ad incrementare il numero degli iscritti attraverso una incisiva politica di assunzioni mirata a ridurre drasticamente non solo l’attuale generalizzato ricorso all’outsourcing, che sinora non ha certo determinato l’auspicata riduzione del costo dei servizi, ma anche del lavoro interinale e delle altre forme di lavoro eterogenee che non importano alcun gettito contributivo nelle casse dell’Istituto.
A parere della Corte, in materia di personale, l’Istituto risente di una non compiuta distribuzione delle risorse secondo le logiche direttamente correlate alle esigenze funzionali dello stesso, non sempre sostenuta da una adeguata e congrua formazione professionale; si registra, infatti, un affollamento nelle strutture di supporto della gestione ed, in particolare, in quelle destinate al funzionamento degli organi, con uno squilibrio evidente a danno delle linee di produzione, attraverso le quali si estrinseca la missione istituzionale dell’INPDAP; appare indispensabile, pertanto, anche in attuazione delle prescrizioni di cui all’art.1, comma 440 e seguenti della Legge Finanziaria per l’anno 2007, una rivisitazione delle forze presenti nei vari settori ed uffici, al fine di apportare correzioni utili per un più incisivo sviluppo produttivo e l’eliminazione di giacenze inevase che, in taluni casi, appaiono gravose.
Dal controllo è emerso che il ricorso a consulenze esterne si è dimostrato in chiaro aumento per cui viene sottolineata la necessità di un suo drastico ridimensionamento limitandolo ai casi strettamente indispensabili e particolari che non possono essere soddisfatti per mancanza di specifiche professionalità nell’Istituto; al riguardo, viene a costituire utile elemento di riferimento la deliberazione delle sezioni riunite della Corte dei conti n.6 del 15/2/2005 riguardante la subiecta materia.
Mentre il sistema dei controlli interni appare rafforzato, dacché si è dato corso al potenziamento del controllo di gestione, ampiamente auspicato anche da questa Sezione, elevandolo al rango di direzione centrale ispettiva ed accorpandolo alla pianificazione, al contrario, il processo di dismissione del patrimonio immobiliare procede piuttosto lentamente, con scostamenti notevoli rispetto alla tempistica disegnata nel “business plan”; per i giudici le cause di tale divaricazione sono molteplici, alcune esterne all’Istituto, come problematiche catastali e disponibilità dei notai, ed altre da imputare alla insufficienza operativa delle strutture a ciò dedicate, carenti di adeguato numero di personale.
Quanto alle pregresse gestioni patrimoniali, affidate a società esterne, come già emerso in precedenza, viene denunciato l’operato delle stesse società affidatarie per aver agito con superficialità e noncuranza degli interessi dell’Istituto nonché il controllo insufficiente e lacunoso degli uffici. La gestione diretta del proprio patrimonio in via di dismissione, assunta dall’Istituto dal 1 maggio 2004, sembra invece realizzare un abbattimento dei costi, mentre sui risultati finali della stessa la Corte ritiene ancora prematura ogni valutazione.
Conclusivamente il Collegio, mentre esprime tutto il proprio favore per un incisivo programma di sinergie volto a conseguire, al contempo, l’ottimizzazione dei servizi e la razionalizzazione della spesa, ritiene, peraltro, indispensabile che nel corso di tale percorso non si perda mai di vista l’obiettivo primario di realizzare un sistema di particolare qualità nell’esclusivo interesse del cittadino – utente, le cui legittime aspettative a fruire di servizi sempre più adeguati non potrebbero essere frustrate dal pur lodevole intento di ridurre i costi della Pubblica Amministrazione.
Qui la determinazione mentre su www.corteconti.it è disponibile la relazione relativa.
 
 
Determinazione n. 24 /2008
 
 
nell’adunanza del 4 marzo 2008;
visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti 12 1934, n. 1214;
vista la legge 21 marzo 1958, n. 259;
visto il decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 479, con cui l’Istituto
nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica (INPDAP) è stato sottoposto al controllo della Corte dei conti;
visto il conto consuntivo dell’Ente suddetto relativo all’esercizio finanziario 2006, nonché le annesse relazioni degli organi amministrativi e di revisione, trasmessi alla Corte in adempimento dell’art. 4 della citata legge n. 259 del 1958;
esaminati gli atti;
udito il relatore Presidente di sezione Dott. Giuliano Mazzeo e, sulla sua proposta, discussa e deliberata la relazione con la quale la Corte, in base agli atti e agli elementi acquisiti, riferisce alle Presidenze delle due Camere del Parlamento il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Ente predetto per l’esercizio 2006;
ritenuto che, assolto così ogni prescritto incombente, possa, a norma dell’articolo 7 della citata legge n. 259 del 1958, darsi corso alla comunicazione alle dette Presidenze, oltre che del conto consuntivo – corredato delle relazioni degli organi amministrativi e di revisione – della relazione come innanzi deliberata, che alla presente si unisce perché ne faccia parte integrante;
 
P.Q.M.
 
comunica, a norma dell’art. 7 della legge n. 259 del 1958, alle Presidenze delle due Camere del Parlamento, insieme con il conto consuntivo per l’esercizio 2006 – corredato delle relazioni degli organi amministrativi e di revisione dell’Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica (INPDAP) – l’unita relazione con la quale la Corte riferisce il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Ente stesso.L’estensore     Il Presidente
 
Giuliano Mazzeo                                                   Mario Alemanno
 
 Depositata in Segreteria il 18 marzo 2008

Crucitta Giuseppe – Francaviglia Rosa

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