Case green: ok definitivo alla direttiva UE dal Consiglio Ue Ecofin

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La cosiddetta direttiva europea Case Green chiude finalmente il suo percorso con l’ok del Consiglio Ue Ecofin, con 20 voti favorevoli su 27 (l’Italia è tra i contrari). Adesso, si attende solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il 12 marzo 2024 gli eurodeputati avevano adottato in via definitiva il nuovo testo (direttiva case green) teso a ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas a effetto serra del settore edilizio. La direttiva era stata approvata con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni, ed è stato approvato formalmente dal Consiglio dei ministri.

Indice

1. Consumi energetici e emissioni effetto serra


Per la Commissione UE gli edifici che insistono sui territori della medesima Unione risultano sono responsabili del 40% dei consumi energetici nonché del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Il 15 dicembre 2021 la Commissione UE ha proposto la revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, che appartiene al pacchetto “Pronti per il 55%”. Secondo la normativa europea sul clima del luglio 2021 gli obiettivi ambientali per il 2030 e il 2050 sono diventati vincolanti per tutti gli Stati UE.

2. Obiettivi della direttiva “Case Green”


Lo scopo della revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è quello di ridurre in modo progressivo le emissioni di gas serra come anche i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030, nonché pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. Tra gli obiettivi figurano anche la ristrutturazione di un maggior numero di edifici con le prestazioni peggiori e una migliore diffusione delle informazioni sul rendimento energetico. Per la nuova direttiva, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero dal 2030. Inoltre, i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Gli Stati membri potranno tenere conto, nel calcolare le emissioni, del potenziale impatto sul riscaldamento globale durante il ciclo di vita di un edificio, compresi la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione impiegati per realizzarlo.

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3. Edifici residenziali e non


I Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035, per gli edifici residenziali. Dovranno anche ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica. Ove tecnicamente ed economicamente fattibile, entro il 2030 gli Stati membri dovranno garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e nei nuovi edifici residenziali.

4. Caldaie al bando entro il 2040


Gli Stati UE dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento sopprimendo, gradualmente, i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffrescamento entro il 2040. Dal 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili, mentre saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che utilizzano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico oppure una pompa di calore.

5. Eccezioni


La direttiva non risulta operativa per gli edifici agricoli e quelli storici. Inoltre, i Paesi membri possono optare di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.

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Avv. Biarella Laura

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