Calendario fiscale 2017: scadenze, ritardi e rinvii

Redazione 05/09/17
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Sono molte le scadenze fiscali che attendono professionisti e contribuenti nei prossimi mesi del 2017. Per colpa anche del Decreto Legge n. 193/2016 collegato all’ultima Legge di Bilancio, gli impegni per i lavoratori autonomi sono raddoppiati, e sono destinati ad aumentare nel 2018. Ma contribuiscono a creare confusione soprattutto i continui ritardi e rinvii decisi dal Fisco su pressione dei contribuenti. Il calendario dei prossimi mesi è così quantomai caotico e pieno di date da ricordare, dalla scadenze Iva al Modello Redditi, e dalla voluntary disclosure alla rottamazione delle cartelle.

Cerchiamo allora di fare un po’ di ordine e vedere quali sono le date fiscali più importanti del 2017.

 

Spesometro e liquidazioni Iva, le nuove date

Partiamo dall’invio dei dati Iva, forse l’argomento più delicato per i professionisti e quello che maggiormente è stato riorganizzato dal Decreto fiscale del 2016.

Come sappiamo, in questi giorni la scadenza della prima rata dello Spesometro semestrale 2017 è stata spostata dal 18 al 28 settembre (dopo che in un primo momento era stata annunciata per il 25 luglio). I professionisti avranno quindi dieci giorni di tempo in più per comunicare all’Agenzia delle Entrate tutte le operazioni rilevanti ai fini Iva. All’inizio dell’estate, anche la data di scadenza della prima rata delle liquidazioni Iva era stata spostata dal 31 maggio al 12 giugno.

E nei prossimi mesi, numerose altre date da ricordare: la seconda rata delle liquidazioni trimestrali è attesa per il 18 settembre, la terza per il 30 novembre e la quarta per il 28 febbraio 2018. La seconda rata dello spesometro semestrale è ugualmente prevista per il prossimo 28 febbraio. Dall’anno prossimo, poi, anche lo spesometro diverrà trimestrale per tutti, dunque ci saranno due scadenze in più.

 

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Rottamazione cartelle e voluntary 2.0

Tra gli appuntamenti più importanti per i contribuenti nei prossimi mesi sono senza dubbio da segnalare la rottamazione delle cartelle esattoriali e la seconda edizione della voluntary disclosure.

Per quanto riguarda la rottamazione delle cartelle, la fortunatissima misura fiscale che permette a chi ha debiti con il Fisco di sanare la propria situazione con uno sconto sulle sanzioni e sugli interessi di mora, le prossime rate per il saldo del debito sono la fine di settembre e novembre 2017 e aprile e settembre del 2018. La prima tranche era dovuta entro la fine di luglio. Per la voluntary 2.0, che concede sconti sulle sanzioni ai contribuenti che detengono illegalmente capitali all’estero, la scadenza per la presentazione dell’istanza è stata invece spostata dal 31 luglio al 2 ottobre.

Spostato anche il Modello Redditi

Ennesimo rinvio anche per il Modello Redditi presone fisiche 2017, prorogato dal 30 settembre (e quindi 2 ottobre, visto che il 30 settembre cade di sabato) al 31 ottobre. Un mese in più a disposizione per tutti i professionisti e titolari di reddito d’impresa, dunque, anche in considerazione del fatto che da quest’anno le regole sono cambiate. Mentre fino al 2016 era infatti possibile inviare con il vecchio Modello Unico dichiarazione Iva e dichiarazione dei redditi insieme, dal 2017 la dichiarazione Iva va presentata in forma autonoma. Ennesima novità in un calendario fiscale già molto fitto.

Ricordiamo, in ogni caso, che è slittata di un mese anche la data di scadenza della presentazione telematica dei dati del Modello Redditi “entro 90 giorni dalla scadenza”: impegno rinviato dal 29 dicembre al 29 gennaio 2017.

Troppe proroghe e troppi nuovi impegni

I professionisti, non è una novità, non sono contenti delle numerosissime nuove scadenze. Ed effettivamente, le stesse proroghe concesse ai contribuenti –in sé un fatto positivo per molti– stanno a indicare come per molti versi il nuovo calendario non riesca a venire incontro alle esigenze dei lavoratori. Si crea, in sostanza, molta confusione in un sistema fiscale già complicato e caotico. E le pezze messe dal Governo negli ultimi mesi arrivano spesso in ritardo, spesso creando ulteriori incertezze. L’idea del “Fisco amico” e del rapporto di collaborazione con i contribuenti, insomma, più volte sbandierata nel corso degli ultimi anni, sembra ancora lontana dal trovare una sua realizzazione pratica.

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