Banche e investimenti: quali responsabilità da parte degli istituti di credito?

Lorena Papini 23/06/23
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Investire sui mercati finanziari è un esercizio alquanto complesso persino per gli operatori specializzati, per questo motivo un retailer dovrebbe allocare i risparmi personali solo dopo aver definito una corretta pianificazione. In tal senso il primo passo da compiere è l’individuazione di obiettivi di rendimento realizzabili in funzione del proprio profilo di rischio; dopodiché è necessario stabilire un orizzonte temporale che permetta di portare a termine il piano d’azione e di gestire eventuali criticità -ad esempio il mutamento del contesto macroeconomio o geopolitico- che non è possibile preventivare al momento dell’allocazione del patrimonio. Questa fase di preparazione è seguita dalla selezione degli strumenti finanziari più funzionali alla costruzione della diversificazione di portafoglio.
Naturalmente nel suddividere il capitale nelle varie classi di investimento si valuta il sottostante da inserire nell’allocazione in base alle esigenze del risparmiatore: alcuni, infatti, preferiscono acquistare dirittamente i titoli –azioni, bond, materie prime-, mentre altri demandano anche l’attività di diversificazione a soggetti specializzati come i fondi comuni di investimento, siano essi a gestione passiva o meno.

Indice

1. Investimenti finanziari: consapevolezza degli investitori e obblighi degli intermediari


Un aspetto da non sottovalutare nella costruzione di un portafoglio è però la reale percezione del pericolo insito nelle diverse asset class: come spiegano gli esperti di Mercati24, autorevole hub di formazione in ambito finanziario, se una corretta diversificazione è essenziale per ridurre al minimo il rischio specifico, la stessa non può far nulla per limare il rischio sistematico, che deve essere gestito con strategie ben codificate. Difatti la maggior parte dei risparmiatori è in grado di definire una tolleranza massima -in senso negativo- delle oscillazioni della valorizzazione del proprio patrimonio, ma poi non riesce a tradurre la codifica in operatività, poiché disconosce i meccanismi basilari di funzionamento degli strumenti finanziari e come questi siano influenzati dal ciclo economico e da altre variabili.
È importante sottolineare che le lacune legate al livello di alfabetizzazione finanziaria possono essere colmate con la formazione: oggigiorno, infatti, le opportunità, per accrescere il proprio bagaglio culturale in tal senso, sono molteplici; gli investitori hanno la possibilità di partecipare a corsi tenuti da professionisti del settore, sia in aula sia da remoto, di approfondire la materia attraverso testi specialistici o tutorial in formato audiovisivo. Inoltre un adeguato background finanziario permette di valutare al meglio le informazioni che gli intermediari –banche, SIM, poste– sono tenuti a rilasciare prima della sottoscrizione di qualsivoglia prodotto o servizio.
Da questo punto di vista gli obblighi dei soggetti che operano nel settore degli investimenti sono cogenti: un istituto di credito, nella fattispecie, è tenuto ad illustrare in via preventiva le caratteristiche di un determinato prodotto e comunicare al risparmiatore tutti i rischi derivanti dalla sua detenzione. Tale prassi, necessaria per la valutazione dell’adeguatezza e appropriatezza di un investimento, è corredata dall’informativa su eventuali conflitti di interessi; l’intermediario, infatti, deve rendere noto qualsiasi potenziale beneficio -non solo per commissioni percepite- derivante dal collocamento del prodotto.


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2. Banche: obblighi informativi e inadempimento contrattuale


Gli obblighi di informazione, tuttavia, non sono solo propedeutici alla sottoscrizione di un contratto; le banche devono comunicare tempestivamente ogni variazione che potrebbe interessare le clausole che regolano l’accordo fra le due controparti: si pensi ad esempio alla fluttuazioni dei tassi, alla variazione del merito creditizio di un emittente, all’aumento del rischio di uno strumento finanziario.
Come sottolineano gli esperti di Mercati24, il mancato adempimento dell’intermediario in ciascuna delle attività fin qui descritte potrebbe rendere nullo il contratto o creare le condizioni per una rivalsa del risparmiatore nei confronti della banca; e a confermarlo vi sono anche sentenze della Corte di Cassazione passate in giudicato. Solo diventando un investitore consapevole, quindi, si è in grado di allocare al meglio i risparmi personali e tutelarsi per tutta la durata del rapporto con un intermediario.

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