Autotutela amministrativa e sindacato della volontà

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Il potere di autotutela amministrativa e il sindacato della volontà delle pubbliche amministrazioni in sede di conferenza di servizi

Il presente lavoro ha ad oggetto l’analisi e lo studio dell’istituto della conferenza di servizi e il suo rapporto con l’esercizio dell’autotutela. In particolare, questo approfondimento è dedicato alla ricostruzione della disciplina giuridica della conferenza di servizi con riferimento al potere di ritiro degli atti amministrativi nel diritto comunitario e nell’ordinamento nazionale. Nello specifico, si analizza la controversa questione riguardante la sussistenza di un interesse pubblico in re ipsa all’annullamento nell’ipotesi di atto amministrativo illegittimo per contrasto con il diritto dell’Unione europea.  In buona sostanza, si ricostruisce la tematica della disciplina della revoca degli atti amministrativi provenienti da istituzioni comunitarie ripercorrendo la giurisprudenza più significativa della Corte di Giustizia. L’attenzione è rivolta all’individuazione del potere di ritiro degli atti amministrativi nell’ordinamento interno e alla ricostruzione delle varie problematiche giuridiche riguardanti il potere di autotutela, ponendo sempre uno sguardo alle disposizioni contenute nella nota legge sul procedimento amministrativo. Successivamente, si delinea sommariamente il potere di autotutela nel nostro ordinamento interno e lo si pone in correlazione con l’istituto della conferenza di servizi. Si ritiene, infatti, importante esaminare alcuni aspetti di interferenzatra la disciplina dell’autotutela, come risultante dalle modifiche apportate dalla legge n. 124 del 2015 e dai successivi decreti di attuazione e l’istituto della conferenza di servizi. La problematica più rilevante è quella che riguarda l’individuazione dei soggetti autorizzati a ritirare in autotutela la determinazione conclusiva della conferenza e l’iter all’esito del quale il relativo provvedimento può essere adottato. In quest’ottica si delineano i tre orientamenti principali che hanno affrontato la controversa questione giuridica proposta. In tale prospettiva si individuano, altresì, le varie problematiche riguardanti l’autotutela con riferimento alla conferenza di servizi alla luce delle innovazioni legislative recenti, il Decreto legge 31 maggio 2021 n. 77 attraverso il quale si è tornati nuovamente ad incidere sulla legge generale sul procedimento amministrativo. In questa circostanza, le modifiche sono state orientate a garantire l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza non solo introducendo nuovi meccanismi di coordinamento amministrativo e accelerando determinati procedimenti, ma anche risolvendo alcune farraginosità che caratterizzano il procedimento amministrativo nel suo complesso. Risulta chiaro che si analizza, nello specifico, la delicata questione giuridica concernente lo jus poenitendi della pubblica amministrazione e il metodo di funzionamento del meccanismo di autotutela per la conferenza di servizi. Nell’ambito di tale tematica si prende in considerazione un’ulteriore questione giuridica di rilevante novità e che consiste nella gestione dei dissensi delle pubbliche amministrazioni partecipanti. Per una maggiore completezza argomentativa si procede con la decodificazione del concetto di dissenso qualificato. Non è un caso, infatti, che dopo la “legge Madia” si può sostenere che è sorto un vero e proprio sistema dei rimedi per dissensi qualificati in forza del quale è possibile individuare il tratto caratterizzante nel fatto che si passa dalla rimessione della decisione al Consiglio dei ministri ad opera dell’amministrazione procedente, in caso di dissensi qualificati o di matrice regionale, alla opposizione da parte delle medesime amministrazioni portatrici di interessi sensibili oppure regionali. In tale sede si delineano le linee caratterizzanti il sistema di gestione degli eventuali dissensi sorti in seno alla conferenza di servizi e si affronta il problema dell’esatta individuazione del nuovo concetto di “dissenso qualificato”.

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La nuova conferenza di servizi

La conferenza di servizi è un istituto nato nel 1990 con il compito di semplificare e accelerare i processi decisionali delle pubbliche amministrazioni, impegnate in attività autorizzatorie particolarmente complesse per l’approvazione di opere, progetti, programmi. E ci si può chiedere quale attività non presenti oggi tale carattere. Come opportunamente segnalato dalla Commissione Speciale del Consiglio di Stato nel parere n. 890/2016 (che ha esaminato il progetto di riforma della conferenza di servizi), infatti, ci troviamo di fronte ad un mondo contraddistinto da complessità “patologica” per la dispersione delle funzioni amministrative nell’ordinamento e da complessità “fisiologica” dovuta ad una pluralità di interessi pubblici, sovente senza alcun rapporto gerarchico o di prevalenza. In tale quadro si colloca la nuova edizione del volume nello spirito di quel continuo monitoraggio che interpreti e operatori devono assicurare in materia, specie dopo l’entrata in vigore della c.d. “Riforma Madia” di cui alla legge n. 124/2015 e della riforma della conferenza operata dal d.lgs. 127/2016 (entrambe definite, non a caso, “epocali”). In particolare, la riforma del 2016 ha fatto seguito ad una numerosa serie di interventi (più di una decina) sull’istituto a partire dal 1990 ed ha lo scopo di “adeguarne la fisionomia alle diverse esigenze emerse nella sua applicazione pratica” (come affermato dal sopramenzionato parere del Consiglio di Stato n. 890/2016). La presente pubblicazione, muovendo dagli apporti della prassi e della giurisprudenza a più riprese intervenute, intende fornire agli operatori del settore indicazioni precise e puntuali quando occorre procedere all’attivazione, svolgimento e conclusione del procedimento in questione. Il tutto con una particolare attenzione alle ulteriori disposizioni acceleratorie introdotte dall’art. 13 del c.d. Decreto Semplificazioni, ossia dal d.l. 76/2020, convertito, con modificazioni, nella legge 120/2020.   Antonino CimellaroAvvocato cassazionista e consulente in materia di opere pubbliche, con particolare riferimento alla espropriazione per pubblica utilità e alle procedure autorizzatorie (conferenze di servizi, accordi di programma, ecc.). In tali ambiti è docente in corsi di formazione nonché autore di pubblicazioni. Collabora con riviste specializzate di settore.Andrea FerrutiAvvocato in Roma e consulente in materia di edilizia e urbanistica, procedure autorizzatorie (conferenze di servizi, accordi di programma, ecc.), normativa tecnica e sicurezza sul lavoro. In tali ambiti è autore di pubblicazioni e collabora con riviste specializzate.

Antonino Cimellaro, Andrea Ferruti | Maggioli Editore 2021

Allegato

Sindacato volontà conferenza servizi def (1) 1016kB

Pietro Cucumile

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