Adozioni internazionali: istituita una Commissione di studio

Redazione 01/08/13
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Anna Costagliola

Presso il Ministero della Giustizia è stata istituita una Commissione di studio in tema di adozioni internazionali. A detta istituzione il Governo ha provveduto con proprio decreto, prendendo atto di una situazione che ha visto nel corso degli anni progressivamente diminuire le coppie adottanti e i minori stranieri adottati. Basti pensare, secondo quanto risulta dal rapporto che la Commissione per le adozioni internazionali pubblica ogni anno con riguardo alle adozioni realizzate nell’anno precedente, che nel 2012 le coppie che hanno adottato minori stranieri al 31 dicembre sono state 2.469, con un decremento del 21,7% rispetto al 2011. Correlativamente, nel periodo gennaio-dicembre 2012 sono stati autorizzati all’ingresso in Italia 3.106 minori provenienti da 55 Paesi, con una diminuzione del 22,8% rispetto al 2011.

La rilevazione statistica, frutto della raccolta e dell’analisi sistematica dei dati di tutte le procedure adottive internazionali portate a termine nel 2012 con il rilascio dell’autorizzazione all’ingresso in Italia, evidenzia una significativa e consistente flessione delle adozioni internazionali realizzate nel 2012 rispetto a quelle registrate anni precedenti. Fino a tutto il 2011, infatti, l’Italia è stato l’unico Paese d’accoglienza in controtendenza rispetto al generale e forte calo delle adozioni internazionali, registrato dal 2005 in poi in tutti gli altri Paesi. Nel 2010 e nel 2011 è stata addirittura superata la soglia delle 4.000 adozioni. Dopo anni di questa costante crescita, nel 2012 si è registrata una controtendenza, con un drastico calo delle adozioni.

Il dato impone una seria riflessione, ma anche un inquadramento oggettivo delle cause che hanno determinato la situazione descritta. Innanzitutto occorre considerare lo sviluppo economico di molti Paesi d’origine, il progressivo miglioramento delle condizioni di vita e il rafforzamento degli interventi sociali, la possibilità, nuova in quei Paesi rispetto al passato, di individuare soluzioni interne (affidamenti intrafamiliari, adozioni nazionali), fattori che hanno inevitabilmente ridotto il ricorso all’adozione internazionale come strumento di tutela dell’infanzia.

Sul fronte italiano, il calo delle domande presentate ai Tribunali per i minorenni dalle famiglie per essere dichiarate idonee all’adozione internazionale trova verosimilmente la sua causa, comune agli altri Paesi d’accoglienza, nella diffusa informazione e nella consapevolezza circa la complessità dell’adozione internazionale, non meno che nella crisi economica. Sicuramente, infatti, i costi dell’adozione internazionale e la crisi economica hanno notevolmente contribuito al calo delle adozioni internazionali, ma una delle principali ragioni della crisi dell’istituto deve essere individuata in procedure amministrative eccessivamente farraginose.

Per far fronte alla descritta situazione di stallo sono state intraprese iniziative varie, come, ad es. l’istituzione di un gruppo di lavoro sugli aspetti finanziari delle adozioni internazionali, che nel mese di ottobre 2012 ha riunito a L’Aja i rappresentanti di alcuni Paesi aderenti alla Convenzione del 1993, il quale ha avviato lo studio condiviso delle problematiche connesse al costo delle adozioni internazionali e dei possibili strumenti di controllo. Nella medesima prospettiva si colloca anche l’odierna istituzione di una Commissione di studio presso il nostro Ministero della Giustizia, la quale avrà il compito di approfondire le tematiche, qui di seguito indicate in via meramente esemplificativa: 

a) riforma dell’iter procedurale: semplificazione delle procedure dell’adozione internazionale;

b) riduzione dei costi e introduzione di ipotesi di gratuità dell’adozione internazionale;

c) agevolazione dell’adozione dei minori con «bisogni speciali»;

d) valutazione dell’opportunità dell’introduzione nell’ordinamento italiano delle cd. accoglienze innovative: il riconoscimento della «kafala» come affidamento preadottivo dei minori orfani originari di Paesi di legge coranica e degli istituti del soggiorno a scopo adottivo e dell’affidamento internazionale.

Ciò al fine di valutare l’opportunità di una possibile riforma della L. 4 maggio 1983, n. 184, e successive modificazioni, per dare nuovo impulso al settore delle adozioni internazionali. È per questo motivo che, data la particolare complessità e difficoltà tecnica del lavoro da compiere, si è deciso di istituire una Commissione tecnica, composta da persone esperte della materia, anche esterne all’amministrazione, affinché provvedano all’elaborazione di una serie di proposte normative.

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