Dinamiche simmetriche nella responsabilità La simmetria nei cicli giuridici e rischi economici

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In questi ultimi decenni vi è stata una forte evoluzione della responsabilità che è venuta ad allargare il proprio ambito in settori e materie finora non valutati, basti pensare alla P.A., alla circolazione dei veicoli, alla sicurezza negli ambienti di lavoro, ai danni ambientali e tecnologici, quello che è da valutare sono le dinamiche interne sociali che vengono ad instaurarsi una  volta stabilita una responsabilità, tali che possono sfuggire agli stessi tecnici che dovrebbero gestirle.

La responsabilità si fonda sui concetti economici di distribuzione del danno in funzione dell’efficienza del sistema, ma è anche qualcosa che nasce dalla sfera morale, nella quale vi sono elementi rigidi relativi al giudizio che vengono ad intersecarsi con quelli più morbidi dell’altruismo, dove la morale può spesso divergere dai sentimenti empatici, vi è la ricerca dell’equità come parità di risultato derivante dalla non lesione nella quale ciascuno fa attenzione che non vi sia un’appropriazione di utile in termini positivi o negativi, quale distruzione non autorizzata   nel sistema della ricchezza altrui (Bloom).

La responsabilità può essere intesa sia verso la collettività che verso l’individuo, attraverso il senso di equità si tendono ad evitare reazioni distruttive, essa si associa quindi a quella che Prinz definisce la morale dell’indignazione necessaria ad evitare abusi e posizioni di svantaggio, al fine di evitare comportamenti free rider i membri della società tendono a controllarsi a vicenda anche attraverso mezzi punitivi che possono giungere alla punizione diretta, ecco che la responsabilità si pone quale diaframma istituzionalizzato nella ricerca dell’equità necessaria alla coesione sociale, dobbiamo considerare che nell’essere umano vi è quella che Picarro definisce come una “morale del miscuglio”, fondata su un assortimento di intuizioni, regole empiriche e reazioni emotive (Bloom).

Gli obblighi morali per lunga parte della nostra storia sono stati applicati soltanto a coloro che risultavano a noi vicini (prossimo), il successo è fondato sulla “coalizione” che ha bisogno di segni distintivi al fine di un rapido riconoscimento tra i suoi membri, segni che possono andare da aspetti fisici a simboli, in questo contesto la lingua diventa uno dei fattori fondamentali nella identificazione culturale (Kinzler), infatti favorire la propria comunità secondo livelli concentrici fino ai rapporti familiari permette forti vantaggi competitivi (Bloom), l’etica diventa quindi qualcosa di multistrato in cui ad un’etica dell’autonomia individuale, si affianca un’etica della comunità, fino ad arrivare ad un’etica che Shweder definisce della divinità.

Sebbene vi sia una pressione sociale ed evolutiva che riduce la capacità del libero arbitrio vi è sempre un momento in cui interviene la scelta dell’individuo, uno scetticismo esasperato sul libero arbitrio indebolisce il senso di responsabilità, come dimostrato in varie ricerche (Shariff – Vohs), fino ad indurre gli individui a non rispettare le regole sociali e normative esistenti, scomponendo l’ordine sociale senza il progetto di una diversa struttura sociale; d’altronde l’aspetto riflessivo/cognitivo è fortemente connesso con il circuito dell’abitudine, vi è quindi la necessità delle cosiddette “ contingenze di rinforzo” nel continuum cognitivo/abitudinario, dove i segnali di errore nella previsione di un comportamento premiante inducono l’aspetto cognitivo alla riflessione e correzione (Smith, Graybiel), vi sono pertanto momenti di coscienza che sovrapponendosi in onde formano il momento di coscienza collettivo sull’oggetto sino al successivo frantumarsi e ripetersi di un ciclo.

Le aspettative sociali emergenti dalle stesse strutture sociali non sono la complementarietà dei comportamenti esistenti in quanto includenti sempre altri possibili comportamenti (Luhmann), vi è pertanto l’impossibilità di effettuare calcoli previsionali esatti, vi è solo il possibile condizionamento a partire dall’ambiente che permetta una alta o bassa percentuale di controllo (Luhmann), in una relazione a matrice nella quale al sovrapporsi dell’azione di gruppo nei vari livelli si affianca l’azione individuale in successive realtà sociali emergenti, nella quale vi è la ricerca di una riduzione della complessità, l’individuo non esiste di per se stesso ma quale riflesso nell’Alter e di un feedback nell’ambiente – sistema in cui è immerso, tanto che Maturana e Varela parlano di coevoluzione la quale produce il “senso”dell’agire, nella semplificazione necessaria alla complessità che si viene a creare (Addario- Cevolini), il “senso” è affiancato normativamente da una scelta binaria che già Persons individua nello schema binario conformità/devianza, l’individuo può in quella struttura sociale scegliere, senza che tuttavia vengano meno le informazioni per cui possa prevedere differenti stati di sistema (Luhmann).

Possiamo in termini matematici considerare la responsabilità da 0 (mancante) a 1 (totale = colpa oggettiva), dobbiamo tuttavia considerare che vi è la “simmetria”, un principio cardine che si riscontra in tutti i campi matematici ed anche nelle strutture sociali, quindi ad una serie positiva dovrà contrapporsi una serie uguale e negativa da 0 a -1, (passaggio della responsabilità), ossia un’agire quale conseguenza della responsabilità altrui che si  può risolvere in caso di responsabilità totale nello sfruttamento della posizione tutelata che è in realtà una posizione di vantaggio, nasce pertanto la necessità di evitare l’estremismo culturale di una totale deresponsabilizzazione individualista che si risolve in un irresponsabile sfruttamento dei rapporti sociali (Frenkel), dobbiamo, infatti, considerare la trasmissione dell’informazione di irresponsabilità che si viene a creare attraverso quel sistema che sono i “gruppi di trecce” in cui l’informazione si intreccia ottenendo nuove stringhe (Frenkel), si hanno dei cicli che ripetono socialmente protratta nel tempo,  la simmetria che si crea nel rapporto a due in un lasso di tempo più breve, come innanzi descritta.

Il problema è stato in alcuni casi organizzativi risolto con una sovrapposizione di livelli di responsabilità tra soggetti in “relazione tra loro”, con un contrapporsi di responsabilità che ristabiliscano socialmente l’equilibrio altrimenti mancante in termini lineari, il rischio è il favorire la creazione di un sistema alla Ponzi, infatti se consideriamo economicamente l’ambito giuridico anche in questo possiamo osservare il nascere di bolle finanziarie formate dall’aprirsi ed espandersi tumultuoso di nuovi settori di mercato, dati ad esempio dai risarcimenti, la mancanza di freni regolamentativi che permettono una serie di iniziali guadagni favorisce l’espandersi del mercato su sollecitazione di promotori giuridici, finché la bolla esploderà e gli ultimi rimarranno invischiati con perdite finanziarie.  

La responsabilità è anche,  come da più parti osservato, collegata strettamente al concetto di libertà, infatti ogni libertà è limitata da altre libertà e la responsabilità è pertanto un’autoregolazione della libertà stessa fondata sull’intreccio tra capacità cognitive e coscienza sociale, ben sapendo che l’intensità del sentimento varia in ciascun individuo, sebbene forniti di limiti biologici e sociali il libero arbitrio esiste in ciascuno nel momento della scelta ed è la responsabilità che limita nella coscienza l’esercizio dell’autorità, impedendo la trasformazione della stessa in autoritarismo e il conseguente suo abuso, una violazione del senso di responsabilità che diventa danno sociale e quindi anche economico, in uno stretto rapporto tra mancanza del “senso” del pubblico e aggressività che si trasforma in un comportamento sanzionabile.

 

Bibliografia

  •  E. Frenkel, Amore e matematica. Il cuore della realtà nascosta, Cod. Ed. 2014;
  • A.M. Graybiel – K.S. Smith, Buone abitudini, cattive abitudini, in Le Scienze, 47-51, n. 552, 2014;
  • A.F. Shariff – K.D. Vohs, Un mondo senza libero arbitrio, in Le Scienze, 59-61, n.552, 2014;
  • N. Addaro – A. Cerolini, Sociologia della modernità, Egea, 2012;
  • P. Bloom, Buoni si nasce. Le origini del bene e del male, Codice ed., 2014;
  • N. Luhmann, Sistemi sociali. Fondamenti di una teoria generale, Il Mulino, 1990;
  • T. Parsons, Il sistema sociale, Comunità, 1996;
  • H. Maturana, Autocoscienza e realtà, Raffaello Cortina ed., 1993;
  • R. Shweder, Relativism and Universalism, in “Companion to Moral Anthropology”, a cura di Didier Fassin, Wily, 85-102,  New York, 2012;
  • J. Prinz, Is empathy for Morality?, in Empathy: Philosophical and Psychological Perspectives, a cura di Amy Coplan e Peter Goldie, Oxford University Press, 2010;
  • G.A. Akerlof – R.J. Shiller, Spiriti animali, Rizzoli, 2009;
  • K. Basu, Sistemi alla Ponzi, in Le Scienze, 76-81, n. 552, 2014.

 

 

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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