Si apre quindi un interessante bivio per i tanto discussi voucher: i buoni potrebbero essere eliminati definitivamente dal referendum oppure modificati radicalmente dal Governo e quindi mantenuti ma solo a determinate condizioni. Vediamo allora nel dettaglio quali sono le modifiche proposte e in quali casi i voucher potrebbero essere utilizzati in futuro.
Voucher, decisa la data del referendum per labolizione
Prima di tutto, la notizia ufficiale e potenzialmente più importante: il referendum per labolizione definitiva dei voucher, sostenuto in particolare dalla Cgil, si terrà il 28 maggio 2017.
Il referendum, che è stato ritenuto legittimo dalla Corte Costituzionale l11 gennaio scorso, nasce in seguito alla pioggia di critiche da parte di lavoratori e sindacati sullutilizzo dei voucher. I buoni lavoro, che sono nati nel 2003 come forma di pagamento per una lista molto ristretta di lavori occasionali e accessori, sono stati infatti estesi negli anni a tutte le attività produttive. In molti, troppi casi questo ha portato ad abusi e a vere e proprie situazioni di lavoro subordinato pagate tramite buoni.
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La nuova proposta di riforma dei voucher
Il referendum potrebbe però non raggiungere il quorum e dunque i voucher potrebbero restare in vigore se le modifiche alla normativa proposte dal Governo dovessero essere confermate. Proprio in questi giorni è stato infatti depositato alla Commissione Lavoro della Camera il testo unico sulla riforma dei buoni, che raccoglie ben 11 diverse proposte di legge.
I punti più importanti del testo di riforma riguardano ovviamente la limitazione allutilizzo dei voucher: se le modifiche dovessero essere approvate, potrebbero utilizzare i buoni solo le famiglie e le aziende senza dipendenti (dunque, in sostanza, gli artigiani). Esclusi quindi, finalmente, gli imprenditori e le aziende con dipendenti.
Si tornerebbe di fatto, dunque, alle caratteristiche originarie dei voucher lavoro, che sono stati introdotti nel 2003 solo per regolarizzare quelle attività lavorative del tutto occasionali e marginali.
I nuovi limiti agli importi massimi e alle ore di lavoro
Ma non solo. Le modifiche proposte abbasserebbero gli importi massimi annuali che è possibile pagare con i buoni. La cifra massima che è possibile ricevere oggi tramite voucher è di 7.000 euro netti totali e di 2.000 euro netti per singolo committente: al di sopra di queste soglie, il lavoro non è più considerato accessorio e occasionale. Ebbene, le proposte di modifica vorrebbero abbassare questo limite fino a 5.000 euro annui. Il limite di ore di lavoro per singolo committente, inoltre, non potrà essere superiore a 50 al mese.
Unultima modifica riguarda limporto dei voucher, che passerebbe dai 10 ai 15 euro per le imprese. Per le famiglie, invece, il valore del singolo voucher resterebbe di 10 euro.
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La tracciabilità dei voucher lavoro
Ricordiamo infine che, per effetto del decreto correttivo del Jobs Act pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso ottobre, il committente che vuole utilizzare i voucher è tenuto a comunicare alla sede territoriale dellispettorato del lavoro i dati anagrafici del lavoratore e la durata della prestazione.
In particolare:
i committenti che non appartengono al settore dellagricoltura hanno lobbligo di comunicare allispettorato del lavoro i dati anagrafici del lavoratore, insieme alla data e al luogo della prestazione e alle sue ore di inizio e di fine, almeno sessanta minuti prima dellinizio delloperazione;
i committenti imprenditori agricoli, invece, sono tenuti a comunicare, con le stesse modalità, i dati relativi al lavoratore e alla prestazione svolta “con riferimento ad un arco temporale non superiore a tre giorni“.
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