Voucher lavoro: obbligatoria la comunicazione entro un’ora

Redazione 28/09/16
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Il Consiglio dei Ministri ha approvato venerdì 23 settembre il decreto di modifiche al Jobs Act: punto cardine della riforma è il rafforzamento della tracciabilità del voucher lavoro. Azienda o datore di lavoro sono finalmente obbligati a comunicare all’ispettorato tutti i dati relativi alla prestazione fornita, onde evitare l’utilizzo irregolare dei voucher. Vediamo quali sono le nuove direttive.

 

Cosa cambia con la nuova tracciabilità?

Il nuovo decreto conferma in via definitiva quanto già preannunciato dal D.Lgs. 81/2015: in caso di prestazioni di lavoro accessorio, il committente deve comunicare alla sede territoriale dell’ispettorato del lavoro i dati anagrafici del lavoratore e la durata della prestazione. In particolare:

  • i committenti che non appartengono al settore dell’agricoltura hanno l’obbligo di comunicare alla sede territoriale dell’ispettorato del lavoro, mediante SMS o posta elettronica, i dati anagrafici e il codice fiscale del lavoratore, insieme alla data e al luogo della prestazione e alle sue ore di inizio e di fine, almeno sessanta minuti prima dell’inizio dell’operazione;
  • i committenti imprenditori agricoli, invece, sono tenuti a comunicare, con le stesse modalità, i dati relativi al lavoratore e alla prestazione svolta alla sede territoriale dell’ispettorato “con riferimento ad un arco temporale non superiore a tre giorni“.

 

Quali sono le sanzioni previste?

In caso di mancata comunicazione dei dati del lavoratore e della prestazione, i committenti imprenditori o professionisti agricoli e non agricoli rischiano sanzioni che variano dai 400 ai 2400 euro a seconda delle caratteristiche del lavoro svolto.

 

A cosa serve la nuova tracciabilità

La tracciabilità dei voucher lavoro serve a ” contrastare con ancora maggior forza il loro utilizzo irregolare“, come spiega il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Nata come forma di contratto utile a regolarizzare le prestazioni occasionali fornite al di fuori del lavoro principale, infatti, il contratto di lavoro accessorio è divenuto con gli anni in molti casi uno strumento per evadere le norme fiscali e previdenziali. Il nuovo decreto serve invece a “riaffermare l’importanza delle legalità nel lavoro”.

 

Quando vanno utilizzati i voucher?

I voucher vanno utilizzati come forma di pagamento per lavoro accessorio o occasionale, ovvero i casi in cui la prestazione fornita è del tutto saltuaria e accessoria. Il lavoratore non deve essere assunto dal committente, né lavorare esclusivamente per lui; soprattutto, il compenso netto annuo per singolo committente non può superare i 2.000 euro.

Ogni voucher ha un valore di 10 euro e solitamente corrisponde a un’ora di lavoro fornito. Si tratta, però, di una cifra lorda: solo 7,50 di questi 10 euro vanno al lavoratore. Dei rimanenti 2,50 euro, 1,80 euro vanno all’Inps e 70 centesimi all’Inail. Il reddito, tuttavia, è esente da tassazione.

Redazione

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